50 ANNI di CINEMA dell’Istituto Giapponese di Cultura #Roma
Anni ‘60 > Masahiro SHINODA Anni ‘70 > Tai KATO
Anni ‘80 > Seijun SUZUKI Anni ‘90 > Takeshi KITANO Anni 2000 > Shinobu YAGUCHI
10 gennaio > 19 febbraio 2013 proiezioni ore 17.00 e 19.30
Istituto Giapponese di Cultura via Antonio Gramsci, 74 00197 Roma
tutti i film sono in versione originale con sottotitoli in italiano o inglese
ingresso libero
L’Istituto Giapponese di Cultura compie 50 anni. Fondato il 12 dicembre 1962, nel corso di mezzo secolo di storia, è stato una finestra aperta sul Giappone e base per lo svolgimento dell’attività di promozione culturale internazionale. Oltre a mostre, concerti, spettacoli e conferenze, ha dato ampio spazio al cinema giapponese, presentando film di registi di culto, quanto opere di cineasti meno conosciuti in Occidente.
Per raccontare con le immagini attinte dalla settima arte i nostri primi cinquant’anni, abbiamo puntato l’obiettivo su alcuni dei registi più rappresentativi di ogni decennio, dagli anni ‘60 al 2000. Per ciascun regista sono stati selezionati tre film, scelti tra quelli che meglio identificano la personalità dell’autore o il genere di riferimento. Quindici i lungometraggi in programma, tra cui The Burning Sunset (Yuhi ni akai ore no kao, 1961), di Masahiro Shinoda, Red Peony Gambles her Life (Hibotan bakuto – Oryu sanjo, 1970) di Tai Kato, Kagero-za (1981) di Seijun Suzuki, HANA-BI di Takeshi Kitano (1997), Happy Flight (2008) di Shinobu Yaguchi.
Un viaggio a ritroso nel tempo per ripercorrere tappe fondamentali della storia del cinema e della nostra realtà, che ci auguriamo abbia contribuito in questi anni ad approfondire la conoscenza della cultura giapponese in Italia.
Anni ‘60 > Masahiro SHINODA
A rappresentare gli anni ‘60 è Masahiro Shinoda – classe 1931 – esponente della Nouvelle Vague giapponese e, per un abbondante decennio, della produzione Shochiku, la major per cui lavorò dal 1953 al 1965, collaborando con artisti del calibro di Shuji Terayama, regista e scrittore, e Toru Takemitsu, compositore che conquistò più tardi fama internazionale. L’esigenza di godere di una maggiore libertà espressiva indusse il regista a lasciare la Shochiku nel 1965 e a fondare una propria compagnia di produzione, la Hyogensha. Vincitore di prestigiosi premi e riconoscimenti alla carriera, ha diretto 35 film esplorando vari generi, l’ultimo dei quali una biografia della spia russa Richard Sorge (Spy Sorge, 2003).
The Burning Sunset
(Yuhi ni akai ore no kao, 1961, C, 82’, 35mm ©Shochiku Co., Ltd) sott. inglese
Regia: Masahiro Shinoda Sceneggiatura: Shuji Terayama Musica: Naozumi Yamamoto
Interpreti: Yusuke Kawazu, Haruhiko Ishida Shima Iwashita, Mana Arisaka
Ichiro Sugai, Mizuta, amministratore delegato Ko Nishimura, Sai, capo editore
Hideko Okiyama, Nagisa Ryohei Uchida, “Soldier”
Fumio Watanabe, “Football” Hiroshi Mizushima,”Doctor” Keijiro Morozumi, “Hong Kong” Koji Mitsui, “Yakuza”
Ambientato a Tokyo e nella cittadina di Enoshima (Prefettura di Kanagawa) intorno agli anni ‘60, è la storia di una banda di assassini formata da personaggi piuttosto eccentrici, tra cui una donna che gira con una capretta da compagnia al seguito, priva di scrupoli se si tratta di eliminare persone ma intollerante al maltrattamento degli animali. La gang aggiorna di volta in volta l’album delle proprie vittime, in totale 119. Per stabilire chi tra di loro sia l’assassino migliore si sfidano in una gara molto singolare all’interno di un ippodromo. Dopo essersi disposti in punti differenti del circuito, scelto un fantino, la gara consiste nel mirare al cappello dello stesso fino a farlo cadere a terra. Mentre si apprestano a dare il via alla sfida, un uomo estraneo alla banda li anticipa e, sparando, toglie di dosso il cappello al fantino. Chi è mai l’individuo intromessosi nella sfida?
