RAINBOW

(Tit. Or: Nisha rokubo no shichinin) Giappone 2010, 26 episodi, Regia:Hiroshi Kojina, Character designer: Ai Kikuchi, tratto dall’omonimo manga di George Abe e Masasumi Kanizaki edito in Giappone da Shogakukan, Animazioni: MadHouse, canale NTV, Inedito in Italia.
“Senza la libertà e senza l’amore non possiamo che conoscere una vita da schiavi” George Abe

La serie anime più shonen del 2010.
Quello Shonen non edulcorato, ma di quello sano e robusto, eticamente corretto di Ikki Kajiwara/Buronson di Kenshiro o di Naoto Date, oppure di un Tetsuya Chiba e del suo Joe del domani (Rocky Joe), di quello “Shonen” che ti rimane il sangue sulle mani e non lo riesci più a togliere, e il sudore sulla fronte e le lacrime ribollenti che cadono, come pioggia battente che non vuole smettere.
Il manga dal quale è tratto il coraggioso anime è l’omonimo scritto da George Abe e Masasumi Kanizaki.

Abe, classe 1939 è uno scugnizzo che ha visto la guerra, è stato affiliato alla yakuza ed è stato incarcerato in un istituto correttivo che aveva solo tredici anni, nel 1969 si affilia alla Armata Rossa giapponese, gruppo estremista della destra storica, che partecipò ad attentati terroristici in Bangladesh, poi diventa assistente alla regia nei paesi bassi, riesce addirittura ad avere uno scontro con il celebre attore americano Robert Mitchum su una storia di prostituzione, ritornato in Giappone si mette a praticare la boxe come i suoi Rokurota e il suo Mario di Rainbow.
Mentre tira di boxe riesce a finire gli studi e trova impiego presso la Japan Air Lines dove diviene agente di volo, diventa commentatore di kickboxing alla radio e nel 1984 scrive un romanzo dove descrive la sua vita in prigione, e diventa best seller, vince il premio Shogakukan nel 2005 per il manga Rainbow.

La violenza sui minori detenuti, il 1955 in Giappone, dove sei ragazzini orfani vengono imprigionati e seviziati in tutte le maniere, ma i giovani intanto fanno conoscenza con un atro detenuto nella loro stessa cella e diventano sette, diverranno uniti come i colori dell’arcobaleno in una storia di amicizia che trascenderà gli anni e la morte: perché deve ritornare il sereno dopo un terribile temporale.

Il Giappone dell’immediato dopoguerra era pieno di orfani che venivano sfruttati e calpestati in un vortice capitalistico di un inseguimento costante del benessere che da lì a pochi anni il paese voleva e doveva assolutamente avere, anche a prezzo di sacrificare una intera generazione e tutte le tradizioni passate.
Come fu.

La destra storica (diversamente da quella di matrice europea), proprio questo disdegnava, ma i mezzi e i fini rapidamente si corrosero e travisarono negli anni.
Il character design diventa più “pulito” e “morbido” che nel manga di riferimento, Ai Kikuchi (Cowboy Bebop, Occult Academy, Iron Man, Kiba, Grenadier, Inuyasha) mette il suo tratto e la sua visione “femminile” al servizio di questa opera che gronda amicizia e cameratismo maschile fino al midollo, ricavandone una impressione più matura e stemperata diventando “altro” dal manga che pur l’ha generata.

La regia di Hiroshi Kojina (Grenadier,Nogami Neuro), dispiace constatarlo, ma non riesce ad essere all’altezza delle aspettative (grandissime) e della qualità del manga (altissima).Non è brutta e scialba nell’accezione classica del termine, e in alcuni passaggi forzatamente fuori inquadratura ( alcune scene forti presenti nel manga vengono solamente accennate) il dolore diventa ancora più insostenibile perché suggerito ed innominabile.

Il canale NTV ha rischiato davvero molto con questa serie di 26 episodi, ed ha vinto la sua scommessa; Rainbow è una serie anime che risolleva e rimette in gioco una posta in palio altissima: una serie finalmente non per tutti, fatta dannatamente bene ( lo studio Madhouse si sente) con un soggetto originale capitale.
La canzone iniziale ‘We’re not alone’ dei coldrain è forse troppo “annaquata” e “dolciastra” e il soggetto non lo merita proprio, mentre il pezzo finale dei Galneryus ‘A far-off distance’ non è piaciuto moltissimo e ha subito critiche anche sin troppo aspre, però la dipartita di Yama-B, cantante leader del gruppo è stata una perdita enorme.

http://www.ntv.co.jp/rainbow/

Davide Tarò.

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