Porco Rosso
Kurenai No Buta, Giappone, 1992, Animazione, Regia e sceneggiatura: Hayao Miyazaki, 94 minuti, Distribuzione italiana: Lucky Red. Nei cinema italiani dal 12 novembre 2010.
Finalmente in Italia “Porco Rosso”, datato 1992…Probabilmente il film più “privato” di Miyazaki, quello che racchiude maggiormente gli elementi portanti e il cuore pulsante del suo pensiero artistico e umano. Al centro del film, come spesso avviene nelle storie del regista, una metamorfosi magica: da uomo, l’aviatore Marco Pagotto assume sembianze di maiale; il fatto accade durante la prima guerra mondiale, al termine di una cruenta battaglia, in un’atmosfera onirica e rarefatta, in cui il protagonista, nel suo aereo, tra le nubi, circondato dalle sembianze dei compagni aviatori morti, oltrepassa i confini del “reale”e, forse attraverso la morte, rinasce in un nuovo corpo “animale”.
Le vicende del film sono ambientate nel 1929: Pagotto, soprannominato Porco Rosso, sorvola abitualmente, con il suo idrovolante, i cieli dell’Adriatico, impegnato in vari incarichi, che lo vedono soprattutto fronteggiare i pirati dell’aria, predoni e sbruffoni, in avvicendamenti più giocosi che brutali e mai mortali. Siamo in piena epoca fascista e il nostro rifiuta di arruolarsi nell’Aeronautica del regime, preferendo “essere maiale piuttosto che fascista”.
Al centro del film due meravigliose figure femminili, altro elemento catalizzatore dell’opera del maestro: la bella e raffinata Gina, vedova di tre aviatori, innamorata, nonostante il suo aspetto, di Porco Rosso, innamorata da sempre, da quando erano ragazzi insieme, e che rappresenta il femminile sensuale e maturo, la donna pratica ma fedele al sogno, e Fio, diciassettenne progettista delle riparazioni dell’aereo di Porco, giovane entusiasta e talentuosa, così simile a Kiki, ad esempio, la quale incarna l’aspetto più acerbo ma spontaneo e felicemente incauto del femminile.
Tra battaglie, inseguimenti, incontri ammaliatori e scontri tra il serio e il faceto, si dipana il film, tributo appassionato all’Italia insieme post-bellica e pre-bellica – a tratti scaturita dell’immaginario hollywoodiano (si veda, ad esempio, la sequenza iniziale ambientata nel locale di Gina) – alla meccanica del volo e all’estetica del volo; contemplazione estatica di vicende epiche che celano una nostalgia verso ciò che era e sarebbe potuto essere; fedeltà a un sogno o alla sua illusione oltre i confini del tangibile. Il sodalizio finale delle due anime femminili garantisce la sopravvivenza del segreto e il prolungarsi nostalgico del sogno nelle terre ignote del mito .
Barbara Voltani