Printemps du cinéma français

rabah

Cineteca nazionale – cinema Trevi 6 edizione da martedì 14 aprile a giovedì 22 aprile 2009
Rouge Cinéma: retrospettive su Rabah Ameur-Zaïmeche e Laurent Cantet
da sabato 18 a lunedì 20 incontri con Rabah Ameur-Zaïmeche
tutte le sere dopo l’ultima proiezione

Nell’ambito della sesta edizione del Printemps du cinéma français, il cinema
Trevi ospita la retrospettiva Rosso cinema, dedicata al nuovo cinema di
impegno politico e sociale, con la presenza del cineasta Rabah
Ameur-Zaïmeche.

Il cinema Trevi è il cuore della Primavera del cinema francese. Esso è il
suo cuore storico ma anche il suo cuore, per così dire, ideologico e
militante. Sei anni fa si svolgeva in questa sala la prima edizione di
questo festival, che da allora in poi è costantemente cresciuto estendendosi
ad altre sale romane. Quest’anno il festival è presente anche alla sala
Michel Piccoli di Villa Medici – con la rassegna Il Cinema sconfina, film in
anteprima sul confine tra finzione e documentario – e al cinema Farnese –
con Vive le cinéma!, selezione di film in anteprima che rispecchiano la
diversità e la vitalità del cinema francese.
Al cinema Trevi la retrospettiva è stata costruita e pensata intorno al
cineasta algerino Rabah Ameur-Zaïmeche. Un autore molto speciale. Per prima
cosa si tratta di un cineasta politico, che con i suoi tre film ha già
rivoluzionato il genere del cinema di banlieue come non avveniva da L’odio
(La Haine) di Mathieu Kassovitz. In che cosa consiste questa rivoluzione? In
primo luogo si tratta di un cinema estremamente esigente dal punto di vista
estetico. Un cinema radicale, che si esprime attraverso una profonda ricerca
formale. E al tempo stesso di un cinema personale, dove il regista si mette
in gioco in prima persona, recitando il ruolo principale, raccontando una
storia che non si allontana mai dalla concretezza del quotidiano. Uno
sguardo doppio, formalista da un lato, realista dall’altro che non è se non
un modo per esprimere un punto di vista tragico sul mondo dell’immigrazione
araba in Francia. Tragico e dunque anche lirico. Ecco la rivoluzione che
Rabah Ameur-Zaimeche incarna perfettamente. Un cinema politico il cui dramma
è espresso con una voce lirica.
Allargando lo sguardo, il regista di Dernier Maquis interpreta anche una
tendenza che, con alcune differenze, a volte molto importanti, caratterizza
molti cineasti francesi contemporanei, alcuni dei quali sono già stati
presentati nelle edizioni passate della Primavera. In questa edizione il
pubblico ritroverà Xavier Beauvois col film, Selon Matthieu. Una storia
operaia che ha molto in comune con Risorse umane (Ressources Humaines) di
Laurent Cantet, di cui quest’anno siamo felicissimi di presentare un vero e
proprio panorama. La sua Palma d’oro, La Classe (Entre les murs), in
versione originale con i sottotitoli in italiano (è l’altro nostro impegno
militante, diffondere solo film in lingua originale), più i precedenti: Les
Sanguinaires (1997), Risorse umane (2000), A tempo pieno (2001). Per finire,
un cineasta scoperto recentissimamente, secondo la stampa francese uno degli
autori contemporanei di maggiore talento: Tariq Teguia con il suo primo
lungometraggio, il road movie, la ballata neo beat di due giovani assetati
di libertà, Rome plutôt que vous.
Il Festival Primavera del cinema francese è prodotto dall’Associazione
Regards/Sguardi, in collaborazione con il Servizio culturale dell’Ambasciata
di Francia in Italia, in collaborazione con il Centro Sperimentale di
Cinematografia – Cineteca Nazionale e l’Académie de France à Rome – Villa
Medici.
Il programma completo è anche disponibile sul sito www.france-italia.it
Proiezioni a ingresso gratuito

