LONG TIME DEAD
Anno: 2002
Nazione: Stati Uniti
Durata: 94′
Regia: Marcus Adams
Fotografia: Nic Morris
Musiche: Don Davis
Scenografia: Alison Riva
Montaggio: Lucia Zucchetti
CAST
Webster Lukas Haas
Rob Joe Absolom
Stella Lara Belmont
Durante un rave party, un gruppo di ragazzi discretamente fumati e impasticcati ha la brillante idea di cimentarsi in una seduta spiritica con tanto di bicchierino e lettere dell’alfabeto disposte sul tavolo. Lo spirito che riusciranno ad evocare, tutt’altro che benigno, è un “djinn”, una specie di demone del fuoco che uccide le sue vittime bruciandole vive. Come da copione, i giovani avventati cominceranno uno dopo l’altro a cadere vittime dell’imbestialita entità, ma forse qualcuno dei sopravvissuti avrà la possibilità di rispedirlo nel suo inferno.
Horror abbastanza di routine che mette a dura prova l’udito degli spettatori per via di effetti sonori potentissimi e stridenti. Come in molti “film de paura” degli ultimi tempi, anche in questo caso il regista è uno di passaggio e tranquillamente intercambiabile con qualsivoglia altro (per la cronaca, dietro la macchina da presa si trova tale Marcus Adams, ovviamente celebrato regista di videoclip), e l’unica curiosità che rimane allo spettatore consiste nel chiedersi di quale morte morirà il prossimo malcapitato (come avveniva anche in “Final Destination”).
Struttura narrativa meccanica e prevedibile, confezione modaiola, suspense telefonata e improvvisi frastuoni della colonna sonora per far rimbalzare sulla poltrona le anime più impressionabili, ma anche (per fortuna) una cattiveria superiore alla media e qualche soluzione visiva non disprezzabile, fanno di questo “Long Time Dead” (tradurre il titolo pareva da provinciali?) un filmetto scorrevole e paradossalmente rilassante, buon antidoto all’afa e alle agghiacciante trasmissioni sui Mondiali di calcio che infestano i nostri palinsesti televisivi.
Mi sia consentito infine uno sfogo personale: a quegli incivili seduti alle mie spalle, che non hanno fatto altro per tutta la durata del film che sghignazzare e urlare come degli imbecilli, auguro soltanto di incontrare un “djinn” incazzato come e più di quello che imperversava sullo schermo.