GUERRE DI ASCOLTI, SUMMER WARS SU RAI4

Doveva ben capitare prima o poi, a Pasqua , periodo animato per eccellenza dopo natale, l’animazione giapponese d’altissima qualità ha trovato asilo in prima visione assoluta e in prima serata sugli schermi di Rai 4.
E’ un evento da ricordare e da divulgare a lungo.

Per l’arretrata Italia è stata a tutti gli effetti una prima visione assoluta europea, nessuna altra rete pubblica non pay tv ha trasmesso come invece ha fatto meritoriamente e pionieristicamente la quarta rete della RAI, il capolavoro di Mamoru Hosoda (La ragazza che saltava nel tempo, trasmesso sempre in prima visione da RAI 4 lo scorso inverno) visto in anteprima mondiale al Manga Impact del Festival di Locarno del 2009.

Comprata e rivenduta alla rete dalla Kaze italiana, la versione che è stata trasmessa da Rai4, doppiata eccellentemente, è stata quella priva dei cartelli tradotti, quindi nella versione pre-vendita home video che le case distributrici di anime astutamente, e la Kaze non fa eccezioni, vendono alla rete per valorizzare e incitare all’acquisto dei loro dvd successivamente.

Quella di trasmettere Summer Wars in prima serata è stata una scelta non del tutto semplice ed automatica per i programmatori e per l’illuminato direttore di rete Carlo Freccero, innanzitutto per la storica titubanza (detto eufemisticamente) che gli ascoltatori medi italiani hanno verso l’animazione giapponese in prima serata.

Scelta doppiamente coraggiosa e da stimare fino in fondo, vista in un ottica di fidelizzazione dello spettatore non-tipo, ma ricercato, giovane e di gusti non ancora appiattiti e sonnolenti.
Summer Wars ha fatto lo 0.44 per cento di share, risultato impensabile solo pochissimi anni fa per un prodotto di animazione giapponese così ricercato, poco più delll’1% lo hanno fatto le ultime due puntate del cult Lost ad aprile, è da pensarci.

Rai 4 sta avendo ottimi dati di ascolto (meritatissimi) riferiti al digitale terrestre: serie quali lo “snobbato” Doctor Who 2005 l’integrale delle serie finalmente tutta in Italia (gli ascolti sfiorano quasi l’1% medio per puntata ormai, in barba a chi pensava che potesse essere visto solo da un pubblico ristrettissimo e a pagamento sull’ormai defunta Jimmy), Flashpoint, Being Erica, Wharehouse 13, Sanctuary, Eureka, Heaven, 3Drock, Watch over me, Dead Like Me, Roma, Misfits , Life On Mars, Weeds, Underbelly, Mad Men, Breaking Bad, Fisica o Chimica, Harper’s Island sono solo alcuni dei titoli che una direzione di rete acuta ed attenta ha fatto diventare “cool” e visti, da molti, non da tutti certo, ma merce di scambio per lauta ed attenta pubblicità questa si, cosa che ai direttori delle altre più paludate reti Rai ( e Mediaset) non è mai venuto in mente fino ad ora… (la riproposta e ri-scoperta a marzo/aprile di pomeriggio su Rai 2 del bel Primeval valorizzato e recuperato solo da Rai 4 lo scorso autunno è un lampante e virtuoso esempio… a quando Angel su Rai 2?).

Sul versante pellicole, si può dire e intravedere lo stesso indomito coraggio della scelta delle serie, titoli quali La banda Baader Meinorf stupendo film tedesco del 2008 di Uli Edel, o Valzer con Bashir di Ari Folman e Redacted di Brian De Palma tra i tanti sono specchio di una volontà dis-omologante sempre più forte.
Il digitale terrestre pur con tutti i limiti e problemi riscontrati in varie regioni, ha potuto portare alla nascita di questa peculiare e rivoluzionaria realtà.
Complimenti, davvero.

Davide Tarò.

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