Jean Eustache: il cinema indomito
Martedì 13 – Domenica 18 gennaio 2009 Alla scoperta di uno dei più grandi cineasti francesi
Eustache prende da Rimbaud. Non solo i suoi versi. Istilla inquadratura dopo inquadratura il veleno sublime del reale. Poeta dei margini, nulla è più importante per Jean Eustache, quanto il lavoro sulla permeabilità tra la realtà e la finzione. Confessione, e al tempo stesso tentativo di esorcizzare, di superare ciò che è prestabilito, il suo cinema è ricerca ma anche rivelazione.
Sono alcune tra le ragioni per cui è così importante per l’Accademia di Francia far scoprire al pubblico romano l’opera completa di questo cineasta sovversivo, seduttore, indomito.
Vittoria Matarrese
La libertà secondo Jean Eustache
Trovate il cinema attuale triste, formattato, osceno. È il momento di andare a vedere un film di Jean Eustache – di andare a vedere tutti i film di Jean Eustache. La filmografia integrale è proiettata per la prima volta a Roma, a Villa Medici, ed è un evento.
Jean Eustache è il più grande regista francese degli anni settanta. Compare nell’ immediato dopo- ” Nouvelle Vague “, dopo François Truffaut e Jean-Luc Godard. Eredita la loro esigenza, ma inventa nuove forme di narrazione. Con lui, le frontiere fra fiction e documentario si dissolvono, ed anche i formati: Eustache fa dei film che sfuggono alle regole di mercato; uno fa cinquanta minuti, l’altro tre ore e quaranta. E non importa la loro durata, ciò che salta agli occhi, oggi, è la loro limpida bellezza, la loro intelligenza, la loro comicità, la loro libertà. Si ha la sensazione di partecipare a qualcosa di importante – come quando parliamo alla persona che amiamo, o come quando prepariamo un atto politico.
É impossibile andare a vedere un film di Jean Eustache così tanto per passare il tempo; anzi rischia di ampliare il tempo, e vi sorprenderà talmente che la vostra serata, e tutte quelle che seguiranno, saranno essenzialmente consacrate a vivere e a pensare in base a quello che il film avrà aperto nella vostra vita.
Ci sono coloro che hanno la fortuna di avere già visto La maman et la putain; e coloro che hanno la fortuna di non averlo ancora visto. È un film del 1973, è stato proiettato a Cannes, dove ha fatto scandalo e ha ottenuto un premio. Ci sono Jean-Pierre Léaud, Bernadette Lafont e Françoise Lebrun. Sono tutti e tre appassionanti , selvaggi, e tormentati. I loro desideri hanno la bellezza dell’ostinazione. Parlano a dirotto, come se si gettassero nelle fauci di un lupo. I loro dialoghi, in cui si incontrano Marcel Proust e Georges Bataille, formano uno dei migliori romanzi degli ultimi trent’anni. E poi c’è Parigi, il Café Flore, le notti di monologo, e l’effervescenza della disperazione che illumina gli appuntamenti amorosi del colore dell’aurora.
La maman et la putain agirà su di voi come una dichiarazione d’amore, come un manifesto. Forse cambierà la vostra vita. Una volta visto, non parlerete più nello stesso modo, il vostro modo di amare cambierà – forse amerete addirittura meglio.
E poi ci sono gli altri film di Eustache. Une sale histoire, Mes petites amoureuses, Le Père Noël a les yeux bleus, La Rosière de Pessac. Raramente sono mostrati. É un tesoro, uno stock di emozioni che si rivolge a quelli e a quelle che non rinunciano a niente, e che vivono come pensano.
I film di Jean Eustache sono semplici: sono attraversati dall’orgoglio della povertà. E senza alcun dubbio i film più belli sono quelli più poveri; la povertà dei loro mezzi si accorda alla sensibilità stessa; ha solo bisogno di quel pudore attraverso il quale si afferma una nobiltà senza arroganza.
Questo bell’orgoglio si chiama integrità. Jean Eustache fa dei film integri. Parla di quella disperazione che si ha nel provare dei sentimenti minoritari, nel vivere in un’ epoca in cui la repressione è tanto più forte che diventa invisibile e si aggrava, come oggigiorno, in Italia e in Francia.
