LA PASSIONE DI CRISTO
Pare che il film sia nato da una “crisi mistica” avvenuta 12 anni fa. Pare che da allora Mel Gibson sia diventato un integralista cattolico, talmente infervorato da dispiacersi per la propria moglie che, in quanto protestante, finirà all´inferno. Qualunque opera con queste premesse, o qualunque opera affronti la vicenda di Gesù, si suppone debba essere ispirata da un certo sentimento religioso, o comunque una sorta di riflessione interiore.
In questo film manca tutto ciò. Non c´è nulla di simile a una riflessione interiore, nulla di analogo a una personale visione o interpretazione della Passione, nulla che faccia supporre un qualunque tipo di meditazione (non esclusivamente mistica). In questo film manca totalmente il sentimento religioso. Gibson avrebbe voluto, per sua stessa ammissione, avere anche il lirismo. Le sequenze della predicazione, i dialoghi in cui viene evidenziato l´insegnamento di Gesù sono di una sconvolgente freddezza didascalica, così bassi e vuoti di contenuti che qualunque bambino con un anno di catechismo alle spalle avrebbe potuto scrivere e girare.
Si è parlato delle torture, gratuite, pesanti. Aggiungerei ridicole e noiose. Alla fine, persino comiche (fanno cadere la croce, con sollevamenti di polvere e rallenty talmente tante volte da far sembrare il tutto una comica di Stanlio e Ollio). La pietà suscitata nello spettatore (e aggiungo: con un minimo d´intelletto) non è rivolta al corpo di Caveziel, ma ai propri occhi, stanchi di vedere due ore di sangue. E pensare che i film dell´orrore spesso sono vietati ai minori, i film porno sicuramente vietati, mentre per questa schifezza sono addirittura organizzati spettacoli per le scuole! Vengono vietati videogiochi poco educativi, ma due ore di frustate, pugni, calci, sputi e scarnificazioni sono considerate educative? Questo film non è nient´altro che un porno per i sadici, che si masturberanno allegramente sugli schizzi di sangue. E pena mi fanno quelli che escono dal cinema con gli occhi inumiditi: vadano a rileggersi i Vangeli, e meditino, invece di affidare il proprio percorso religioso a uno che si slogava la spalla contro i muri.
L´unica cosa che ho apprezzato, da studioso di Scienze Religiose e Sacre Scritture, è la scelta dell´aramaico. Bello, anche se pronunciato all´americana fa ridere (ma non quanto il latino con accento romanesco di Claudia Gerini, che non può non far pensare ad Asterix), bello soprattutto per il distacco che pone tra il mondo moderno e la vicenda narrata, distacco storico e quasi culturale, con i suoni della lingua simili a quelli dell´arabo (aramaico, arabo, ebraico derivano dallo stesso ceppo). Impressionante anche perché fa sembrare tutto molto più animalesco, più inumano.
Ultima annotazione, sulle accuse di antisemitismo: come si può pensare che un film antisemita possa essere prodotto negli USA? E infatti sono fermamente convinto che fosse una trovata pubblicitaria come quella che accompagnò l´uscita di Basic Instinct a suo tempo (e l´accostamento tra queste due pellicole non è casuale).
Se interessa l´argomento Passione, vita di Gesù, e miti occidentali, andate a vedere Brian di Nazareth, Il Vangelo Secondo Matteo e (ri)leggete Mircea Eliade, ché fate miglior servizio a voi stessi.