A Flame at the Pier
(Namida wo shishinotategami ni, 1962, B/N, 97’ 35mm ©Shochiku Co., Ltd.) sott. inglese
Regia: Masahiro Shinoda
Sceneggiatura: Shuji Terayama, Ichiro Mizunuma, Masahiro Shinoda Musica: Toru Takemitsu
Interpreti:
Takashi Fujiki, Saburo Minakami “Sabu” Mariko Kaga, Yuki
Kyoko Kishida, Kyoko Matudaira
So Yamamura, suo marito Kohei Matsudaira
Koji Nanbara, Tetsuro Kitani Shinji Tanaka, Tommy Tamotsu Hayakawa, Kaga
Il film – ambientato nei primi anni ‘60 – racconta il tentativo da parte di due giovani scapestrati, “Sabu” Minakami e Tommy, di interrompere uno sciopero in un cantiere navale di Yokohama, una protesta accompagnata da un martellante rumore metallico cui fa eco quello delle sirene delle navi. I lavoratori portuali lamentano condizioni di lavoro inadeguate, una paga irrisoria e maltrattamenti. I due ragazzi cercano maldestramente di tutelare gli interessi del loro boss, Tetsuro Kitani, uomo avido e disonesto che si serve di Sabu come di uno scagnozzo alle sue dipendenze, facilmente manipolabile in virtù del sentimento di gratitudine del giovane per essere stato salvato dal boss durante un raid aereo all’età di 4 anni. Il debito di Sabu nei confronti di Kitani non gli consente di vivere in piena libertà neanche i sogni legati alla giovinezza e al suo amore per Yuki, la cameriera che ricambia il suo affetto. La morte accidentale del leader sindacale che guida la protesta dei lavoratori portuali sarà l’ennesimo ostacolo alla felicità di Sabu. Una storia di passioni represse e violenza giovanile dipinta con le tinte vitali della Nouvelle Vague: melodramma e poesia, sangue e politica, cui fa da sfondo una coinvolgente colonna sonora firmata da Toru Takemitsu.
Dry Lake
(Kawaita mizuumi, 1960, C, 88’ 35mm ©Shochiku Co., Ltd.) sott. inglese
Regia: Masahiro Shinoda Sceneggiatura: Shuji Terayama Musica: Toru Takemitsu
Interpreti:
Shin’ichiro Mikami, Takuya Shimojo Shima Iwashita, Yoko Katsura
Kayoko Honoo, Setsuko Kitamura Jun’ichiro Yamashita, Michihiko Yamashita Yunosuke Ito, Goro Oseto
Secondo film di Masahiro Shinoda, contiene tutti i tratti distintivi delle opere che diedero vita alla Nouvelle Vague in Giappone, di cui il regista è stata una delle voci più eloquenti all’interno del sistema produttivo della Shochiku, insieme a Nagisa Oshima e Kiju Yoshida. Dry Lake racconta la storia di Shimojo, un giovane impavido che, sulla scia dei tumulti scatenati dalla revisione del Trattato di Sicurezza tra Stati Uniti e Giappone nel 1960, lascia il movimento studentesco per prender parte a veri e propri atti di terrorismo. Il protagonista, brillantemente interpretato dall’attore Shinichiro Mikami, incarna le contraddizioni della società e si avvia verso una sorta di nichilismo comune a molti personaggi del “nuovo cinema giapponese” degli anni ‘60.
