RUMIKO TAKAHASHI La Regina Dei Manga
Di Susanna Scrivio, Collana Japan Files n°6, Iacobelli Editore, Settembre 2010, 130 pgg Bn/Col.
Rumiko Takahashi è davvero un‘autrice al quale il moderno anime fandom e l’industria animata devono molto.Rumiko è una mangaka che non ha gusti particolarmente shojo o mainstream, tutt’altro: alieni, boxeur, demoni cane, sirene, esperti di arti marziali cambia sesso, amministratrici di vecchie case, tutti personaggi che almeno a tavolino non piacciono proprio a “tutti”. Niente di più sbagliato, ogni titolo di Rumiko è stato amato transgenerazionalmente da molti otaku e da un pubblico, anche e soprattutto, casuale e non per forza specialistico.
La forza dell’autrice sta nei personaggi, e nel modo particolarmente stralunato di presentarli, tenendo sempre conto di quel lato nascosto, lugubre e ieratico al tempo stesso che solo la Takahashi riesce a riproporre in una certa maniera.
E da lì, nacquero delle produzioni animate dove singoli animatori, character designer e registi hanno fatto davvero la differenza, entro i limiti della poetica Rumikiana.
Solo un autore come Oshii Mamoru in Lamù (Uruseyatsura) ha fatto incredibilmente “sua” quella verve, quell’humus tutto Rumikiano, gli altri si sono limitati a fare bene il loro mestiere, molto bene.
Il volume possiede delle indubbie curiosità come l’approfondimento sulla planimetria delle case giapponesi (nel capitolo dedicato a Maison Ikkoku), e nello specifico sul ryokan, realizzato da un fan di nome Maurizio Berti e riprodotto nelle pagine interne, approfondimenti sulla religione e sui miti (Buddha e gli altri nel capitolo dedicato a One Pound Gospel, Leggende d’oriente per Lamù) o sulle tradizioni (Le terme giapponesi nel capitolo di Ranma ½), e Storia (Il periodo Sengoku in Inuyasha).
Per ogni serie vi è l’elenco completo degli episodi (per Ranma la doppia versione dei titoli per Telemontecarlo e l’allora Dynamic Italia), una breve descrizione e le schede dei personaggi, peccato per i titoli originali degli episodi, che in alcuni volumi di Japan Files pur ci sono stati, ma non è una mancanza di cui ci si sente fortemente la mancanza.
Come da tradizione, il volume ha una quantità molto vasta di immagini, molte a colori, con i cos player delle serie, con le riproduzioni dei modellini (vi è anche l’ultimissimo, quello di Lamù della Figma) e del merchandising più variegato.
Commercialmente il volume è interessantissimo perché grazie al discorso accentratore di Rumiko Takahashi in un numero vi sono ben tre pezzi da novanta come: Inuyasha, Lamù e Ranma1/2 che, forse, potevano essere presi in considerazione separatamente, anche in funzione delle serie tv non sempre catalogabili ed assimilabili in un paio di pagine.
Questo volume comunque, racconta molte curiosità ad un pubblico di interessati, e ripropone mettendole insieme in una veste più organica, “le gesta” ed il percorso artistico di una vera e propria regina dei manga.
Da segnalarsi come una delle poche monografie italiane su Rumiko Takahashi ( e sulle sue opere), assieme a quella pionieristica di Mario A.Rumor uscita nel 1997 e segnalata nella bibliografia.
Davide Tarò.