Libri Giapponesi

takataMario A.Rumor THE ART OF EMOTION Il Cinema D’animazione di Isao Takahata. Guaraldi/Cartoon Club, 400 pagine , illustr. A colori, 20 euro.

“Volevamo dare l’impressione che questa ragazzina sarebbe diventata una bellissima donna da grande, ma ora, doveva essere solo delicatamente sgraziata”.

Questa è una illuminante frase che disse il regista di animazione giapponese Isao Takahata a Yoshifumi Kondo, il bravissimo character designer della serie, in occasione della genesi del progetto, e di come doveva apparire Anna Shirley dell’anime ‘Anna dai capelli rossi’.

Anche se la citazione è presa da altri articoli passati dell’autore e critico Mario A. Rumor, non comparendo, con mio sommo rammarico, in questo bellissimo volume, penso che la sua essenza/assenza possa definire lo spirito che è in nuce a ‘The Art of Emotion’.

E’ una navigazione in oltre trent’anni di animazione giapponese.

Ci vuole polso, ci vuole coraggio, ci vuole passione, ci vuole pazienza, ci vuole competenza.

Rumor le ha tutte.

Tra i pionieri degli studiosi di anime in Italia, ha fatto parte della primissima redazione del magazine ‘Yamato’ nei primissimi ’90 con Francesco Prandoni ed altri storici elementi.

Attualmente, cura il sito di Yamatovideo (www.yamatovideo.com) e, soprattutto, la bella e più che necessaria rivista on-line ‘Man-ga!’, ormai quarta incarnazione di una rivista cartacea storica e sfortunata di informazione e critica sul Giappone.

Il libro scorre delicato e profondo sull’essenza di Isao Takahata, regista di ‘Heidi’, ‘Anna Dai capelli rossi’, ‘Hols Principe del sole’, il meraviglioso ed indimenticabile ‘Una Tomba Per le Lucciole’ e moltissimi altri ancora.

Takahata, a ben vedere, è sottilmente presente in tutti i trent’anni di storia di animazione giapponese, dalla fine degli anni ’60 sino ad ora, con la discrezione e la grande umanità ed empatia che lo contraddistinguono, anche nelle sue opere, profonde e discrete, umane troppo umane.

Una cura editoriale invidiabile, una edizione con belle immagini a colori scelte con cura, ed un glossario dei termini e dei nomi adatto soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al cinema d’animazione giapponese, con curiosità, con stizza, con passione.

Un libro che trasuda cura e passione, per un progetto più che decennale.

Ora, finalmente è disponibile, l’assordante silenzio di ignoranza è rotto.

Essenziale e da avere.

Per gli appassionati che si definiscono cinefili, devono possederlo, le università dovrebbero adottarlo nei piani di studi.

Grande ed appassionata prefazione di Michel Ocelot, regista di ‘Azur et Asmar’, ‘Kirikou’ e ‘Principi e principesse’ che rispecchia il riscontro critico che ha già ricevuto in Francia.


Cristian Posocco
MANGART Forme estetiche e linguaggio del fumetto giapponese.
Costa e Nolan, 224 pagine euro 18,60

Un libro essenziale, fatto da una persona competente e “bella”.

Per competenza si intenda militanza per passione e studi, già dalla seconda metà degli anni ‘90, come studente alla CàFoscari di Venezia, e come fondatore, con ‘Yupa’ (pseudonimo di un altro studioso ed appassionato del settore) della storica fanzine ‘Kamikaze’, che insieme a ‘Sushi’, ‘Nippon Magazine’ ‘Animania’ ed altre ancora, cercavano di approfondire quella passione sempre più montante, e poco riconosciuta, che altro non era che quella sui manga, sugli anime e sulla cultura giapponese in genere.

Seconda generazione, “second impact” di un manipolo di studiosi che cercarono di diffondere la cultura e la passione per questo variegato e sottovalutato mondo nello stivale italico.

Nella prima, di diritto, rientravano i cosiddetti Kappa Boys di Bologna, con la pionieristica fanzine fotocopiata in pochissime copie “corsare” ‘Mangazine’, poi diventato sotto l’egidia della mai troppo lodata Granata Press dei primi anni ‘90, una bella rivista contenitore di manga ed approfondimenti, Alfredo Castelli e Gianni Bono nel fondamentale saggio, della prima metà anni ‘80 ‘Orfani e Robot’ , o ancora Francesco Prandoni e Saburo Murakami con ,rispettivamente, i loro ‘Anime al cinema’ e ‘Anime in Tv’, essenziali, vere e proprie bibbie di chi cominciava a studiare il fenomeno per passione o per curiosità, senza dimenticare Marco Pellitteri con il suo ‘Mazinga Nostalgia’ degli ultimi anni ’90 e l’ormai mitico studio sociologico/culturale/antropologico ‘La bambola ed il robottone’ di Gomarrasca.

