Improvvisamente l’inverno scorso
Gustav Hofer e Luca Ragazzi stanno girando in questi giorni l’Italia con un tour pre-elettorale presentando il loro documentario Improvvisamente l’inverno scorso – menzione speciale dell’ultima Berlinale – alle platee dei piccoli e grandi centri urbani del “belpaese”. Loro fanno coppia fissa stabilmente da otto anni e sognano di vedere un giorno riconosciuta dallo Stato la propria unione, così un anno hanno deciso di documentare in prima persona i mesi che portarono alla non approvazione dei cosiddetti Dico (già Pacs e in seguito Cus) da parte dei parlamentari italiani: Gustav e Luca, entrambi non digiuni da esperienze televisive e nell’ambito della cultura, stanno concorrendo in questi mesi, insieme a pellicole come Biutiful Cauntri e Vogliamo anche le rose, a resuscitare e dare nuova linfa ad un genere cinematografico piuttosto dimenticato in Italia.Improvvisamente l’inverno scorso è un film molto personale che attraverso le proprie quotidianità narrate con apprezzabile leggerezza dai due registi, sa affrontare intensamente la disillusione e l’ amarezza di uno dei capitoli più cupi dell’uscente governo Prodi: la commissione giustizia del parlamento si riunì nei primi mesi del 2007 per elaborare un testo che potesse abbracciare le istanze civili delle oltre cinquecentomila coppie di fatto italiane, con le posizioni più integraliste dei troppi “teodem” che popolano il teatrino politico nostrano. Gustav non mancò a nessuna di quelle infinite ed inutili sedute per testimoniare la totale sudditanza dei rappresentati parlamenti alle ingerenze vaticane da parte di chi invece avrebbe dovuto garantire la laicità in uno degli unici stati in Europa a non aver ancora legiferato in materia di unioni civili.
La loro indagine s’insinua nelle maglie di un paese che si dimostra estremamente omofobo e intollerante: attraverso coraggiose incursioni nei ridicoli quanto preoccupanti comizi di Militia Christi, Forza Nuova e al fantomatico Family Day del 12 maggio, emerge un quadro spietato di parte degli nostri concittadini, sospesi tra chi crede ancora che l’omosessualità sia una malattia da curare e chi arriverebbe a togliere i figli alle proprie madri se sospettate di essere lesbiche. Non mancano tuttavia anche alcuni esempi costruttivi, rappresentati da quella parte della società civile che non si rassegna a vivere in “provincia vaticana” e che lotta ogni giorno per la propria dignità: sono le voci che animano il Gay Pride nazionale di Roma e la contro-manifestazione al Family Day.
Non sorprende che questa pellicola abbia entusiasmato l’ attonito pubblico del festival Berlino, perchè Gustav e Luca sono riusciti a dosare saggiamente ironia e militanza in un esempio di opera tanto di parte quanto necessaria, quando si è in procinto di decidere chi sarà il prossimo inquilino di palazzo Chigi: i due sanno eludere certi accademismi di maniera che avrebbero solo danneggiato il film, garantendo momenti di grande ilarità e un finale pregno di speranza, ma anche un senso di profonda amarezza all’uscita dalla sala.
Massimo Pornale