NO LONGER HUMAN

Aoi Bungaku series (Youth Litterature), Regia: Morio Asaka, Character Design: Takeshi Obata, Tratto dall’omonimo romanzo di Osamu Dazai, Musiche: Hideki Taniuchi, Animazioni: Madhouse, Serie di quattro episodi da 26’ minuti l’uno montati in un film da ‘144, Giappone 2009.

Progetto molto originale e coraggioso trasmesso in Giappone nelle notti di fine 2009 sulla NTV nazionale.
Temi scottanti come il suicidio, il mal di vivere, la gelosia e la morte, simboli di una società che stava emancipandosi, come individui in una società tentacolare e apparentemente ordinata, una società che vuole fare “gruppo” ma che produce emarginati, sono pregni di significato politico, sociale ed esistenziale che portano il Giappone in una in queste storie tratte da sei scrittori completamente giapponesi.
Ad un certo Oshii Mamoru saranno piaciute parecchio.
Prima volta in assoluto per il popolo di Yamato, fino ad ora infatti i romanzi dai quali erano tratti alcuni tra gli anime più conosciuti in occidente erano stati i cosidetti ‘Meisaku’ 1, cioè anime tratti da romanzi originali perlopiù di origine europea.
Ora tutto cambia, e in maniera non casuale, grandi autori del XX° secolo come Osamu Dazai (1909 -1948) No Longer Human/Non umano a lungo e Melos , Ango Skaguchi (1906-1955) autore di Sotto i fiori della foresta delle ciliegie, Soseki Natsume (1867 – 1916) autore di Il Povero cuore degli uomini, e Ryunosuke Akutagawa (1882 – 1927) autore di Le porte dell’inferno e Il figlio del ragno, danno il loro inconsapevole contributo post-mortem a creare il plot originale di versioni animate curate da una Madhouse (Monster, Death Note e tutti i film del compianto Satoshi Kon tra i tanti) produttrice di animazione sempre più internazionale e sbarazzina per le sue scelte editoriali.
La prima storia, No Longer Human è composta da quattro episodi di 26’ minuti l’uno, uniti per l’esportazione all’estero in una pellicola vincitrice in Europa del gran premio di Platino all’edizione del Future Film Festival di Bologna del 2011, mentre in Francia è già disponibile in versione dvd e Blue Ray per la Kaze.
Un ragazzo di nome Yozo Oba (versione quasi autobiografica dell’autore) si crede un mostro, e si vede e si percepisce diverso da tutti quelli che lo circondano, vivendo nell’odio e nella vergogna.
Il giovane Yozo si perde nel vortice di molti vizi e ossessioni: le donne, l’alcool, la morfina e la droga, e poco alla volta diventerà quel “mostro” che si vedeva sin dall’inizio.
La regia è affidata al bravo Morio Asaka, già visto all’opera su Nana e su Chobits.
Il character design lo si deve all’algido e agghiacciante tratto di Takeshi Obata disegnatore ( e co-autore) tra i tanti del manga di Death Note, già a suo modo puntuale simbolo di una giovinezza perduta giapponese.
L’attenta regia vira al color seppia ed a colori freddi, agghiaccianti, come foto polaroid tratte da incubi del passato, l’acuta e travagliata gestione dei tempi cosiddetti “morti” delle inquadrature è un marchio di fabbrica del bravo Asaka.
Un piccolo specchio animato in frantumi di una società giapponese nascosta.

1 Davide Tarò, World Masterpiece Theatre: Il ritorno, in ANIME Storia dell’animazione giapponese 1984-2007 di Andrea Fontana e Davide Tarò, Pag. 96, Il foglio letterario, Piombino 2007
Davide Tarò.

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