Il Cinema dell’ex Germania dell’Est

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Un mondo parallelo tra regime e regia
Dal 6 al 10 ottobre al Cinema Trevi, tutte le sere alle 21.00, un ciclo dedicato ai grandi capolavori della DEFA

Il Goethe-Institut Rom, in collaborazione con la Fondazione DEFA, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e l’associazione culturale La Farfalla sul Mirino, presenta una selezione di film della ex Germania Est, capace di tracciare un ritratto composito e stimolante di un mondo cinematografico quanto mai ricco di contraddizioni, ma anche di autori di talento e pellicole straordinarie. Il ciclo proposto al Cinema Trevi dal 6 al 10 ottobre ogni sera alle 21.00 ha per protagonisti “Bambini e giovani”, quelli che all’epoca della RDT erano destinatari privilegiati di una grande attenzione educativa e al tempo stesso di un vero e proprio indottrinamento politico. Muovendosi in una prospettiva ampia, che spazia dai film commissionati dal regime (Wer die Erde liebt, curioso documentario su una Festa della Gioventù che somiglia a una piccola Woodstock socialista) a opere considerate all’epoca quasi eversive per i loro contenuti (Coming Out, primo e unico film tematica gay realizzato in Germania Est), la rassegna mette fuoco il mondo giovanile nella sua ansia di emancipazione, nei suoi problemi quotidiani, nei rapporti con la cultura occidentale, negli attriti con una società politicamente chiusa. Seguendo sempre, com’è ovvio, il filo rosso del grande cinema e di cineasti da riscoprire che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema tedesco.
Il ciclo, presentato rigorosamente in pellicola 35mm e in versione originale con sottotitoli italiani, fa parte di una più ampia manifestazione dedicata ai vent’anni della caduta del Muro di Berlino organizzata dal Goethe Institut www.goethe.de/roma

Cinema Trevi – Cineteca Nazionale
Vicolo del Puttarello, 25 – Roma
ingresso: 4,00 euro intero; 3,00 euro ridotto

PROGRAMMA

martedì 6
ore 21.00
Ich war neunzehn (Avevo diciannove anni, 1968)
Regia: Konrad Wolf; soggetto e sceneggiatura: K. Wolf, Wolfgang Kohlhaase; fotografia: Werner Bergmann; scenografia: Alfred Hirschmeier; costumi: Werner Bergemann; montaggio: Evelyn Carow; interpreti: Jaecki Schwarz, Vasili Livanov, Aleksei Ejbozhenko, Galina Polskikh, Rolf Hoppe, Wolfgang Greese; origine: Repubblica Democratica Tedesca; produzione: DEFA; durata: 115′
Berlino, 1945. Il tedesco Gregor Hecker, appartenente a un’unità di ricognizione sovietica, torna in Germania negli ultimi giorni della guerra e vive un doloroso processo di riavvicinamento a un popolo a lui ormai estraneo. Per la prima volta i  tedeschi del ’45 non vengono suddivisi a priori in combattenti della resistenza e fascisti, ma sono rappresentati attraverso le forti differenze del loro vissuto e delle loro motivazioni personali. Basato sulle esperienze autobiografiche del regista, il film è uno dei capolavori assoluti della storia del cinema tedesco, capace di porsi al tempo stesso come cronaca struggente della guerra e appassionante romanzo di formazione del giovane protagonista. Memorabile la fotografia in bianco e nero di Werner Bergmann.
Versione originale con sottotitoli italiani

mercoledì 7
ore 21.00
Wer die Erde liebt (Chi ama la terra, 1973)
Regia: Uwe Belz, Jürgen Böttcher, Joachim Hellwig, Harry Hornig; soggetto e sceneggiatura: J. Böttcher, J. Hellwig; fotografia: Christian Lehmann, Hans-Eberhard Leupold, Michael Lösche, Hans Moser, Thomas Rosié; montaggio: Charlotte Beck, Ursula Walter; origine: Repubblica Democratica Tedesca; produzione: DEFA; durata: 69′
Realizzato da un collettivo di registi, è il film ufficiale sul Festival mondiale della gioventù e degli studenti che la RDT organizzò nel 1973 nel settore est di Berlino. Malgrado faccia riferimento a precisi compiti propagandistici e si muova in un’evidente contraddizione tra il cosmopolitismo sbandierato e la rigidità della situazione reale del paese, il film riesce a trasmettere l’atmosfera di risveglio della cultura giovanile dell’epoca, in una sorta di affascinante piccola Woodstock dell’Est. Tra i registi spicca il nome di Jürgen Böttcher, già autore del celeberrimo (e censuratissimo) Jahrgang ’45, nonché futuro regista di Die Mauer (1991), uno dei migliori documentari mai realizzati sul muro di Berlino.
Versione originale con sottotitoli italiani

