DETECTIVE DEE E IL MISTERO DELLA FIAMMA FANTASMA
Die renjie zhi tongtian diguo, Hong Kong 2010, di Tsui Hark, Sceneggiatura: Chang Chia-lu, Chen Kuo-fu, da Robert Van Gulik, Fotografia: Chan Chi-ying, Chan Chor-keung, Cast: Andy Lau, Carina Lau, Li Bingbing, Tony Leung Ka Fai, Deng Chao, Musiche: Peter Kam, Coreografie: Sammo Hung, Produzione: Huayi Brothers, 2H 13’, Distribuzione italiana: Tuker Film, dal 26 agosto al cinema.
Aveva sentito parlare di ‘Die Renjie’ per la prima volta negli sfolgoranti anni ’80, in quegli anni Tsui Hark stava (forse) non del tutto consapevolmente costruendo le dinamiche e la geografia mentale e fisica dell’entertainment hongkongese e orientale in genere (The butterfly murders, Dangerous Encounters,Once upon a time in china, Zu Warriors of magic mountain,Time and Tide, The Blade, Green Snake, The lovers, Missing, Seven Sword, A better Tomorrow 3…) e per di più produceva calibri quali John Woo (A better Tomorrow, The Killer) e Ringo Lam (Prison on fire), ma non chiamiamolo “Spielberg d’oriente”, lui è più l’Orson Welles se vogliamo metterlo su un piano formale, ce ne stiamo accorgendo solo lentamente ma inesorabilmente…
Il settimo secolo in Cina, epoca in cui ha regnato l’unica imperatrice donna, la molto controversa Wu, questo era il periodo che ad Hark interessava, nel 2000, dopo la sua parentesi hollwoodiana con Jean Claude Van Damme (Double Team, Hong Kong colpo su colpo) dove qualcosa non ha funzionato al di là delle sincere intenzioni positive della star francese, scrive finalmente la sceneggiatura su questa fantomatica pellicola dedicata a Wu, ed è proprio scrivendola ed informandosi ancora di più sul periodo che si imbatte di nuovo nella figura di questo detective protagonista di una serie di storie molto conosciute in Cina, poi nel 2008 il produttore Chan Kwok Fu, direttore della compagnia Huayi Brothers mette i soldi ed un soggetto con relativa sceneggiatura in lavorazione, Tsui Hark si getta nel progetto e comincia a scrivere anche lui, è la nascita di questa straordinaria pellicola.
Un film fantastico, d’amore e d’azione, parabola politica e di potere, rappresentazione nuovamente dell’immenso amore, e della irresistibile ed inimitabile potenza della macchina da presa di Tsui Hark, padrona e demiurga della sua tecnica che si fonde con la storia perfettamente, senza trucchi, senza inganni, resuscitando quel “sense of wonder” tanto caro ma ahimè così raro ormai nell’occidente.
Nella pellicola, gli ingranaggi truffaldini della messa in scena funzionano alla perfezione, tanto che vengono metaforizzati negli ingranaggi (veri) della titanica statua eretta dall’inizio della storia, insistentemente ripresi in molte parti del film (ci sarà anche un spettacolare combattimento dentro/a fianco di questi).
La regia di Hark disegna semplicemente ed ontologicamente il movimento di una persona (e del corpo) nello spazio dell’inquadratura, facendoci vedere l’invisibile “maglia” che sottende e unisce tutto il creato (il divino montaggio Harkiano).
Dopo aver insegnato il ralenti e il montaggio a Matrix ed all’Occidente intiero (con il “suo” coreografo di Once Upon A time in china Yuen Wo Ping), Hark non se ne libera, in questa pellicola il suo geniale sodale è Sammo Hung (Ashes Of TIme, tutti i film in coppia con Jackie Chan) ma se possibile ne approfondisce la caratura: IL movimento della sua cinecamera come incarnazione e proiezione dell’anamnesi vera e propria del movimento fisico e quello spirituale/scenico del cinema.
E se è vero che “non vorreste mai fare arrabbiare Tsui Hark, ne sa qualcosa John Woo” 1 come viene detto spesso, dal defenestra mento dalla sua casa di produzione del suo pupillo scoperto personalmente, una sana inquietudine e pulsione nel fare cinema questo allegro signore nato a Saigon nel 1950, l’ha di sicuro, avendo dato molto al cinema in genere, al di là dell’Italia se ne sono già accorti da un po’ con interessanti libri quali ‘The cinema of Tsui Hark’ di Lisa Morton della McFarland.
1 Nicola Cupperi, C’era una volta in cina, pag 14, in FILMTV L’unico settimanale di cinema, n°970, settembre 2011, Editore Tiche Italia srl, Milano.
http://spinoff.comicbookresources.com/2011/09/02/tsui-hark-rewrites-history-with-martial-arts-epic-detective-dee/ (Recensione su SpinOff Online)
http://www.sensesofcinema.com/2003/great-directors/tsui/ (Approfondimento su Senses Of Cinema N°27)
Davide Tarò