sabato 18
ore 17.00
Selon Matthieu (Secondo Matteo, 2000)
Regia: Xavier Beauvois; soggetto e sceneggiatura: Cédric Anger, X. Beauvois,
Catherine Breillat; fotografia: Caroline Champetier; montaggio: Christophe
Nowak; interpreti: Nathalie Baye, Benoît Magimel, Antoine Chappey, Fred
Ulysse, Jean-Marie Winling, Françoise Bette; origine: Francia; produzione:
Les Films Alain Sarde, Carello Productions, Procirep, Why Not Productions,
Arte France Cinéma, Canal +, Centre National de la Cinématographie; durata:
105′
Matthieu (Benoît Magimel) decide di vendicare il padre, operaio licenziato
per un nonnulla dalla fabbrica dove ha lavorato per vent’anni. Dopo aver
cercato aiuto, in vano, presso i sindacati, decide di sedurre Claire
(Nathalie Baye), la moglie del padrone, pensando in tal modo di «fottere la
classe padrona».
Il terzo lungometraggio di Xavier Beauvois è elegante ed implacabile.
All’uscita del film è stato detto che, con il personaggio di Matthieu,
Beauvois abbia inventato l’età adulta del ragazzino di Ladri di Biciclette.
Il film è stato selezionato in competizione ufficiale alla Mostra
internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2000. Vietato ai minori
di anni 18

ore 19.00
Ressources humaines (Risorse umane, 1999)
Regia: Laurent Cantet; soggetto e sceneggiatura: L. Cantet, con la
collaborazione di Gilles Marchand; fotografia: Matthieu Poirot-Delpech;
montaggio: Robin Campillo, Stephanie Leger; interpreti: Jalil Lespert,
Jean-Claude Vallod, Chantal Barré, Véronique de Pandelaère, Michel Begnez,
Lucien Longueville; origine: Francia/Gran Bretagna; produzione: Haut et
Court, Bbc, La Sept Art, Procirep, Unite de Programmes Fictions Pierre
Chevalier, Centre National de la Cinématographie; durata: 100′
Il film che ha fatto conoscere Laurent Cantet in Francia e consacrato
definitivamente Jalil Lespert (già ne Les Sanguinaires) al mestiere
d’attore. Frank arriva nella fabbrica dove il padre operaio lavora da sempre
per uno stage universitario che riguarda l’applicazione della legge sulle 35
ore. Pieno di buone intenzioni, mette il suo talento al servizio della
direzione, credendo di poter applicare dei principi in cui crede. In realtà,
le 35 ore sono il paravento dietro il quale il padrone prepara una
ristrutturazione che comprende, tra l’altro, il licenziamento del padre di
Frank.
Il film è stato presentato in Selezione Ufficiale al Festival Internazionale
di Torino nel 1999.

ore 21.00
Dernier maquis (All’ultima macchia, 2008)
Regia: Rabah Ameur-Zaïmeche; soggetto e sceneggiatura: R. Ameur-Zaïmeche,
Louise Thermes; fotografia: Irina Lubtchansky; musica: Sylvain Rifflet;
musica: Sylvain Rifflet; montaggio: Nicolas Bancilhon; interpreti: Christian
Milia-Darmezin, Salim Ameur Zaïmeche, Abel Jafri, Sylvain Roume, Larbi
Zekkour, R. Ameur-Zaïmeche; origine: Francia/Algeria; produzione: Sarrazink
Productions, Unifrance Films, Centre National de la Cinématographie; durata:
93′
Mao (R. Ameur-Zaimeche), padrone di una ditta riparazioni di piattaforme per
muletti, decide di allestire un luogo di preghiera per i propri operai
musulmani. La buona azione nasconde l’intenzione di controllarli attraverso
la religione. Quando Mao cerca di imporre un Imam di suo gradimento, scoppia
il conflitto.
Il terzo film di Rabah Ameur-Zaimeche mescola con grande intelligenza
estetismo e radicalità politica. Marx ha ricostruito la fenomenologia del
Capitale partendo dall’elemento più semplice: la merce. Rabah radicalizza il
principio. Il mattone formale del film sono le palanche di legno, su cui
passano tutte le merci del mondo globalizzato. “Maquis” vuol dire arbusto,
boscaglia. Durante l’occupazione tedesca, il termine indicava i rifugi di
montagna dei partigiani.
Il film è stato selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di
Cannes 2008. Vietato ai minori di anni 18