I film di Eustache sono politici in quanto non parlano di politica. La vera politica, è la resistenza personale. Essere vivi, è prima di tutto saper nominare la difficoltà di vivere; è anche avere l’eleganza di vivere il proprio linguaggio.
La radicalità di Eustache è molto calma, la sovversione sottile. È un rivoluzionario e un classico, come tutti i grandi artisti. Il cinema è un modo di confrontarsi ai brutti film che la società racconta su se stessa; e di trasformarli in una meraviglia di immagini e di suoni che rinascono – che vi risvegliano.
Jean Renoir diceva: ” Il cinema francese è grigio “. Quello di Jean Eustache è incontestabilmente bianco e nero. Superbamente nero, come un abito da lutto, e bianco come i visi delle donne in Bressons. Bianco e nero come la rivoluzione, come il crepuscolo, come il passaggio degli storni la sera a Roma.
Qualcuno ha detto che l’unica azione interessante è la liberazione della vita quotidiana. Venite a vedere ogni giorno questi film, venite ad ascoltare queste strane avventure che sono legate al desiderio sessuale (Une sale histoire). Venite a vedere quella donna che parla delle sue foto come se ne morisse (Les photos d’Alix). Ascoltate la nonna di Jean Eustache, che racconta la sua vita in campagna, una vita che vi sembrerà tanto ricca quanto quella di Lola Montes (Numéro Zero). Venite infine a sentire Jean-Pierre Léaud dichiararvi, con il sorriso sulle labbra, che ” bisogna spiacere a tanti per piacere a molti “.
Yannick Haenel.
(Traduzione di Barbara Puggelli)
PROGRAMA
MARTEDÌ 13 GENNAIO
19.00 : «Les Mauvaises fréquentations» : Du Côté de chez Robinson (1963, 42′) e Le Père Noël a les yeux bleus (1966, 47′)
21.00 : Numéro Zéro (1971, 110′)
MERCOLEDÌ 14 GENNAIO
19.00 : La Maman et la putain (1973, 220′)
GIOVEDÌ 15 GENNAIO
19.00 : Une Sale histoire (1977, 49′) e Les Photos d’Alix (1980, 18′)
21.00 : Mes Petites amoureuses (1974, 123′)
VENERDÌ 16 GENNAIO
19.00 : Numéro Zéro (1971, 110′)
21.00 : «Les Mauvaises fréquentations» : Du Côté de chez Robinson (1963, 42′) e Le Père Noël a les yeux bleus (1966, 47′)
SABATO 17 GENNAIO
17.00 : Le Cochon (1970, 50′) PROIEZIONE UNICA
19.00 : La Rosière de Pessac 79 (1979, 67′) e La Rosière de Pessac (1968, 65′) PROIEZIONE UNICA
21.00 : Mes Petites amoureuses (1974, 123′)
DOMENICA 18 GENNAIO
17.00 : La Maman et la putain (1973, 220′)
21.00 : Une Sale histoire (1977, 49′) e Les Photos d’Alix (1980, 18′)
I FILM
Les Mauvaises fréquentations
DU COTE DE CHEZ ROBINSON (1963)
Con Aristide, Daniel Bart, Dominique Jayr, Jean Eustache
Francia, b/n, 35mm, 42 min., v.o. sott. it.
Quartiere di Pigalle. I due protagonisti maschili ci accompagnano tra i bar, le vie del quartiere: si passa il tempo, si gioca a flipper, si osservano le ragazze. «Fin dall’inizio, il cinema di Eustache si inscrive naturalmente in questo tempo guadagnato sulla noia, questo tempo di vita dove soprattutto non si deve lavorare, nulla produrre, solo rubacchiare qui e là alcuni istanti fugaci, sbrigandosela con poco denaro in tasca. Dalla mancanza di mezzi, Eustache trae la sua forza, una seduzione e un senso inaudito della piroetta, che fanno pensare a Jean Vigo». (Serge Toubiana)
Martedì 13, ore 19.00 – Venerdì 16, ore 21.00
Les Mauvaises fréquentations
LE PERE NOEL A LES YEUX BLEUS (1966)
Con Jean-Pierre Léaud, Gérard Zimmermann, Henri Martinez, René Gilson, Carmen Ripoll
Francia, b/n, 35mm, 47 min., v.o. sott. it.