Anni ‘70 > Tai KATO
Nipote del regista Sadao Yamanaka, morto giovanissimo in guerra, Tai Kato inizia la carriera cinematografica alla Toho nel 1937 come documentarista scientifico, per poi entrare nel 1947 alla Daiei, dove lavora come assistente di Daisuke Ito, grande autore di film in costume (jidaigeki) e di Akira Kurosawa, che affianca nelle riprese del film Rashomon, vincitore del Leone d’Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 1951. Regista rappresentativo del genere yakuza, su cui era concentrata l’attenzione della major Toei a partire dalla fine anni ‘60, Kato – che vi era approdato nel 1956 – ne consolida il successo grazie a una scrupolosa attenzione alle immagini e alla forte caratterizzazione dei personaggi. Firma la regia di 40 lungometraggi, tra cui tre della serie Red Peony Gambler .
Blood of Revenge
(Meiji kyokyakuden – Sandaime shumei, 1965, C, 90’ 35mm ©Toei Co., Ltd.) sott. inglese
Regia: Tai Kato
Sceneggiatura: Akira Murao, Norifumi Suzuki Tratto da un racconto di Gohei Kamiya Musica: Shunsuke Kikuchi
Interpreti:
Koji Tsuruta, Asajiro Kikuchi Junko Fuji, Hatsue
Kanjuro Arashi, Fukuichi Emoto Masahiko Tsugawa, Haruo Emoto Tetsuro Tanba, Yutaro Nomura Kanmi Fujiyama, Senkichi Ishii Toru Abe, Tatsuzo Karasawa
Osaka, epoca Meiji (1868-1912). La grande rivalità tra bande concorrenti arriva al culmine quando uno dei boss di primo piano viene accoltellato durante una festa. Il terzo successore, Asajiro Kikuchi, uomo fondamentalmente pacifico, deve sopportare soprusi e prepotenze, combattuto tra il senso di lealtà nei confronti del rigido sistema yakuza e i nuovi obblighi derivanti dal ruolo di leader impegnato a difendere il business edilizio del clan, in un momento delicato come quello della modernizzazione. Sebbene cerchi di adattarsi e di venire a patti con la nuova realtà, l’inimicizia dei gruppi rivali gli forza la mano fino a mettere in crisi la sua determinazione a raggiungere compromessi razionali. A rendere più complesso il suo travaglio interiore interviene l’amore per la cortigiana Hatsue, bella quanto sfortunata. Kikuchi, per garantire la sopravvivenza e un futuro al clan, è costretto a ricorrere ai metodi di lotta tradizionali, venendo meno ai propri propositi e con un senso di frustrazione sempre più profondo.
Red Peony Gambler: Flower Cards Match
(Hibotan bakuto – Hanafuda shobu, 1969, C, 98’ 35mm ©Toei Co., Ltd.) sott. inglese
Regia: Tai Kato
Sceneggiatura: Noribumi Suzuki, Motohiro Torii Musica: Takeo Watanabe
Interpreti:
Junko Fuji, Ryuko Yano (Oryu), la donna yakuza
Ken Takakura, la guardia del corpo Hanaoka Kanjuro Arashi, Sugiyama, boss del clan Nishinomaru
Terzo episodio della serie yakuza Red Peony Gambler, composta di otto film realizzati tra il 1968 e il 1972, interpretati dalla bravissima Junko Fuji nel ruolo di Oryu, figlia di un piccolo boss della yakuza ucciso nel corso di una faida per la gestione del gioco d’azzardo nel territorio di Nagoya. I film yakuza prodotti dalla Toei negli ultimi anni ‘60 furono un grande successo commerciale della casa di produzione che ebbe l’idea di sostituire il classico eroe maschile con un’intrepida eroina. Donna che unisce alla bellezza la grazia in tutte le arti tipicamente femminili, Oryu è anche una scaltra giocatrice e abile spadaccina, determinata a vendicare la morte del padre e a far emergere i suoi sentimenti di donna, anche a costo di infrangere il fiero codice morale della yakuza e a mettersi in contrasto con esponenti di altri clan rivali. Il suo vero nome è Ryuko Yano, ma si fa chiamare Peonia Rossa in ricordo delle peonie bianche macchiate del sangue del padre ucciso: per ristabilire i diritti della
famiglia Yano passa con disinvoltura dalla cerimonia del tè o dalla pratica dell’ikebana all’eliminazione fisica degli avversari, con spada camuffata in flauto e altri simili espedienti. In questo episodio Oryu aiuta due giovani appartenenti a clan rivali a coronare il proprio amore.
