X Men III: conflitto finale

X Men III: conflitto finale dovrebbe essere l’ultimo capitolo della serie dedicata ai super eroi della Marvel. Essere o non essere… mutanti? Questo il dilemma. Nell’episodio girato da Brett Ratner vediamo sempre le due fazione di mutanti, da una parte quella capitanata da Xavier (Patrick Stewart) con il seguito degli inossidabili Ciclope (James Marsden), Logan, nome di battaglia Wolverine (Hugh Jackman), Tempesta (Halle Berry), che questa volta per soddisfare le richieste dei fan più esigenti vola pure e l’uomo di ghiaccio, oltre alle new entries tra cui Angelo (Ben Foster), Bestia (Kelsey Grammer), un peloso blu e forzuto consigliere del presidente degli Stai Uniti per i diritti dei portatori del celeberrimo “gene X” e dall’altra quella capitanata da Magneto (Ian McKellen), Mystica (Rebecca Romijn, che ha abbandonato il secondo cognome Stamos dopo il divorzio dal marito John Stamos), Pyro, Fenomeno, in originale The Juggernaut (Vinnie Jones), l’uomo multiplo, la velocissima Callisto (Dania Ramirez) e il ritorno di Jean Grey-Fenice che dovrà combattere coi suoi poteri telepatici e di telecinesi per decidere da quale parte stare.
La risposta al quesito iniziale viene offerta, o meglio imposta dal padre di Angelo, direttore di una casa farmaceutica che ha scoperto la “cura” per far ritornare tutti i mutanti allo stato di normali esseri umani senza super-poteri.

Il terzo capitolo della saga non esclude riflessioni moralistiche sulla tolleranza verso chi è diverso da noi. Chiaramente in questo caso “il diverso” è esasperato fino al limite delle possibilità reali, ma ci fa riflettere sull’opportunità dell’eliminazione delle differenze come probabile segno di civiltà oppure di oppressione sociale e, quindi, di potere.
“Nessuno ci curerà, siamo noi la cura!” esclama ad un certo punto Magneto ad una folla di mutanti arrabbiatissimi che trovano in lui il leader da seguire e che si scontrano con il governo degli Stati Uniti, oltre che, chiaramente, con la fazione mutante capitanata da Xavier, fino a sradicare dai propri pilastri, il Golden Gate di San Francisco.
Degno di nota il cameo di Stan Lee (autore della serie insieme a Jack Kirby) che entra nella scena reggendo il tubo con l’acqua che vola verso l’alto mentre Xavier va a far visita a Jean Grey insieme a Magneto.

La storia è, solo in parte, ispirata alla saga fumettistica della Fenice nera e, per i fedelissimi del fumetto, tra i mutanti “grandi assenti” si segnala Nightcrawler.

Sulle perplessità intorno alla reale o presunta conclusione cinematografica della serie degli X-Men, Hugh Jackman ha affermato che “al momento il progetto prevede che questo sia davvero l’ultimo capitolo di una trilogia. Inizia con un nuovo punto di svolta, decisivo, poi ha uno svolgimento e arriva a una conclusione definitiva. Quando è stato scritto, è stato scritto proprio come battaglia finale. La ragione per cui secondo me funziona proprio così bene, come storia, è proprio il fatto che scrive la parola fine alla saga. Ora le sorti dei mutanti, al cinema, dipendono sicuramente da come andrà il film, ma l’intenzione dei produttori è, piuttosto, quella di girare degli eventuali spin-off, proprio come quello sul mio Wolverine, che è in fase di pre-produzione (…) Sarà un prequel, si raccontano le origini del mio personaggio”.
Pare quindi che lasci pochi spazio all’interpretazione l’affermazione dell’attore australiano, anche se la scena finale che segue i titoli di coda sembra smentirlo a pieno!

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