a seguire
incontro con Rabah Ameur-Zaïmeche

domenica 19
ore 17.00
Mafrouza – Oh la nuit! (2007)
Regia: Emmanuelle Demoris; fotografia: E. Demoris; montaggio: Claire
Atherton; origine: Francia; produzione: Les Films de la Villa, La Vie Est
Belle Films Associés, Le Fresnoy Studio National des Arts Contemporains;
durata: 140′
Primo episodio d’un film in cinque parti che racconta la vita di alcune
persone del quartiere di Mafrouza ad Alessandria durante un periodo di due
anni. Mafrouza – Oh la nuit! è l’arrivo e l’emozione del primo incontro con
la gente di Mafrouza, in occasione di una visita archeologica. Dopo una
festa di matrimonio, il rito dell’ingresso che ci fa tuffare nella frenesia
gioiosa e tesa del quartiere, scopriamo svariate persone, prendendoci il
tempo di avvicinarci, per essere proprio con loro. Impegnate in una vita
dura e precaria, riescono a ridere e ad avere premure nei confronti
dell’altro, testimoniando un’incredibile forza di vivere ed una sorta di
folle attitudine alla felicità. Il film d’Emmanuelle Demoris mostra il modo
in cui la gente di Mafrouza ricorre alla fantasia per trasformare la vita
quotidiana al fine di renderla sopportabile. Vietato ai minori di anni 18

ore 19.30
Rome plutôt que vous(Roma piuttosto che voi, 2008)
Regia: Tariq Teguia; soggetto e sceneggiatura: T. Teguia; fotografia: Nasser
Medjkane, Hacène Aît Kaci; montaggio: Andrée Davanture, Rodolphe Molla;
musica: El Hachemi L’Kerfaoui Tchamba, Archie Shepp, Cheb Azzedine, Ornette
Coleman; interpreti: Samira Kaddour, Rachid Amrani, Ahmed Benaissa, Kader
Affak, Lali Maloufi, Moustapha Benchaïb; origine: Algeria/Francia/Germania;
produzione: Flying Moon Filmproduktion, Neffa Films, Pavillon Rouge,
Institut National de l’Audiovisuel; durata: 111′
L’Algeria è una prigione a cielo aperto. Tariq Teguia inscrive nel presente
di un paese martoriato da una guerra civile strisciante la fuga di Kamel e
Zina, due ragazzi che cercano una via d’uscita, la quale si trasforma in
un’avventura “sulla strada” allucinante e gioiosa. Non c’è nulla da perdere,
ogni istante di libertà è assaporato al rallentatore. Salutato con unanime
entusiasmo dalla stampa francese, il primo lungometraggio di Tariq Teguia è
stato uno degli eventi cinematografici del 2008.
Il film è stato selezionato alla Sezione Orizzonti della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 2006. Vietato ai minori
di anni 18

ore 21.30
Wesh wesh, qu’est-ce qui se passe?(Che succede, 2002)
Regia: Rabah Ameur-Zaïmeche; soggetto e sceneggiatura: R. Ameur-Zaïmeche,
Madjid Benaroudj; fotografia: Olivier Smittarello; montaggio: Nicolas
Bancilhon; interpreti: R. Ameur-Zaïmeche, Ahmed Hammoudi, Brahim
Ameur-Zaïmeche, Farida Mouffok, Ali Mouffok, Serpentine Teyssier; origine:
Francia; produzione: Sarrazink Productions; durata: 83′
La borgata di Bosquet à Seine Saint-Denis, nell’hinterland parigino. Due
fratelli: Kamel (Ameur-Zaïmeche) ha espiato una pena di cinque anni ed è
rientrato in Francia da clandestino dopo esserne stato espulso; suo fratello
minore Mousse sta diventando il boss locale dello spaccio di hascisc. Nel
primo Rabah, c’è già tutto: il lirismo estetico, il rigore narrativo, il
documento politico. Con molta semplicità Philippe Azoury ha definito il film
dalle pagine di «Libération»: «necessario».
Il film è stato selezionato al Festival internazionale del Film di Berlino
nel 2002. Vietato ai minori di anni 18

a seguire
incontro con Rabah Ameur-Zaïmeche

lunedì 20

ore 14.40
L’emploi du temps (A tempo pieno, 2001)
Regia: Laurent Cantet; soggetto e sceneggiatura: Laurent Cantet, Robin
Campillo; fotografia: Pierre Millon; montaggio: R. Campillo; interpreti:
Aurélien Recoing, Karin Viard, Serge Livrozet, Jean-Pierre Mangeot, Nicolas
Kalsch, Marie Cantet; origine: Francia; produzione: Rhône-Alpes Cinéma,
Havas Images, Arte France Cinéma; durata: 132′
Il terzo lungometraggio di Laurent Cantet si ispira ad un fatto di cronaca:
un medico che nascose per anni alla propria famiglia di aver perso il
lavoro. Scoperto, uccise moglie e figli. Cantet cambia però un particolare
rilevante, Vincent (eccezionale Aurélien Recoing) non è un medico, ma un
uomo d’affari che finge di aver trovato lavoro in una banca svizzera e che
ammazza il tempo tra le stazioni di servizio e uno chalet di montagna. La
sua inedia diventa allora la metafora dei ritmi di lavoro, insieme vaghi e
totalizzanti, del neo-capitalismo.
Il film è stato premiato con il Leone dell’anno nella sezione “Cinema del
Presente” alla Mostra di Venezia nel 2001

