La guerra dei mondi
(War of the worlds, 2005)
Regia: Steven spielberg
Attori: Tom Cuise, Dakota Fanning, Justin Chatwin, Miranda Otto, Tim Robbins
Soggetto: H.G. Wells
Sceneggiatura: David Koepp, Josh Friedman
Musiche: John Williams
Montaggio: Michael Kahn
Lo ammetto, non sono un amante dei film di Spielberg, soprattutto non gli perdono alcune cose, come il finale di Minority report, o la parte finale di A.I. allungata a dismisura con solito buonismo.
Però qui il film parte con il botto, non ci sono altri termini. La prima parte del film è molto piacevole, gli effetti visivi e sonori coinvolgono pienamente e partono quasi subito: i tripodi si manifestano nel giro di pochi minuti.
L’uscita del primo tripode con la devastazione della strada è bella, funziona, come funziona la narrazione del panico tra la gente, che pensa subito ai terroristi, e poi pensa a salvarsi arrivando ad uccidere per un’automobile funzionante… viene quasi da tifare per i tripodi.
Poi dalla sceneggiatura arrivano gli errori del film (tra le altre cose come mai in un momento in cui non funzionano più i circuiti elettrici e tutta l’elettronica uno riesce a riprendere con una viodecamera digitale? O perché i tripodi all’inizio polverizzano gli esseri umani se poi scopriamo che ne utilizzano il sangue? Perché non catturarli subito?).
Ma l’errore macroscopico è che Spielberg e i suoi collaboratori non ci fanno affezionare ai protagonisti, Ray (Tom Cruise) risulta antipatico sin dall’inizio quando taglia la strada in macchina all’incrocio, tratta i figli come due intrusi. Ma i figli non sono da meno, in particolare il figlio (Chatwin) che risponde con aggressività al padre, cercando di ridicolizzarlo dandogli del codardo e risultando quasi più antipatico del padre stesso.
La parte di Tim Robbins è quella interpretata meglio, però è troppo lunga e sfugge.
Diciamo che la parte di devastazione della prima metà ci conquista, però il viaggio di Ray, padre separato che non ha rapporti con i figli, che non sa essere padre, per portare i figli dalla loro “mamma” non regge nel film, soprattutto perché è visto come un percorso dell’uomo-padre verso una versione migliore di se… che due p… e non cambia il nostro punto di vista sul personaggio.
Molti critici hanno approfittato di questo difetto per parlare male del film, quando invece in passato hanno perdonato di tutto a Spielberg definendolo il miglior regista del mondo… un pò esagerato, o forse è una cosa comune perché il film è piaciuto poco anche ai suoi fan, forse per l’errore macroscopico di cui sopra.
In fin dei conti è buon film da intrattenimento, lo dice anche Spielberg… se solo avesse fatto un finale un pò più devastato, anche nella famiglia, ma nel finale buonista Spielberg lo battono pochi.