Il manifesto del cinema futurista
Il libro, mezzo assolutamente passatista di conservare e
comunicare il pensiero, era da molto tempo destinato a
scomparire come le cattedrali, le torri, le mura merlate,
i musei e l’ideale pacifista. Il libro, statico compagno
dei sedentari, degli invalidi, dei nostalgici e dei neutralisti,
non puo’ divertire ne esaltare le nuove generazioni futuriste
ebbre di dinamismo rivoluzionario e bellicoso.
La conflagrazione agilizza sempre piu’ la sensibilita’ europea.
La nostra grande guerra igienica, che dovra’ soddisfare tutte le
nostre aspirazioni nazionali, centuplica la forza novatrice della
razza italiana. Il cinematografo futurista che noi prepariamo,
deformazione gioconda dell’universo, sintesi alogica e fuggente
della vita mondiale, diventera’ la migliore scuola per i ragazzi:
scuola di gioia, di velocita’, di forza, di temerarieta’ e di eroismo.
Il cinematografo futurista acutizzera’, sviluppera’ la sensibilita’,
velocizzera’ l’immaginazione creatrice, dara’ all’intelligenza un
prodigioso senso di simultaneita’ e di onnipresenza.
Il cinematografo futurista collaborera’ cosi’ al rinnovamento generale
sostituendo la rivista (sempre pedantesca), il dramma (sempre previsto)
e uccidendo il libro (sempre tedioso e opprimente). Le necessita’
della propaganda ci costringeranno a pubblicare un libro di tanto
in tanto. Ma preferiamo esprimerci mediante il cinematografo, le
grandi tavole di parole in liberta’ e i mobili avvisi luminosi.
Col nostro manifesto “Il teatro sintetico futurista”, con le
vittoriose tournees delle compagnie drammatiche, Gualtiero Tumiati,
Ettore Berti, Annibale Ninchi, Luigi Zoncada, coi due volumi del
“Teatro sintetico futurista” contenenti 80 sintesi teatrali, noi
abbiamo iniziato in Italia la rivoluzione del teatro di prosa.
Antecedentemente un altro Manifesto futurista aveva riabilitato,
glorificato e perfezionato il “Teatro di varieta’”. E’ logico dunque
che oggi noi trasportiamo il nostro sforzo vivificatore in un’altra
zona del teatro: il “cinematografo”.
A prima vista, il cinematografo, nato da pochi anni, puo’ sembrare gi?
futurista cioe’ privo di passato e libero da tradizioni: in realta’,
esso, sorgendo come “teatro senza parole”, ha ereditate tutte le piu’
tradizionali spazzature del teatro tradizionale. Noi possiamo dunque
senz’altro riferire al cinematografo tutto cio’ che abbiamo detto e
fatto per il teatro di prosa. La nostra azione e’ legittima e necessaria,
in quanto il cinematografo fino ad’ oggi “e’ stato, e tende a rimanere
profondamente passatista”, mentre noi vediamo in esso la possibilita’
di un’arte eminentemente futurista “e il mezzo di espressione piu’
adatto alla plurisensibilita’ di un artista futurista”.
Salvo i films interessanti di viaggi, cacce, guerre, ecc., non hanno
saputo infliggerci che drammi, drammoni e drammetti passatissimi.
La stessa sceneggiatura che per la sua brevita’ e varieta’ puo’ sembrare
progredita, non e’ invece il piu’ delle volte che una pietosa e trita
“analisi”. Tutte le immense possibilita’ “artistiche” del cinema sono
dunque assolutamente intatte.
Il cinematografo e’ un’arte a se’. Il cinematografo non deve dunque mai
copiare il palcoscenico. Il cinematografo, essendo essenzialmente visivo,
deve compiere anzitutto l’evoluzione della pittura: distaccarsi dalla
realta’ della fotografia, dal grazioso e dal solenne. Diventare
antigrazioso, deformatore, impressionista, sintetico, dinamico,
parolibero.