ore 17.00
La classe(Entre les murs, 2008)
Regia: Laurent Cantet; soggetto: dal romanzo omonimo di François Bégaudeau;
sceneggiatura: F. Bégaudeau, Robin Campillo, L. Cantet; fotografia: Pierre
Millon; montaggio: Robin Campillo; interpreti: F. Bégaudeau, Nassim Amrabt,
Laura Baquela, Cherif Bounaïdja Rachedi, Juliette Demaille, Dalla Doucoure;
origine: Francia; produzione: Haut et Court, Canal +, France 2 Cinéma,
Memento Films Production, Centre National de la Cinématographie; durata:
128′
Un anno scolastico in una scuola media difficile del 19° arrondissement
(rione) di Parigi. François cerca, come può, di tenere sveglia l’attenzione
dei propri studenti. Incassa qualche successo, ma commette anche degli
errori. Uno studente difficile, che sembrava reinserirsi nella vita
scolastica, entra in conflitto aperto con il professore, quest’ultimo non
riesce a gestire la situazione, il ragazzo sarà espulso. La classe è il
primo film sulla scuola girato interamente tra le mura di una scuola. Gli
attori sono veri professori e alunni che, dopo un laboratorio con Cantet
durato un anno, hanno interpretato dei personaggi di finzione.
Il film è stato premiato al Festival di Cannes 2008 con la Palma d’oro.

ore 19.15
Les Sanguinaires(I sanguinari, 1997)
Regia: Laurent Cantet; soggetto: L. Cantet, con la collaborazione di Gilles
Marchand; fotografia: Pierre Milon; montaggio: Robin Campillo, Stephanie
Leger; interpreti: Frédéric Pierrot, Catherine Baugué, Marc Adjadj, Nathalie
Bensard, Vincent Simonelli, Jalil Lespert; origine: Francia; produzione:
Haut et Court, La Sept-Arte; durata: 68′
François ha un’idea: passare il capodanno del 2000 lontano dai
festeggiamenti, dalle folle, dal mondo moderno. Riesce a convincere la
famiglia ed alcuni amici a rifugiarsi in un’isola deserta, priva di contatti
con il mondo esterno. Nel primo film di Cantet, realizzato per la
televisione, c’è uno dei suoi temi più ricorrenti, e che ritroveremo nel suo
ultimo film, dove il protagonista si chiama François cosi come ne Les
Sanguinaires: il desiderio di radicalità e la contraddizione tra l’individuo
e il gruppo.
Il film è stato selezionato alla Mostra internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia 1997, nella sezione Officina Veneziana.

ore 21.00
Bled number one (2006)
Regia: Rabah Ameur-Zaïmeche; soggetto e sceneggiatura: R. Ameur-Zaïmeche,
Louise Thermes; fotografia: Lionel Sautier, Hakim Si Ahmed, Olivier
Smittarello; montaggio: Nicolas Bancilhon; musica: Rodolphe Burger;
interpreti: Meryem Serbah, Abel Jafri, Rabah Ameur-Zaïmeche, Farida Ouchani,
Ramzy Bedia, Sakina Dammene-Debih; origine: Francia/Algeria, produzione:
Sarrazink Productions, Les Films du Losange, Centre National de la
Cinématographie; durata: 97′
Il secondo film di Rabah Ameur-Zaimeche è il pre-quel di Wesh wesh.
Ritroviamo Kamel in Algeria, subito dopo essere stato espulso dalla Francia,
prima del suo tragico ritorno da clandestino in Francia. Attraverso lo
sguardo di Kamel, ossia di Rabah che lo interpreta, lo spettatore vede
dall’interno la contraddizione dell’Algeria contemporanea, paese lacerato
tra il desiderio di modernità e le antiche tradizioni.
Il film è stato presentato in Selezione Ufficiale al Festival di Cannes di
2006, nella sezione Un Certain Regard. Vietato ai minori di anni 18

a seguire
incontro con Rabah Ameur-Zaïmeche

dott.ssa Susanna Zirizzotti
Relazioni Esterne – Ufficio Stampa
Centro Sperimentale di Cinematografia
via Tuscolana, 1520 – 00173 Roma
susanna.zirizzotti@fondazionecsc.it
www.fondazionecsc.it

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