THE PASSION
ICON PRODUCTION presenta una produzione ICON
Regia: Mel Gibson
Attori principali: J. Caviezel, M. Bellucci, M. Morgensstern, S. R. Rubini, C. Gerini, R. Celentano.
Musica John Debney
Fotografia: Caleb Deschanel
Sceneggiatura: Benedict Fitzgerald e Mel Gibson
Prodotto: Mel Gibson e Bruce Bavey e Stephen McEverty
Montaggio: John wright ACE
Scenografia: F. Friger
Costumi: M. Millenotti
Casting: Shaila Rubin
Non so cosa questo film significhi per Cristiani, Ebrei o Mussulmani, per me, e` solo un film e significa solo quello. Perdonatemi la premessa, necessaria.
Mi sono documentata, ho letto il vangelo, ho ascoltato e letto le critiche di giornalisti, le dichiarazioni di attori e spettatori, ho letto anche alcune recensioni su Internet; insomma ero preparata al film. O almeno lo credevo. L’espressione sul mio volto alla fine della proiezione era perplessa, e emblematica, i miei amici ormai abituati ai miei commenti sconvolti dal mio silenzio piu` che dal film. Mi ci e` voluta tutta la notte per riuscire a cogitare un pensiero coerente e reale sul film.
La storia la si conosce, tutti noi l’abbiamo sentita almeno una volta nella vita. Tutti noi conosciamo il calvario che quest’uomo ha vissuto, morto in croce nell’anno zero. Storicamente e` riconosciuta la sua esistenza come uomo, per cio` che riguarda la sua dimensione metafisica e` un`altra cosa, ognuno puo` credere cio` che vuole. Ci terrei infatti a precisare subito che non e` necessario essere cristiani per vedere questo film, per capirlo. Sotto il punto di vista della trama il film e` ben sviluppato, fedele ad una trama che ben poco spazio lascia all’immaginazione, il regista infatti rispetta le sacre scritture senza eccedere o al contrario tralasciare qualcosa.
Una delle cose migliori di questo film e` senza dubbio l`accoppiamento personaggi-attori. Merito dovuto a S. Rubin, che sceglie gli attori con grande perizia. A mio modesto parere eccezionale R. Celentano nel ruolo di Satana, e M. Morgensstern nel ruolo di Maria, espressiva, drammatica ma non fissa nelle sue espressioni. In fondo il ruolo di Maria e` forse il piu` difficile per un’attrice. Comunque, tutti gli attori nel loro complesso sono bravi e incisivi. Citazione obbligatoria per Caviezel nel ruolo di Gesu`, incisivo anche nei momenti di relativa ombra per il suo personaggio.
Per cio` che concerne la regia e` abile e interessante in alcuni passaggi. Sembra che Gibson si lasci un po` prendere la mano nel momento della tortura, ma recupera bene. La tecnica dei flash back e` ben utilizzata e inserita nella trama egregiamente. Altro passaggio che mi ha colpito molto e` l’avvicendarsi fra Simone di Cirene e Maria con seguito sul monte della crocifissione. Molto bella a mio modesto giudizio e` la fine, con il fermo immagine della deposizione e i sette secondi di buio, precedenti la resurrezione, abilmente inserita. Solo alcuni appunti di poca rilevanza pseudonegativi; lo zampillo di sangue nel momento del trafiggimento del costato, forse un po` esagerato nella sua esecuzione, poteva esser curato di piu`. E la figura di Pietro, il suo personaggio e` risolto velocemente e con poca accuratezza, peccato perche` poteva essere un tocco in piu`.
Questo film e` stato preceduto da molte critiche, due le piu` vehementi. La prima riguarda la cruda violenza del film, irreale questa critica, si vuole raccontare una storia, implicazioni religiose escluse, che si e` svolta in questi termini, se si cambiano le cose si modifica la storia. Gli uomini hanno, storicamente, fatto cio` e cose peggiori, e il fatto che siano brutali non ci giustifica a non affrontarle. Facile tirare il sasso e poi levare la mano. La seconda critica riguarda una battuta del film, e la sua possibile interpretazione antisemita. Allora perche` non accusiamo i libri di fiabe che parlano dell’uomo nero di razzismo?! E comunque piu` volte nel corso del film e` ribadito dallo stesso protagonista la comune “colpa” della vicenda. Lo stesso intervento del regista nel film testimonia cio`. La mano che sferra il primo colpo al chiodo che crocifigge Gesu` e` del regista. Mania di protagonismo? Ammissione di colpa? Solo Gibson puo` chiarire questo gesto.
Alcune curiosita` del film, cose che mi hanno colpito, e concludo quest`analisi. In primis l’uso imposto dal regista della lingua Aramaica e Latina che da` spessore al film. Pregievole anche la scenografia e l’uso degli effetti speciali, anche se forse un po` troppo irreale il cielo iniziale e la stigmate conclusiva.
Bel film nel complesso che merita sicuramente il prezzo del biglietto e forse anche qualcosa di piu`, al di la` sempre delle implicazioni religiose.
Martina Belgrado
miakangel@hotmail.com