Sabato 31 maggio Ricordando Alida Valli

alidavalli

Cinema Trevi – vicolo del puttarello, 25 (Roma)

Nel 2006 il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, a pochi mesi dalla morte di Alida Valli, dedicò alla grande attrice una lunga retrospettiva. A distanza di due anni, la nascita di un associazione che porta il suo nome, presieduta dal figlio Carlo (presidente onorario) e dal nipote Pierpaolo, è l’occasione per tornare a parlare di lei e per conoscere le iniziative intraprese per mantenere vivo il ricordo della sua prestigiosa carriera.

Come scrivemmo nell’introduzione alla retrospettiva del 2006, Alida Valli esordisce nel 1936 con una particina – una commessa dell’emporio – ne I due sergenti, film in costume diretto da Enrico Guazzoni. Nell’autunno dello stesso anno, auspici Blasetti e Chiarini, è anche ammessa “d’autorità”, senza superare esami, al corso di recitazione del Centro Sperimentale di Cinematografia, ad anno scolastico già avviato. Inizia da quel momento una folgorante carriera – solo in parte frenata, nei primi due anni, dalla frequenza della scuola, che Alida riesce a concludere, sia pure tra ribellioni e insofferenze – che la porta, già nel 1939, al secondo posto tra le attrici più amate dagli italiani, subito dopo la “fidanzatina d’Italia” Assia Noris. Nel dopoguerra anche Alida, come altre grandi dive italiane – citiamo solo Anna Magnani, Valentina Cortese, Sophia Loren – viene scritturata da una major statunitense, in questo caso da Selznick, ma, come per le sue colleghe, l’esperienza americana non è del tutto positiva. Tornata in Italia nel 1951, riprende a fatica la scalata al successo, che torna a raggiungere nel 1954 come protagonista di Senso, di Luchino Visconti, che le vale la “Grolla d’oro” a Saint Vincent. Negli anni successivi – nei quali si dedica assiduamente anche al teatro e alla televisione – continuano le sue interpretazioni memorabili sotto la direzione di grandi registi, come Antonioni, Pasolini, Zurlini, Chéreau, Bertolucci, Cherif, Bolognini, von Trotta. Instancabile, Alida continua a lavorare fino a pochi anni fa, lasciandosi alle spalle una lunga serie di personaggi, più o meno rilevanti, comunque sempre acutamente tratteggiati e degni di memoria. Un’attrice indimenticabile che il Centro Sperimentale di Cinematografia si onora di aver avuto fra le sue allieve.

ore 17.00

Stasera niente di nuovo (1942)

Regia: Mario Mattoli; soggetti: Luciano Mattoli, M. Mattoli; sceneggiatura: Luciano Mattoli, M. Mattoli, con la collaborazione, non accreditata, di Aldo De Benedetti, Marcello Marchesi; fotografia: Aldo Tonti; musica: Ezio Carabella; montaggio: Fernando Tropea; interpreti: Alida Valli, Carlo Ninchi, Antonio Gandusio, Giuditta Rissone, Dina Galli, Armando Migliari; origine: Italia; produzione: Italfines; durata: 88′

Un cronista di nera alcolizzato, in cerca di notizie in un commissariato, incontra la bella ragazza che lo aveva curato anni prima in Turchia. Anche lei non se la passa bene: è appena stata fermata dopo una retata ed è in preda alla depressione. Insieme cercheranno di salvarsi. «Mattoli prosegue nella politica (e nell’estetica) dei film “che parlano al vostro cuore”, concludendo una tetralogia iniziata con Luce nelle tenebre e che aveva lanciato Alida Valli. […] Famosa la scena di Gandusio (il dottor Moriesi) col canarino, praticamente improvvisata. La Valli canta Ma l’amore no di Giovanni D’Anzi, grande successo dell’epoca. Fu lo stesso regista a girare un remake nel 1955, L’ultimo amante» (Mereghetti).

ore 19.00

Incontro moderato da Alfredo Baldi con Carlo De Mejo, Pierpalo De Mejo, Luca Verdone, Carlo Lizzani, Gian Luigi Rondi, Alberto De Martino, Maurizio Ponzi, Marisa Solinas, Robert Madison.

a seguire

Come diventai Alida Valli (2008)

Regia: Pierpaolo De Mejo; soggetto e sceneggiatura: Pierpaolo De Mejo, Antonio Tarallo dalla autobiografia inedita di Alida Valli; aiuto regia: Chiara Graziano; Consulenza artistica: Marisa Solinas; voci narranti: Valentina Taddei, Maurizio Pulina; riprese: Lorenzo Di Ciaccia, Chiara Graziano; musiche: Armando Valletta; montaggio: Pierpaolo De Mejo, Armando Valletta; origine: Italia; produzione: Associazione Alida Valli, promossa dall’Imaie, con la collaborazione del Csc; durata: 55′

Il documentario, oltre che un’importante testimonianza dell’eredità ricevuta a livello umano ed artistico, è un modo originale per rendere noto al pubblico parte del vastissimo patrimonio documentaristico della diva. “Come diventai Alida Valli” ripercorre la vita dell’attrice dalla nascita fino all’esordio sul grande schermo con il film Il feroce saladino del 1937. I vaghi ricordi dell’infanzia nella città natale, Pola, l’adolescenza vissuta a Como, il rapporto con i genitori, i sogni ambiziosi di una giovane aspirante attrice e infine il tanto sognato arrivo nella città del cinema: tutto questo rivive attraverso le parole tratte dall’inedita autobiografia di Alida Valli recentemente ritrovata e lette dalla voce narrante.

L’opera raccoglie foto e testimonianze private dell’attrice nei ricordi del figlio Carlo e del nipote Pierpaolo, interviste a personaggi dello spettacolo che hanno vissuto accanto a lei momenti importanti della sua carriera. È il caso del maestro Piero Tosi, il cui rapporto lavorativo con la Valli è cominciato con Senso di Visconti e si è poi trasformato in una profonda amicizia, di Giuseppe Rotunno e di Lina Wertmüller.

Nella seconda parte del documentario si affrontano le problematiche del mestiere dell’attore, attraverso una vera e propria inchiesta che vede coinvolti anche i giovani attori che attualmente frequentano il Centro Sperimentale di Cinematografia. I ricordi dell’attrice e le interviste ai ragazzi offrono la possibilità di un confronto generazionale, in cui emergono le differenze, ma anche le affinità di sogni, ambizioni e ideali tra aspiranti artisti del passato e del futuro.

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