Detour [classici]

Anno (1945)
Regia: Edgar G. Ulmer
Attori: Tom Neal, Ann Savage, Claudia Drake, Edmund MacDonald
Soggetto/sceneggiatura: Martin Goldsmith
Fotografia: Benjamin H. Kline
Musiche: Leo Erdody
Montaggio: George McGuire

Cult. Non ci si sbaglia su questo: cult.
Edgar G. Ulmer dimostra il suo estro, il suo genio e la sua capacità di realizzare un noir, tra i migliori realizzati, in solo 6 giorni e con 20.000 $.
Al (Tom Neal) comincia a raccontare la sua storia, il suo viaggio verso una vita diversa, un viaggio verso L.A., un viaggio in autostop verso l’amore di Sue (Claudia Drake)… che finisce in maniera incredibile, con il fato che travolge il protagonista in un noir scuro, come le luci che si abbassano nel “Nevada Diner” rendendo tutto buio mentre il protagonista comincia a raccontare.

Così, alla fine, Al si decide a partire verso Los Angeles per raggiungere la sua donna. Nel viaggio si ritrova, per caso, con un cadavere a terra e preso dalla paura della “colpa” si incanala in una storia dove gli eventi sembrano oramai segnati.
Alcune sequenze sono da mozzare il fiato: i dialoghi/litigi con Vera nella stanza d’albergo, il buio intorno a Tom Neal narrante nel bar, le scene del telefono (tutte) ma in particolare quella in cui Al vuole vietare a Vera di telefonare.
Grandioso film, a tratti “grottesco” perché esagerato, che fu relegato ai B-movie, che nel tempo trova riscatto perché è un capolavoro, un roadmovie “come nessun vorrebbe mai vivere”, le ansie Kafkiane che travolgono il volto sudato e bagnato del protagonista. Assoluto.

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