giovedì 8
ore 21.00
Sabine Kleist, 7 Jahre (Sabine Kleist, 7 anni, 1982)
Regia: Helmut Dziuba; soggetto e sceneggiatura: H. Dziuba; fotografia: Helmut Bergmann;scenografia: Heinz Röske; costumi: Evelyn Beuke; musica: Christian Steyer; montaggio: Barbara Simon; interpreti: Petra Lämmel, Simone von Zglinicki, Martin Trettau, Petra Barthel, Dietmar Bauschke, Ivaar Beer; origine: Repubblica Democratica Tedesca; produzione: DEFA; durata: 72′
Sabine scappa dall’orfanotrofio lo stesso giorno in cui la sua educatrice Edith entra in astensione obbligatoria dal lavoro per maternità. Per diversi giorni vaga da sola per la Berlino Est dei primi anni Ottanta, prima di costituirsi alla polizia e fare ritorno all’orfanatrofio. La sua evasione, tuttavia, rimarrà un viaggio di iniziazione capace di cambiarla per sempre. Film di grande impatto emotivo, narrato con ricchezza di dettagli psicologici da un regista da sempre attento al mondo dell’infanzia, che attraverso la prospettiva dei bambini riesce come pochi a svelare le contraddizioni degli adulti.
Versione originale con sottotitoli italiani

venerdì 9
ore 21.00
Sieben Sommersprossen (Sette lentiggini, 1978)
Regia: Herrmann Zschoche; soggetto e sceneggiatura: Christa Kozik, H. Zschoche; fotografia: Günter Jaeuthe; scenografia: Harry Leupold; costumi: Isolde Warczycek; musica: Gunther Erdmann, Peter Gotthardt; montaggio: Rita Hiller; interpreti: Kareen Schröter, Harald Rathmann, Christa Löser, Evelyn Opoczynski, Jan Bereska, Barbara Dittus; origine: Repubblica Democratica Tedesca; produzione: DEFA; durata: 79′
Due adolescenti, Karoline e Robby, si ritrovano in colonia durante le vacanze estive. Tra loro scoppia l’amore, che però viene fortemente contrastato da invidie, intrighi e dalla severità di una direttrice fredda e incapace di comprendere il sentimento che lega i due ragazzi. Il film racconta in modo credibile e coinvolgente una storia d’amore adolescenziale (anche grazie all’erotismo di alcune scene che all’epoca ruppe diversi tabù), ma quello che emerge in modo altrettanto evidente è il ritratto dell’universo giovanile della RDT in un periodo fortemente politicizzato e di profonde tensioni sociali.
Versione originale con sottotitoli italiani

sabato 10
ore 21.00
Coming out (1989)
Regia: Heiner Carow; soggetto e sceneggiatura: Wolfram Witt; fotografia: Martin Schlesinger; scenografia: Regina Fritzsche, Georg Wratsch; costumi: Regina Viertel; musica: Stefan Carow; montaggio: Evelyn carow; interpreti: Matthias Freihof, Dagmar Manzel, Dirk Kummer, Michael Gwisdek, Werner Dissel, Gudrun Ritter; origine: Repubblica Democratica Tedesca; produzione: DEFA; durata: 112′
Quando incontra Matthias, per Philipp è colpo di fulmine: adesso sa chi ha aspettato per tutta la vita. Ma a mettersi fra loro c’è Tania, che ama Philipp e aspetta un figlio da lui, e ci sono i pregiudizi della società nei confronti dei rapporti omosessuali. Orso d’argento al Festival di Berlino, Coming Out è un’opera epocale, essendo il primo e unico film a tematica gay realizzato nella RDT, non a caso proiettato per la prima volta proprio la sera della caduta del muro, il 9 novembre 1989. Puntuale nella descrizione della scena gay underground di Berlino Est (di cui lo stesso regista faceva parte), a vent’anni di distanza rimane un film di grande modernità, capace ancora di appassionare e commuovere.
Versione originale con sottotitoli italiani

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