Coffee and Sigarettes
tit. or. (Coffee and Sigarettes), 2003
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Jim Jarmusch
Attori: Roberto Benigni, Steven Wright, Cinqué e Joie Lee, Steve Buscemi, Iggy Pop, Tom Waits, Joe Rigano, Villy e Villy Jr. Vella, Isaach De Bankolé, Cate Blanchett, Jack e Meg White, Steve Coogan, Alfred Molina, GZA, RZA, Bill Murray, Taylor Mead, William Rice
Montaggio: Jay Rabinowitz
Fotografia: Frederick Elmes, Ellen Kuras, Robby Muller, Tom DiCillo
Prodotto: Smokescreen Inc.
Un progetto partito nel 1986 e conclusosi nel 2003.
Il film è composto da diversi episodi, quasi tutti ambientati al tavolo di un bar, con due personaggi con sigarette (talvolta e forse i più vecchi) e tazze di caffè tra le mani (solo due episodi hanno la presenza del tè).
Una parte del lavoro si sviluppa con attori che interpretano se stessi o meno (talvolta improvvisando) e che abbiamo già visto, nell’arco degli anni, in diversi film di Jarmusch, a partire da Benigni e Waits, o i due italoamericani (Rigano e Vella) già in Ghost Dog, mentre altri episodi appaiono meno legati all’improvvisazione (su tutti quello della Blanchett).
L’inizio è subito rovinato dal doppiaggio, perché là dove c’era un Benigni che parla l’americano a modo suo, c’è l’italiano doppiato (dallo stesso Benigni) e tutta la verve finisce per sparire (risulta inutile la frase “mi capisci?” dell’interlocutore americano).
Piano, piano il film cresce pur avendo all’inizio qualche pausa di troppo nei dialoghi, portando la platea a ridere davanti a episodi molto belli come quelli dell’accoppiata Molina-Coogan (“cugini?”, uno dei più belli), Waits e Pop, Gza e Rza con Murray (che beve il caffè direttamente dalla caraffa), fino allo stile Blanchett o… a Mahler che, prestando attenzione, si riesce a sentire durante la vita.
Jarmusch, a 4 anni dall’ottimo Ghost Dog, ritorna bene, pur presentando un lavoro ad episodi con risultati alterni (con tanti personaggi conosciuti del cinema e della musica), ma in generale un lavoro divertente grazie alla sua personale ironia.