Red Peony Gambles her Life
(Hibotan bakuto – Oryu sanjo, 1970, C, 100’, 35mm © Toei Co., Ltd.) sott. inglese
Regia: Tai Kato
Sceneggiatura: Tai Kato, Noribumi Suzuki Musica: Ichiro Saito
Interpreti:
Junko Fuji, Ryuko Yano (Oryu), la donna yakuza Bunta Sugawara, Tsunejiro Aoyama
Eiko Yamagishi, Kimiko Igarashi (Okii)
Akio Hasegawa, Shima no Ginji
Kanjuro Arashi, Kyu Teppo
Toru Abe, Samezu no Masagoro
Sesto film della serie yakuza Red Peony Gambler. La storia si svolge tra Nagano e Tokyo alla fine del periodo Meiji (1868-1912). Oryu, figlia di un boss coinvolto nelle attività del gioco d’azzardo e poi eliminato dai suoi rivali, è in cerca di una ragazza di nome Igarashi Kimiko (Okimi), che da bambina aveva aiutato a farsi operare agli occhi ma della quale non si era potuta prendere più cura dopo l’intervento. Di passaggio in una locanda termale, Oryu incontra un uomo che, ascoltando la descrizione della ragazza oggetto delle sue ricerche, le suggerisce di cercarla a Tokyo, nel quartiere di Asakusa, dove gli sembra di aver notato un’attrice rispondente alle caratteristiche fisiche riferite. Oryu si mette subito in viaggio per Tokyo ed entra in contatto con il boss di un clan che ha il controllo sulle produzioni teatrali, al quale chiede informazioni sull’attrice. Dopo aver appurato che non è Okimi, Oryu la riconosce invece in una borseggiatrice sorpresa a rubare tra il pubblico durante uno spettacolo e subito fermata dagli uomini del boss. Oryu e Okimi si rincontreranno e nonostante il senso di rabbia e abbandono esternato dalla giovane pensando al passato, Oryu farà di tutto per renderla felice, seppure le due donne si trovino nel mezzo di vendette e ritorsioni tra bande locali in lotta per il controllo sulle produzioni teatrali del territorio. Una storia dove i sentimenti giocano un ruolo importante senza eludere le regole di genere proprie dei film yakuza.
Anni ‘80 > Seijun SUZUKI
Cineasta noto per le sue scelte estetiche di forte impatto visivo, Seijun Suzuki è nato a Tokyo nel 1923, in un quartiere popolare dove ha avuto la possibilità di entrare in contatto con molte delle arti tradizionali giapponesi, a cominciare dal teatro kabuki, di cui ha assimilato l’immaginario formale e la brillantezza dei colori di scena. Dopo aver lavorato come assistente alla regia alla Shochiku dal 1948 al 1953, entra come regista a contratto alla Nikkatsu, dove rimane fino al 1968, anno che segna la sua definitiva rottura con le grandi case di produzione e l’inizio di un decennio in cui Suzuki rimane lontano dal set cinematografico, per dedicarsi a spot televisivi e opere minori. Nel 1980 realizza Zigeunerweisen, premio speciale al Festival di Berlino l’anno successivo, e vincitore di tutti i maggiori premi cinematografici giapponesi. Seguono altri film di successo, tra cui Kageroza (1981), Yumeji (1991), Pistol Opera (2001), Operetta Tanuki Goten (Princess Racoon, 2005).