1966. Godard cede a Eustache parte della sua pellicola utilizzata per filmare Masculin Feminin. Il risultato è Le Père Noël a les yeux bleus. Jean-Pierre Léaud, travestito da Babbo Natale, distribuisce gaiezza nella provincia francese: seduce giovani passanti… Incrocio tra finzione e documentario: i dispositivi si confondono, vengono sviati. «Credo sempre meno alla regia. Credo sempre di più a Renoir. E cioè ai personaggi, agli attori, alla recitazione. Prima di realizzare dei film, avevo molte idee sulla regia. Ora non ne ho alcuna». (Jean Eustache)
Martedì 13, ore 19.00 – Venerdì 16, ore 21.00
Con gli abitanti di Pessac, la Rosière, il Sindaco
Francia, b/n, 16mm, 65 min.
Una festa paesana sopravvive a Pessac: profonda Francia e città natale di Eustache. Durante questa festa viene eletta regina la ragazza più meritevole dell’anno. E’ la festa della “ragazza virtuosa”. Rito, cerimonia, etnologia, documentario. «”E’ l’idea del tempo che mi interessa”, dice Jean Eustache. Pochi cineasti avrebbero mantenuto con tanta ostinazione una delle idee audaci della Nuovelle Vague ai suoi debutti: che un film non abbia una durata standard (la fatidica ora e mezza), ma che duri il tempo di produrre il suo soggetto e di circoscriverlo. Ogni film di Eustache è una sfida, una torsione particolare del tempo. Non per la voglia di provocare e sperimentare ad ogni costo, ma perché il suo soggetto fondamentale è la ripetizione». (Serge Daney)
Sabato 17, ore 19.00
LA ROSIERE DE PESSAC 79 (1979)
Con gli abitanti di Pessac, la Rosière, il Sindaco
Francia, col., 16mm, 67 min.
Le elezioni di La Rosière, undici anni dopo.
«Vorrei che i due film fossero proiettati insieme: prima quello del 79, poi quello del 68. Un modo di dire alle persone: se avete voglia di sapere com’era prima, restate e vedrete». (Jean Eustache)
Sabato 17, ore 19.00
LE COCHON (1970)
Di Jean Eustache e Jean-Michel Barjol
Francia, b/n, 16mm, 50 min.
Le Cochon è un documentario etnografico che cattura una tradizione morente: la macellazione e il processo di trattamento di un maiale in una fattoria del Massif Central meridionale. La macellazione dura quasi tutto il giorno, per lavorare ad immagazzinare 140kg di carne. «Eustache non ha dato nessun punto di vista morale e sociologico. Ha filmato, impassibile, momenti banali della vita di tutti i giorni dei contadini francesi». (Les Lettres Françaises)
Sabato 17, ore 17.00
NUMERO ZERO (1971)
Con Odette Robert, Jean Eustache, Boris Eustache
Francia, b/n, 35mm, 110 min., v.o. sott. it.
Numéro Zéro è un film di due ore, girato con due macchine da presa, che consiste essenzialmente in un dialogo tra Jean Eustache e sua nonna. Tagliato di un’ora, appare alla televisione con il titolo di Odette Robert. Nel 2003 viene riportato al suo metraggio originario. «Si tratta dunque di una traversata del tempo fatta da una vecchia donna, tra i suoi parenti e i suoi nipoti, e vediamo sei generazioni della storia della Francia raccontate da lei, Odette Robert, mia nonna. In Numéro Zéro, nell’originale, non ho tagliato nulla (…) Il tempo del film è stato quello della pellicola, con le due macchine da presa che giravano alternativamente, sovrapponendosi, senza mai tagliare. Allora, il film, è la storia della pellicola, dal suo inizio alla fine». (Jean Eustache).
Martedì 13, ore 21.00 – Venerdì 16, ore 19.00
LA MAMAN ET LA PUTAIN (1973)
Con Jean-Pierre Léaud, Bernadette Lafont, François Lebrun, Isabelle Weingarten
Francia, b/n, 35mm, 220 min., v.o. sott. it.