OCCORRE LIBERARE IL CINEMATOGRAFO COME MEZZO DI ESPRESSIONE per farne
lo strumento ideale di UNA NUOVA ARTE immensamente piu’ vasta e piu’
agile di tutte quelle esistenti. Siamo convinti che solo per mezzo
di esso si potra’ raggiungere quella poliespressivita’ verso la quale
tendono tutte le piu’ moderne ricerche artistiche. Il cinematografo
futurista cerca appunto oggi la sinfonia poliespressiva che gia’ un
anno fa noi annunciavamo nel nostro manifesto: pesi, misure e prezzi
del genio artistico. nel film futurista entreranno come mezzi di
espressione gli elementi piu’ svariati: dal brano di vita reale alla
chiazza di colore, dalla linea alle parole in liberta’, dalla musica
cromatica e plastica alla musica di oggetti. Esso sara’ insomma pittura,
architettura, scultura, parole in liberta’, musica di colori, linee e
forme, accozzo di oggetti e realta’ caotizzata. Offriremo nuove
ispirazioni alle ricerche dei pittori i quali tendono a forzare i
limiti della letteratura marciando verso la pittura, l’arte dei rumori
e gettando un meraviglioso ponte tra la parola e l’oggetto reale.
I nostri films saranno:
1. ANALOGIE CINEMATOGRAFICHE usando la realta’ direttamente come
uno dei due elementi dell’analogia. Esempio: Se vorremo espri_
mere lo stato angoscioso di un nostro protagonista invece di
descriverlo nelle sue varie fasi di dolore daremo un’equivalente
impressione con lo spettacolo di una montagna frastagliata e
cavernosa.
I monti, i mari, i boschi, le citta’, le folle, gli eserciti, le
squadre, gli aereoplani, saranno spesso le nostre parole
formidabilmente espressive: “L’universo sara’ il nostro vocabolario. Esempio: Vogliamo dare un esempio di stramba allegria:
rappresentiamo un drappello di seggiole che vola scherzando
attorno ad un enorme attaccapanni sinche’ si decidono ad
attaccarcisi. Vogliamo dare una sensazione di ira: frantumiamo
l’iracondo in un turbine di pallottole gialle. Vogliamo dare
l’angoscia di un Eroe che perde la fede nel defunto scetticismo neutrale: rappresentiamo l’Eroe nell’atto di parlare ispirato
ad una moltitudine: facciamo scappar fuori ad un tratto
Giovanni Giolitti che gli caccia in bocca a tradimento una
ghiotta forchettata di maccheroni affogando la sua alata
parola nella salsa di pomodoro.
Coloriremo il dialogo dando velocemente e simultaneamente
ogni immagine che attraversi i cervelli dei personaggi. Esempio: rappresentando un uomo che dira’ alla sua donna: sei bella come una gazzella, daremo la gazzella.-Esempio: Se un
personaggio dice: Contemplo il tuo sorriso fresco e luminoso
come un viaggiatore contempla il mare dall’alto di una montagna,
daremo viaggiatore, mare, montagna.
In tal modo i nostri personaggi saranno perfettamente comprensi_
bili come se parlassero.
2. POEMI, DISCORSI E POESIE CINEMATOGRAFATI. Faremo passare tutte
le immagini che li compongono nello schermo.
Esempio: “Canto dell’amore” di Giosue’ Carducci:
“Da le rocche tedesche appollaiate
si’ come falchi a meditar la caccia…”
Daremo le rocche, i falchi in agguato.
“Da le chiese che al ciel lunghe levando
marmoree braccia pregano il Signor.”
…
“Da i conventi tra i borghi e le cittadi
cupi sedenti al suon de le campane
come cuculi tra gli alberi radi
cantanti noie ed allegrezze strane.”
Daremo le chiese che a poco a poco si trasformano in donne
imploranti, Iddio che dall’alto si compiace, daremo i conventi,
i cuculi, ecc.
Esempio: Sogno d’estate di Giosue’ Carducci:
“Tra le battaglie, Omero, nel carme tuo sempre sonanti
la calda ora mi vinse: chinommisi il capo tra ‘l sonno
in riva di Scamandro, ma il cor mi fuggi’ su ‘l Tirreno.”