Zigeunerweisen
(Zigeunerweisen, 1980, C, 145’ 35mm ©1980 presented by LittleMore Co., Ltd.) sott. inglese Regia: Seijun Suzuki
Sceneggiatura: Yozo Tanaka
Tratto da un racconto di Hyakken Uchida Musica: Kaname Kawachi
Interpreti:
Toshiya Fujita, prof. Toyojiro Aochi Michiyo Okusu, sua moglie Shuko Yoshio Harada, Tadashi Nakasago Naoko Otani, Koine/Sono Nakasago
Vincitore del premio speciale della giuria al Festival di Berlino nel 1981, al film sono stati attribuiti tutti i premi della cinematografia giapponese assegnati nel 1980. Facilmente ascrivibile alla categoria dei film artistici, a motivo dello spiccato estetismo, si tratta in realtà di una storia di fantasmi, piena di erotismo e scene raffinate, in cui Suzuki esprime la sua forte personalità di autore indipendente. Aochi, professore di tedesco in una scuola militare, durante un viaggio incontra il suo ex-collega Nakasago, che ora conduce una vita nomade; insieme fanno conoscenza di una geisha di nome Koine. Sei mesi dopo Aochi viene a sapere del matrimonio dell’amico Nakasago con Sono, una donna che assomiglia in modo inquietante alla geisha Koine. La sera in cui Aochi fa loro visita, Nakasago gli fa ascoltare il disco Zigeunerweisen, inciso nel 1904 dal compositore spagnolo Pablo de Sarasate, una registrazione rara in cui sembra udirsi la voce intangibile di Sarasate. Di lì a poco Nakasago abbandona la moglie incinta e si rimette in viaggio, in compagnia di Koine, ma il suo percorso è tempestato di ostacoli e avversità. Diversi anni dopo Koine si presenta a Aochi chiedendogli di restituire il misterioso disco di Sarasate che il professore, tuttavia, non ricorda di aver mai preso in prestito dall’amico.
Kageroza
(Kageroza, 1981, C, 139’ 35mm ©1981 presented by LittleMore Co., Ltd.) sott. italiano
Regia: Seijun Suzuki Sceneggiatura: Yozo Tanaka Musica: Kaname Kawachi
Interpreti:
Yusaku Matsuda, Shunko Matsuzaki (scrittore teatrale) Michiyo Okuso, Shinako
Katsuo Nakamura, Tamawaki (mecenate di Matsuzaki) Eriko Kusuda, Ine (moglie tedesca di Matsuzaki) Yoshio Harada, Wada
Mariko Kaga, Mio
Basato su un’opera di Kyoka Izumi, si tratta di un film fantasmagorico, dall’intreccio imprevedibile, sintesi di una ricerca estetica molto accurata, ben evidente anche nell’utilizzo dei colori. Partendo dall’ipotesi che il frutto rosso della pianta hozuki (bacca di alchechengi) rappresenti lo spirito di una donna, la scena viene improvvisamente trasferita nel teatro dei burattini in cui recitano alcuni bambini e dove l’assistente di scena (kuroko) – manovrando l’eroina come una bambola – ne racconta il bizzarro destino, conducendo lo spettatore in un labirinto di immagini fantastiche.
Y umeji
(Yumeji, 1991, C, 128’ 35mm ©1991 presented by LittleMore Co., Ltd.) sott. inglese Regia: Seijun Suzuki
Sceneggiatura: Yozo Tanaka
Musica: Kaname Kawachi/Shigeru Umebayashi
Interpreti:
Kenji Sawada, Yumeji Takehisa Yoshio Harada, Munekichi Wakiya Tomoko Mariya, Tomoyo
Terza opera della “Trilogia Taisho”, preceduta da Zigeunerweisen (1980) e Kageroza (1981), film che condividono lo stile psicologico-surrealista, le tematiche e l’ambientazione storica. L’atmosfera rétro di Yumeji, accentuata attraverso la scelta degli abiti dei personaggi, è quella di fine epoca Taisho (1912-1926)-inizio Showa (1926-1989), periodo dell’infanzia del regista. Takeshisa Yumeji è un pittore simbolo del romanticismo di inizio XX secolo, che ama ritrarre soggetti fiabeschi e figure di donne avvenenti, vantandosi di essere al centro dell’attenzione femminile. Attorno a lui si agita in realtà un gran numero di personaggi muliebri ma il confine tra vagheggiamento e dileggio è sempre più labile e confuso, come suggerisce nel finale del film la metafora del palloncino di carta colorato con cui si intrattiene a giocare il protagonista.