Uno dei capolavori della storia del cinema. Tre ore e quaranta minuti: duecento venti minuti cristallizzati sulla punta di uno spillo. Un film in stato di grazia: uno dei pochi casi in cui – davvero – il tempo esce dai suoi cardini, in cui lo spazio e il tempo cinematografico si fondono, annullandosi. Il più bel romanzo francese degli anni ’70: i più bei dialoghi (trascritti e rubati, strappati alla vita: un film vampiro e autobiografico). Saint Germain des Prés non era ancora quel luogo lugubre per miliardari e turisti americani. Léaud passa il tempo al “Deux Magots”, beve whisky, porta occhiali scuri. Inoperoso Don Giovanni, legge Proust, seduce giovani donne: uscendone con le ossa rotte. «La Maman et la putain è innegabilmente l’unico film “Maggio ’68” del cinema francese. Eustache ha detto, mostrato, rivelato tutta l’intimità, tutto il malessere della generazione ’68». (Jean Douchet). Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes
Mercoledì 14, ore 19.00 – Domenica 18, ore 17.00
MES PETITES AMOUREUSES (1974)
Con Martin Loeb, Ingrid Caven, Jacqueline Dufranne, Dionys Mascolo, Maurice Pialat
Francia, col., 35mm, 123 min., v.o. sott. it.
La Maman et la putain fa scalpore a Cannes. Eustache si appresta a ritornare a Narbonne, dove girerà Mes petites amoureuses. Un film sull’infanzia. Un film amaro, impregnato di tristezza. «Mes petites amoureuses è un film che sa che le più grandi ferite dell’infanzia, quelle che lasciano il segno in maniera indelebile, non sono sempre associate ad avvenimenti gravi, ma si inscrivono volentieri in piccole scene senza importanza per gli altri, dove un ragazzino vede con terribile lucidità e un crudele tocco d’immagine il posto esatto al quale si scopre già condannato nelle scene della sceneggiatura di quella vita in cui, bene o male, dovrà entrare» (Alain Bergala)
Giovedì 15, ore 21.00 – Sabato 17, ore 21.00
UNE SALE HISTOIRE (1977)
Con Michaël Lonsdale, Jean Douchet, Douchka, Laura Fanning, Josée Yann, Jean-Noël Picq, Elisabeth Lanchener, Françoise Lebrun, Virginie Thévenet, Annete Wademant
Francia, col., 35mm, 49 min., v.o. sott. it.
Un frequentatore abituale di un caffè si accorge che i clienti scendono spesso nelle toelette delle donne dove un buco nella porta permette sguardi indiscreti. «Questo film impossibile da realizzare, lo dichiaro io stesso impossibile. Provo di scriverne la trama e non ci riesco, dunque lo faccio raccontare». (Jean Eustache)
Giovedì15, ore 19.00 – Domenica 18, ore 21.00
LES PHOTOS D’ALIX (1980)
Con Alix Cléo-Roubaud, Boris Eustache
Francia, col., 35mm, 18 min., v.o. sott. it.
Cosa passa tra alcune fotografie e la loro descrizione? Alix Cléo-Roubaud, un’amica di Eustache, commenta le sue fotografie ad un ragazzo. Poco a poco la concordanza tra le foto mostrate e i commenti si ingarbuglia. «Lo spettatore perde ogni speranza nel definire un rapporto stabile tra ciò che ascolta e ciò che vede. Ogni volta che una chiave di lettura viene proposta, viene immediatamente smentita». (Bernard Eisenschitz)
Giovedì15, ore 19.00 – Domenica 18, ore 21.00
I N F O R M A Z I O N I
n P r o i e z i o n i
Film proiettati in 16mm e 35mm, in versione originale con sottotitoli in italiano
n I n f o P u b b l i c o
Académie de France à Rome – Villa Medici
Viale Trinità dei Monti, 1 – 00187 Roma
Info www.villamedici.it
Metro: Spagna – Bus 117 – 119 – Parcheggio Ludovisi
n I n g r e s s o
Intero: 6 euro
Ridotto: 4 euro
Si ringraziano Luisa Ceretto e Andrea Morini (Cineteca di Bologna), Philippe Chevassu (Tamasa Distribution)
In collaborazione con la Cineteca di Bologna
Le attività cinematografiche di Villa Medici
beneficiano del sostegno di Groupama Assicurazioni