CODICE 46

di Michael Winterbottom
con Tim Robbins e Samantha Morton

Le ibridazioni non sempre riescono, in questo caso sì.

In un’epoca futuribile,ma non fantascentifica, dove la settorializzazione regolamenta qualsiasi cosa, un’indagine per false papelles, chiavi d’accesso per paesi stranieri ovviamente anchessi controllati, rivela un’ineluttabile destino.
Lui e lei legati da qualcosa che sentono ma ancora non conoscono, qualcosa che si manifesta come un essersi già visti e che sboccia nell’ amore, ma esso non è che un primo sintomo.

Leggerezza di relazioni sensoriali ed emotive che sconfinano nel sintetico, carezzevoli respiri su superfici liscie, riflettenti, multifunzionali , in una sottile armonia di suoni electric ambient giapponesi che diventano quieto rumore di fondo di dissociazioni crescenti e immagini framiche, sguardi di telecamere di sorveglianza, display deformabili e soggettive di un ascolto e di un’incapacità di produrre suoni.
Trovate legate al sensibile, più che al politico, ci direzionano nel fluttuare ininterrotto di immagini trattate come un documentario pervenuto da un altro quando, ricambiano sguardi di un estraneità che un po’ ci affascina un po’ ci tiene a distanza, come un piccolo mondo in lento movimento racchiuso in una liscia sfera di vetro .
Ambientazioni reali che diventano irreali in un quieto viaggio verso un ignoto che avvertiamo poco distante, ma è gradevoli questo farci cullare e ci abbandoniamo senza richieste.
Notevoli trovate ci rimandano ad un immaginario Dickiano praticamente dichiarato, nel sentimento e nei suoni ritroviamo Lost in Traslation, ma in una chimica dolce al punto da non turbarci nel profondo.
Un tasso d’empatia mal somministrato, forse troppo a William e poco a noi, ci coinvolge poco , restiamo al di qua del vetro invaghiti da una fotografia incantevole che sfiora il poetico senza mai soffermarsi, che coglie sospiri e movimenti impercettibili,e come una lanterna magica un po’ ci abbaglia.
Un po’ freddo nel suo tentar di scorrere veloce e silenzioso, come un ibrido che fugge via spaventato.

Lieve

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