DANCE IN THE VAMPIRE BUND

Anime, Giappone 2010, episodi 12, Regia: Akiyuki Shinbo, Character Design: Naoyuki Konno, Musiche: Akio Dobashi, Animazioni Shaft, Disponibile in versione italiana (sottotitolata) sul canale youtube di DYNIT http://www.youtube.com/dynitchannel#p/u

Il manga originale di Nozomu Tamaki del 2006 (edito da Ronin Edizioni in Italia) ha ora una versione animata da gennaio di quest’anno.

La regia è di Akiyuki Shinbo, già visto nei non eccelsi oav di Le portrait de petite Cosette (editi da Kaze per lo stivale) tratti dall’ omonimo manga pubblicato in Italia da Star Comics.

Inizia davvero bene questo anime, durante una tipologia di trasmissione televisiva così in voga in Giappone, un inizio particolarissimo per una produzione animata, tutto parlato e chiacchierato come in un talk show dove esperti del nulla parlano per ore di fatti di cui non sono neanche minimamente a conoscenza (nello specifico: l’esistenza dei vampiri).

Solo nel finale dell’episodio la piccola regina vampira  Mina Tepes ( dalla forma di ninfetta che risveglia i sentimenti ‘moe’, cioè di protezione fraterna e paterna dei maschietti) dopo essere stata nascosta tra il pubblico dello studio, si presenta finalmente al mondo in diretta televisiva, dichiarando di aver acquistato legalmente dal Giappone una piccola isoletta dove vuole far vivere il suo popolo in armonia con la razza umana.

Naturalmente non tutti nelle diverse fazioni, sia umana sia vampirica, saranno d’accordo, creando forti tensioni.

La storia prosegue parallelamente con la presentazione del personaggio di Akira, un ragazzo che aveva incontrato Mina quando era bambina ma di cui ora non si ricorda più nulla.

Mina, innamorata del ragazzo, decide di rincontrarlo e di fare di tutto per vivere nel suo contesto sociale, ben presto Akira si ricorderà di essere il suo protettore, facente parte di un gruppo di lupi mannari atti a dover difendere la regina, ma il giovane licantropo non è solo conteso dalla ragazzina vampiro.

Fan service ce n’è eccome, e tanto, nelle scene di combattimento quando si vede la biancheria intima della piccola regina, pizzi e vario armamentario suadente come si confà con le gothic lolite, il character design di Konno proveniente dall’anime Kikaider, è assai morbido nella figura di Mina, mentre per Akira diventa spigoloso e longilineo tanto per affermarne l’aria shonen, da ragazzo.

Una serie da gustare una volta a settimana grazie a Dynit che prova a mandare avanti la distribuzione degli anime, e proiettarla verso un futuro che gli altri paesi hanno già.

Fate un salto nel canale Youtube di Dynit, ci saranno molte sorprese (Noein, Evangelion, Beck con doppiaggio italiano).

E’ un inizio.

L’Italia, grazie all’immobilismo storico durato troppi anni (fatali) di alcune case distributrici italiane quali la Dvisual di Marostica e la milanese Yamato Video,  che ora, alleluja! Si è svegliata facendo un accordo con SKY per il canale satellitare Man-ga con semplicemente una decina d’ anni di ritardo nei confronti di un canale francese satellitare Mangas per esempio!  E ad altrettanti buoni accordi con las Dolmen per una distribuzione capillare della sua grande (e pur interessante) library, è ormai ben distante dai tempi in cui si poteva definire pioniera indiscussa nella distribuzione dei nuovi anime.

Molto, molto distante, basta contare i nuovi anime tradotti che arrivano in Francia per esempio, e quelli che arrivano in Italia in un anno.

Toccherà a case di buona volontà invertirne la tendenza e svecchiarne la distribuzione.

Kaze, la londinese The licensing Machine (senza più PaniniVideo) e Dynit sono in ascolto.

Davide Tarò.

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