EVILENKO
(anno 2004)
Regia: David Grieco
Attori: Malcolm McDowell, Marton Csokas, Frances Barber, Ronald Pickup
Soggetto/sceneggiatura: David Grieco (Il comunista che mangiava i bambini ed. ElleU)
Fotografia: Fabio Zamarion
Musiche: Angelo Badalamenti
Scenografie: Nello Giorgetti
Costumi: Agata Cannizzaro
produzione: Mario Cotone (Pacific pictures)
Distribuzione: Mikado
Finalmente un altro film di genere in Italia? Non esattamente.
David Grieco ha lavorato per anni su questo progetto, trasferendosi a Kiev per indagare e ricostruire la storia, documentata nel suo libro “il comunista che mangiava i bambini” del “mostro di Rostov” o “mostro della striscia di bosco”, perché così individua i luoghi dei delitti il serial killer, ricordandoli tutti a memoria. Grieco rivela di essere stato colpito dalla storia anche per la famosa frase che girava nel dopoguerra: “i comunisti mangiano i bambini”.
Grieco cerca di ricostruire la storia e gli avvenimenti lasciandosi, pare, catturare poco dalla tentazione di romanzare o anche solo interpretare alcuni misteri, come l’ipotizzata capacità di ipnotizzare alcune delle sue vittime. Mi viene da dire che Grieco ci racconta la storia in modo non ruffiano, come fa certo cinema che siamo abituati a vedere, ed anche ad apprezzare (molti film di Hollywood su omicidi seriali), probabilmente perché tutto ciò è avvenuto veramente.
Alla visione mi è tornato alla memoria “Lo strangolatore di Boston” di Richard Fleischer, per il tono a tratti un po’ documentaristico, ma non per la tecnica (Fleischer utilizzo lo spleet screen). Ottimo il protagonista McDowell, con i suoi movimenti, e le musiche di Badalamenti (Grieco non le sfrutta in maniera imponente come Lynch di cui Badalamenti è collaboratore fidato da anni).
Certo, la storia lascia un po’ straniti, non solo per Andrej e i suoi delitti, ma anche perché racconta un mondo dove le indagini non sono svolte con le tecniche più avanzate possibili (come nei film a cui siamo abituati, appunto), anzi il supporto della psichiatria non viene considerata, tolto da Lesiev che ne comprende l’importanza e, con metodi per noi antiquati (basta vedere i luoghi degli interrogatori o i registratori utilizzati negli anni 90 o i rilievi sui luoghi degli omicidi) indaga, mettendosi in gioco, anche perché lui è padre di famiglia: bella e drammatica la scena del confronto con i due protagonisti messi a nudo.
E poi resta sempre il dubbio: il mostro sarà stato venduto per degli studi?
Ottimo il sito www.evilenko.com.