Anni ‘90 > Takeshi KITANO
Attore, regista, show man, personalità eclettica del piccolo e grande schermo, Takeshi Kitano nasce a Tokyo nel 1947. Esordisce come attore comico negli anni ‘70 nel duo Two Beats insieme a Kiyoshi Kaneko; il suo debutto come regista cinematografico avviene nel 1989 con Sono otoko, kyobo ni tsuki (Violent Cop), film noir che rivela in nuce i tratti distintivi del suo stile, dove violenza e poesia convivono in un altalenante ritmo diegetico, in uno scenario spesso popolato da malavitosi e esponenti della yakuza. Seguiranno Ano natsu, ichiban shizukana umi (Silenzio sul mare (1991) film delicato e iconico, Sonatine (1993), HANA-BI (1997), che lo ha consacrato regista di culto a livello internazionale, Brother (2000), Dolls (2002), Zatoichi (2003), suo primo film in costume, vincitore del Leone d’Argento per la miglior regia al Festival di Venezia. I film successivi, Takeshis’ (2005), Kantoku-Banzai! (Glory to the Filmmaker!, 2007), Akiresu to Kame (Achille e la tartaruga, 2008) hanno tratti surrealisti e decostruzionisti, attraverso i quali Kitano sembra divertirsi a ironizzare sull’arte cinematografica e pittorica. I suoi ultimi due lavori, Autoreiji (Outrage, 2010) e Autoreiji: Biyondo (Outrage Beyond, 2012) tornano a parlare di yakuza, di alleanze e di lotte tra i vari clan per il controllo del territorio e per soddisfare la sete di potere.
Getting Any
(Minna yatteruka!, 1994, C, 110’ 35mm ©1994 Bandai Visual and Office Kitano) sott. inglese
Regia: Takeshi Kitano
Sceneggiatura: Takeshi Kitano
Musica: Senji Horiuchi, Hidehiko Koike
Interpreti:
Minoru Iizuka, Asao
Ezawa Moeko, ragazza
Hakuryu, giudice
Shoji Kobayashi, capo delle Forze di difesa del mondo Tetsuya Yuuki, boss della Yakuza
Susumu Terajima, gangster ferito
Takeshi Kitano, scienziato
Protagonista di questa storia grottesca e comica è Asao, un 35enne goffo e sprovveduto, privo di esperienza con le donne, che giudica arrivato il momento di provare a conquistarne una. Dopo aver visto in un film una scena d’amore svolgersi in una lussuosa automobile, si convince che possedere una macchina sontuosa è garanzia di successo con il gentil sesso; ma il suo budget gli permette di comprare solo un modesto veicolo che non servirà al suo scopo. E’ l’inizio di una serie di idee stravaganti pensate per attirare le donne, iniziative che falliranno comicamente una dopo l’altra mostrando Asao determinato a intraprendere qualsiasi strada – anche lavori commissionati dalla malavita – pur di giungere alla bramata conquista. L’incontro con uno scienziato che sembra trovare la soluzione al suo problema lo trascina verso un finale del tutto inaspettato.
Kids Return
(Kids Return, 1996, C, 108’ 35mm ©1996 Bandai Visual, OFFICE KITANO) sott. italiano
Regia: Takeshi Kitano Sceneggiatura: Takeshi Kitano Musica: Joe Hisaishi
Interpreti:
Masanobu Ando, Shinji
Ken Kaneko, Masaru
Ryo Ishibashi, boss della yakuza
Storia di amicizia e yakuza, unisce due componenti tipiche della cinematografia di Kitano: la forma ellittica e una certa dose di brutalità maschile. Shinji e Masaru si rincontrano a diversi anni di distanza dal giorno del diploma liceale. A scuola erano molto vivaci e creavano problemi a compagni e insegnanti: un giorno Masaru, leader della coppia ribelle, viene sfidato da un pugile professionista, fratello maggiore di un ragazzo vittima dei loro soprusi. Naturalmente Masaru viene steso a terra ma non si dà per vinto: decide di prendere lezioni di boxe per vendicarsi, coinvolgendo anche l’amico Shinji che, inaspettatamente, rivela un grande talento pugilistico, attirando l’attenzione dell’allenatore. Col passar del tempo Masaru perde interesse per la boxe, mentre Shinji comicia a pensare seriamente a una carriera come pugile. Da questo momento le strade dei due amici cominciano a divergere sempre di più fino a condurli in due universi out of limits, inizio di un declino fisico e psichico.
