HIGURASHI NO NAKU KORO NI

Higurashi_no

Serie di 26 episodi.
Giappone 2006.
Soggetto originale: Seventh Expansion.
Regia: Chiaki Kon.
Sceneggiatura: Toshifumi Kawase.
Character design: Kyuta Sakai.
Musiche: Kenji Kawai.
Animazioni: Studio Deen.
Inedito in Italia.

 Il titolo in italiano verrebbe tradotto  grosso modo così: “Quando urlano le cicale”.

Le musiche della sigla iniziale, cantate da Eiko Shimamiya e Rekka Katakiri, sussurrano soavemente, insistentemente  ed inquietamente proprio questo:

Higurashi no naku koro ni… Higurashi no naku koro ni…

Questo anime imprescindibile mette lucidamente in mostra come l’animazione giapponese si generi per gemmazione su diversi media già coesistenti, e in pratica il risultato sia indipendente dal media che pur li ha generati.

Risultato molto interessante, e originale, per forma e contenuti.

La storia è l’adattamento di un dojin, una serie di visual novel, dove la storia segue e si evolve a seconda dei dialoghi che il giocatore sceglie di volta in volta nelle varie situazioni.

La serie anime ne è un adattamento, un remake, una revisione.

Il giovane Keiichi si è trasferito da poco nel paesino montano di Hanamizawa, qui trova una atmosfera idilliaca e quattro ragazzine con cui fa subito amicizia: Mion, la dolce Rena, insieme a due bambine, molto mature per la loro giovane età, Satoko e Rika.

Durante i festeggiamenti della festa del paese, Watanagashi, dove viene venerata la divinità locale chiamata Oyashiro Sama, una persona scompare ed un’altra viene trovata morta, ogni anno.

Questa viene chiamata, sottovoce, dai paesani “la maledizione del monaco”.

Keiichi scoprirà che le sue nuove amiche non sono estranee al tutto, e che qualche anno prima, il villaggio doveva essere sommerso da un maledetto progetto di una diga, finito nel sangue…

Quando il ragazzo scopre questo, le ragazze sembrano cambiare bruscamente carattere e modi.

La serie, genialmente, si sviluppa per archi narrativi, il primo, che prende i primi sei episodi, semplicemente sembra finire con i ragazzi che si massacrano allegramente a vicenda.

Poi si è agghiacciantemente sorpresi quando si guarda il settimo episodio:

Tutti i personaggi è come non avessero mai fatto nulla, nessuno ricorda nulla, un nuovo inizio.

Altri sei episodi e il gioco continua…

In realtà vi è una logica in tutto questo, ma la si scopre solo nel finale, nelle decisioni di Keiichi, usando l’intuito e l’attenzione più affilata.

Il character design di Kyuta Sakai, proveniente dalla serie Strawberry Marshmallow, è qualcosa che di più fuorviante non può esistere, il kawai, il design moe, le situazioni narrative tra le ragazzine amate da certo tipo di otaku, sembra tutto che vada verso una direzione regolare, mainstream…

Ma così non è, se per più di metà episodio del primo, si pensa di essere nel kawai otaku più profondo, e anche un po’ stupidino e frivolo, poi tutto decolla verso direzioni incredibilmente angoscianti.

Giovani ragazzine kawaii con in mano asce insanguinate.

Chiaki Kion si è fatto le ossa con la serie Midori Days, qui dà il suo massimo per conservare l’orrore, la paura  e il senso ottundente di malsanità che attanaglia ogni episodio.

A produrre c’è lo Studio Deen, già all’opera in serie quali Fruit Basket e Sei in Arresto!

Il pregevole formato 16/9 sembra ormai una promessa mantenuta per ogni nuovo anime, in realtà questo formato in questa serie permette di sfruttare appieno visivamente gli scenari montani e bucolici del paese di Hinamizawa, vedere al tramonto le vie che finiscono nell’erba con quel licore giallo luminescente è davvero capitale.

Sono stati prodotti inoltre 2 oav del 2008 e due film live del 2008 e del 2009 (vedere sito www.neoneiga.it nelle news).

Assolutamente da vedere e rivedere, con i brividi insistemente sulla schiena.

Questo è anime!!!!

 

Davide Tarò di neo(N)eiga.

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