Tutti queste pubblicazioni sono, al momento, disperse nel mare magnum dimentico ed insonnolito della editoria italiana..

Per “bella”, si intenda una persona non altezzosa, capace e con la volontà di comprendere gli altri e di non sgomitare per avere un posto in primo piano, confessando che alcuni dei suoi lettori, applicando il “suo” metodo di lettura ed approfondimento del fumettogiapponese, illustrato nel libro, sono riusciti a realizzare analisi anche più interessanti delle sue, aggiungendo con un commovente e raro understatment :

“Non sarà più necessario per me scrivere saggi come questo”.

Per quanto possa valere, chi scrive spera, per la ben poca cultura del paese rimasta e per il suo piacere personale stesso, che Cristian continui a scriverne di saggi ed approfondimenti come questo.

Questo MangArt è una luce, un momento di ristoro nel mare del nulla.

Se il sotto titolo può far venire “paura” per un eventuale tecnicismo che non è assolutamente presente, la lettura scorre invece naturale e piacevole .

Questo libro, cerca di percepire il soffio, “il respiro” che la lettura della narrativa disegnata manga emana, possiede, come struttura di narrazione.

Infarcendo con gradita naturalezza, informazioni storiche e curiosità sui manga presi ad esempio.

Non mi trova completamente d’accordo nella altrimenti bella ed esauriente postfazione di Marco Pellitteri la sua affermazione:

“Osservo che Posocco, per spiegare concetti grafico-semiotici del manga, a mio avviso avrebbe potuto evitare di affidarsi alla naiveté di Scott McLoud (autore dell’essenziale ‘Understending Comics- Capire il fumetto’ ndr), ma ognuno ha le sue preferenze”.

Credo ed auspico invece, per quanto possa valere, che molti studi prendano ad esempio quella falsa “Naiveté”, comprendendo e facendola loro, una potenza universale capibile da tutti perché parla e deriva dai primordi della percezione, e dalle cose concrete di tutti i giorni, le sue tesi.

Pubblicazioni rare queste, rare e preziose.


Di Davide Tarò.

Redattore nella seconda metà degli anni ’90 della Nippon Magazine che editava le fanzine ‘Sushi’, ‘Nippon Magazine’ , ‘Lamune’ ed altre pubblicazioni ancora.

Co-Fondatore e redattore del sito e della associazione neo(N)eiga (www.neoneiga.it)

Autore della prima monografia italiana sull’autore ‘Oshii Mamoru:Le affinità sotto il guscio’ Morpheo Edizioni 2006 (www.morpheoedizioni.it).

Ha scritto con Andrea Fontana

‘Anime 1984-2007: Storia del cinema d’animazione giapponese’ Il Foglio edizioni, 2007

Ha partecipato alla redazione di

‘Anime Perdute:Il cinema di Miike Takashi’ a cura di Dario Tomasi, Museo Nazionale del Cinema/Castoro 2006

e di

‘Mondi che cadono: Il cinema di Kurosawa Kyoshi’ a cura di Giacomo Calorio, Museo Nazionale del Cinema/Castoro 2007.

Ha partecipato con saggi in

‘M. Night Shamalayan: Filmare L’ombra dell’esistenza’ a cura di Andrea Fontana, Morpheo Edizioni 2007

‘Non è tempo di eroi: Il cinema di Jhonnie To’ a cura di Fabio Zanello e Matteo DiGiulio, Il Foglio edizioni 2008

E’ redattore della 001 edizioni di Torino (www.001edizioni.com) dove inoltre è direttore di collana per la linea 001Manhua, la linea di fumetti della cina continentale con titoli quali ‘My Street’, ‘Il volo’, ‘Melodia Infernale’, ‘La ricerca dello spirito celeste’, ‘Wild Animals’ ed altri.

Ha fortemente voluto e collabora per la nuova linea editoriale coreana della 001 edizioni “Hanguk”, con titoli quali ‘Angry!’, ‘Be Good’ e ‘Taeguk’.

Ha scritto per riviste quali ‘La Linea dell’occhio’ di Lucca, le riviste on-line ‘Man-Ga!’ ‘Effetto Notte’, ‘Sentieri Selvaggi’, ‘Central do cinema’.

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