HANA-BI
(HANA-BI, 1997, C, 103’ 35mm ©1997 BANDAI VISUAL, TV TOKYO, TOKYO FM AND OFFICE KITANO) sott. inglese
Regia: Takeshi Kitano Sceneggiatura: Takeshi Kitano Musica: Joe Hisaishi
Takeshi Kitano, Yoshitaka Nishi
Kayoko Kishimoto, Miyuki, moglie di Nishi Ren Osugi, Taisuke Horibe
Susumu Terajima, Yasushi Nakamura Tetsu Watanabe, commerciante di rottami Hakuryu, killer della yakuza
Yasuei Yakushiji, criminale
Taro Itsumi, investigatore
Makoto Ashikawa, Tanaka
Leone d’Oro alla 54a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, HANA-BI, pur appartenendo al genere dei film yakuza, è un film che tiene sempre accesi i toni della poesia, in un sottile gioco di equilibrio tra brutalità e tenerezza, distruzione e rigenerazione, tra il cremisi della morte e della catarsi. Soggetto, sceneggiatura e regia sono di Takeshi Kitano che interpreta anche il ruolo del protagonista – Nishi – un ex-poliziotto braccato dagli strozzini della yakuza a causa di un debito, uomo rude e feroce con i bruti, delicato e premuroso con la moglie, affetta da un male incurabile. A far da contrappunto alla sua tragica figura è Horibe, ex-collega di Nishi rimasto paralizzato durante un’operazione di polizia alla quale ha partecipato al posto del collega. Mentre la disperazione di Horibe trova una via di riscatto nella pittura (tutti i dipinti mostrati nel film sono opere originali di Kitano) il dolore di Nishi si volge verso un diverso epilogo, drammatico e poetico allo stesso tempo, espresso non solo con gli eloquenti silenzi e gli scenari più suggestivi ma con un commento musicale straordinario che ha valso al compositore Joe Hisaishi il Japan Academy Awards per la miglior colonna sonora nel 1998.
Anni 2000 > Shinobu YAGUCHI
Nato a Kanagawa nel 1967, studia disegno grafico presso l’Università di Arte e Design di Tokyo. Negli stessi anni comincia a dedicarsi alla regia con un gruppo di amici, realizzando lavori in 8 mm., e nel 1993 dirige il suo primo film, il sorprendente Picnic a piedi nudi (Hadashi no pikunikku), che gli vale numerosi elogi al Festival di Toronto. Nel 1996 gira una commedia folle, Il segreto (Himitsu no hanazono), con cui partecipa al Festival di Berlino, ma è con Adrenaline Drive (id.,1999) e Waterboys (id., 2001) che si conferma nome di spicco nel panorama internazionale, talentuoso ed eccentrico narratore di storie sviluppate sul filo del non-sense. Dopo Swing Girls nel 2004, ha realizzato un’altra divertente commedia Happy Flight (2008) che ha riscosso ottimi consensi di critica e di pubblico.
Waterboys
(Waterboys, 2001, C, 91′, 16mm ©2001 FUJI TELEVISION, ALTAMIRA PICTURES, TOHO, DENTSU) sott. italiano
Regia: Shinobu Yaguchi Sceneggiatura: Shinobu Yaguchi Musica: Gakuji Matsuda
Interpreti:
Satoshi Tsumabuki, Suzuki Hiroshi Tamaki, Satou Naoto Takenaka, Isomura
E’ primavera. La squadra di nuoto del liceo di Tadano è rimasta senza allenatore ed è in seria difficoltà in vista dell’appuntamento autunnale con il Tadano High’s Festival. Sakuma, la nuova istruttrice, vuole dar vita a un team di nuoto sincronizzato ma, unica donna in una scuola maschile, deve fare i conti oltre che con i soliti pregiudizi, anche con nuotatori di scarso livello e con un incidente di percorso che la costringe a interrompere gli allenamenti. Senza istruttore e senza una piscina dove potersi allenare nessuno sembra intenzionato a sostenere e dar credito allo sfortunato team, tranne un eccentrico gruppo di travestiti e il bizzarro proprietario di un delfinario. Riusciranno i Waterboys a presentare il proprio show al tanto atteso festival?
