Cinema e ceci

Sofia Scandurra

CINEMA E CECI, Romanzo verità sul mondo dello spettacolo.

Iacobelli, pag 290, collana Frammenti di Memoria, Euro 16,50.

Questo romanzo memoria di vita di cinema italiano di una donna (che  penso preferisca essere chiamata Michela) che il cinema l’ha vissuto, il cinema italiano dell’epoca d’oro, l’ha attraversato senza mai farne davvero parte, è essenziale per ogni cinefilo al quale piace leggere buona narrativa.

Leggendo questo sentito pezzo di cuore, la scrittrice, che sembra una ragazzina per la freschezza e l’entusiasmo con la quale condivide una buona fetta di vita (che nel suo caso è cinematografica allo stato puro) con il lettore, personalità quali Dario Argento, Mario Camerini, Adriano Celentano, Danilo Donati, Federico Fellini, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Mariangela Melato,  Michele Placido, Stefania Sandrelli, Alberto Sordi, Luigi Zampa, Gian Maria Volonté e molti altri, ci si sente parte di un mondo diverso.

Il mondo del cinema italiano.

Una parte di mondo.

Sofia Scandurra è stata aiuto regista dal 1962, nel 1978 dirige il suo primo film ‘Io sono Mia’ tratto dal romanzo di Dacia Maraini Donne in guerra.

Dal 1980 insegna sceneggiatura e regia cinematografica all’Istituto Scienze cinematografiche a Firenze, alla Sapienza a Roma ed al centro Sperimentale, mentre dal 1990 dirige la Libera università del cinema fondata da Cesare Zavattini nel 1983 dalla casa così cara di famiglia sotto i tigli dell’autrice, e tutto questo non basterebbe a descriverla ancora.

Pur non conoscendola personalmente, la lettura di questo lucido e numinoso libro fa conoscere al lettore (soprattutto cinefilo) una persona con la quale sarebbe bello uscire a bersi una birra insieme, percorrendo insieme a lei i moti dell’anima e della pellicola in acetato e della vita che il più delle volte sono cose molto simili a ben vedere.

“ Iddio deve aver creato il mare un giorno che si sentiva molto allegro” diceva la nonna di Michela.

“-Il mare!- Gridavo contenta e voi, con il vostro cinismo infantile a commentare – Sembra che lo vedi per la prima volta!-“  ci dice Michela, l’Io narrante di Sofia in un meraviglioso corto circuito meta-cinematografico che fa incontrare nella mia mente per arcane armonie la leggenda in cui si diceva che la mamma di un produttore cinematografico  hollyoodiano  che non aveva mai potuto muoversi di casa disse commossa al figlio ricordando una pellicola che aveva visto in gioventù: “Una volta vidi il mare alla Paramount”.

Sofia/Michela, io ho visto il cinema italiano grazie a te.

Davide Tarò.

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