Daremo Carducci circolante tra il tumulto degli Achei che evita
destramente i cavalli in corsa, ossequia Omero, va a bere con
Aiace all’osteria dello Scamandro Rosso e al terzo bicchiere
di vino il cuore di cui si devono vedere i palpiti gli sbotta
fuori dalla giacca come un enorme pallone rosso sul golfo di
Rapallo. In questo modo noi cinematografiamo i piu’ segreti
movimenti del genio.
Ridicolizzeremo cosi’ le opere dei poeti passatisti, trasformando
col massimo vantaggio del pubblico le poesie piu’ nostalgicamente
monotone e piagnucolose in spettacoli violenti, eccitanti ed
esilarantissimi.
3. SIMULTANEITA’ E COMPENETRAZIONI di tempi e di luoghi CINEMATOGRAFATE.
Daremo nello stesso istante-quadro due o tre visioni differenti
l’una accanto all’altra.
4. RICERCHE MUSICALI CINEMATOGRAFATE (dissonanze, accordi, sintonie di
gesti fatti, colori, linee, ecc.).
5. STATI D’ANIMO SCENEGGIATI E CINEMATOGRAFATI.
6. ESERCITAZIONI QUOTIDIANE PER LIBERARSI DALLA LOGICA CINEMATOGRAFATE
7. DRAMMI D’OGGETTI CINEMATOGRAFATI (oggetti animati, umanizzati,
truccati, vestiti, passionalizzati, civilizzati, danzati).
Oggetti tolti dal loro ambiente abituale e posti in una condizione
anormale che, per contrasto, mette in risalto la loro stupefacente
costruzione e vita non umana.
8. VETRINE D’IDEE, D’AVVENIMENTI, DI TIPI, D’OGGETTI, ECC.
CINEMATOGRAFATI.
9. CONGRESSI, FLIRTS, RISSE E MATRIMONI DI SMORFIE, DI MIMICHE, ECC.
CINEMATOGRAFATI. Esempio: Un nasone che impone il silenzio a mille
dita congressiste scampanellando un orecchio, mentre due baffi
carabinieri arrestano un dente.
10. RICOSTRUZIONI IRREALI DEL CORPO UMANO CINEMATOGRAFATE.
11. DRAMMI DI SPROPORZIONI CINEMATOGRAFATE (un uomo che avendo sete
tira fuori una minuscola cannuccia la quale si allunga
ombellicamente fino ad un lago e lo asciuga di colpo).
12. DRAMMI POTENZIALI E PIANI STRATEGICI DI SENTIMENTI CINEMATOGRAFATI
13. EQUIVALENZE LINEARI PLASTICHE, CROMATICHE, ECC. di uomini, donne,
avvenimenti, pensieri, musiche, sentimenti, pesi, odori, rumori
CINEMATOGRAFATI (daremo con delle linee bianche su nero il ritmo
interno e il ritmo fisico d’un marito che scopre sua moglie adultera
e insegue l’amante, ritmo dell’animo e ritmo delle gambe).
14. PAROLE IN LIBERTA’ CINEMATOGRAFATE (tavole sinottiche di valori
lirici – drammi di lettere umanizzate o animalizzate – drammi
ortografici – drammi tipografici – drammi geometrici – sensibilita’
numerica, ecc.).
Pittura + scultura + dinamismo plastico + parole in liberta’ +
intonarumori + architettura + teatro sintetico = Cinematografia
futurista.
SCOMPONIAMO E RICOMPONIAMO COSI’ L’UNIVERSO SECONDO I NOSTRI
MERAVIGLIOSI CAPRICCI, per centuplicare la potenza del genio
creatore italiano e il suo predominio assoluto nel mondo
Milano, 11 Settembre 1916 F.T.Marinetti Bruno Corra
E.Settimelli Arnaldo Ginna
G.Balla Remo Chiti
FUTURISTI