Swing Girls
(Swing girls, 2004, C, 105’ 16mm ©2004 Fuji Television Network/Altamira Pictures/Toho/Dentsu) Sottotitoli in italiano
Regia: Yaguchi Shinobu Sceneggiatura: Yaguchi Shinobu Musica: Kishimoto Hiroshi
Interpreti:
Juri Ueno, Tomoko Suzuki
Shihori Kanjiya, Yoshie Saito Yuika Motokariya, Kaori Sekiguchi Yukari Toyoshima, Naomi Tanaka
Durante le vacanze estive un gruppo di ragazze liceali è obbligato a seguire i corsi di recupero. Un giorno l’orchestra di fiati che supporta la squadra di baseball dimentica i cestini del pranzo e Tomoko, decisa a saltare le lezioni insieme alle sue amiche, si offre di andare allo stadio per consegnarli in tempo utile. Gli alimenti dei cestini, tuttavia, arrivano a destinazione ormai avariati e i ragazzi della band finiscono per intossicarsi. Tomoko e le amiche, responsabili del fatto e in cerca di una scusa valida per non frequentare i corsi estivi, decidono di formare una band in sostituzione di quella ufficiale e fondano la Big Band Jazz. Il giorno prima di esibirsi in occasione della partita di baseball, l’orchestra ufficiale fa il suo ritorno, con grande dispiacere delle ragazze, pronte a supportare con grande slancio gli atleti che scenderanno in campo.
L’entusiasmo per la musica della neo-fondata Big Band Jazz spinge comunque le ragazze ad acquistare nuovi strumenti e provare davanti ai supermercati, in vista del festival musicale scolastico, trasformando quello che era un semplice espediente per marinare le lezioni in una passione vera e propria.
Happy Flight
(Happy Flight, 2008, C, 102’ 35mm ©2008 FUJI TELEVISION/ALTAMIRA PICTURES/TOHO/DENTSU) Sottotitoli in inglese
Regia: Shinobu Yaguchi
Sceneggiatura: Shinobu Yaguchi, Junko Yaguchi Musica: Hiroshi Kishimoto
Interpreti:
Haruka Ayase, Etsuko Saito Tomoko Tabata, Natsumi Kimura Seiichi Tanabe, Kazuhiro Suzuki Shinobu Terajima, Reiko Yamazaki Saburo Tokito, Noriyoshi Harada Kazue Fukiishi, Mari Tanaka
Ittoku Kishibe, Masaharu Takahashi
Divertente commedia su piloti e assistenti di volo, diretta da Yaguchi e realizzata con il sostegno della compagnia aerea giapponese ANA (All Nippon Airways). Protagonisti del film sono il co-pilota Kazuhiro Suzuki, che sta cercando di qualificarsi come pilota e la giovane allieva hostess Etsuko Saito, al suo primo volo internazionale su un boeing 747-400 con destinazione Honolulu, Hawaii. Le loro prestazioni lavorative sull’aeromobile sono supervisionate da due superiori molto esigenti che creano ai giovani aspiranti una situazione di stress; per di più il volo si preannuncia fin dal decollo abbastanza complesso perché, per assicurare una partenza in orario, il pilota decide di decollare nonostante il malfunzionamento del tubo principale di riscaldamento. Ma è solo l’inizio di un volo piuttosto singolare che mette a dura prova personale di bordo, allievi e passeggeri.
Blood of Revenge (Meiji kyokyakuden – Sandaime shumei, 1965 ©Toei Co., Ltd.) di Tai KATO
The Burning Sunset (Yuhi ni akai ore no kao, 1961) ©Shochiku Co., Ltd.) di Masahiro SHINODA
Yumeji (1991 ©1991 presented by LittleMore Co., Ltd.) di Seijun SUZUKI
HANA-BI (1997 ©1997 BANDAI VISUAL, TV TOKYO, TOKYO FM AND OFFICE KITANO) di Takeshi KITANO
Happy Flight (2008, C, 102’ 35mm ©2008 FUJI TELEVISION/ALTAMIRAPICTURES/TOHO/DENTSU) di Shinobu YAGUCHI