Casomai
Uno spaccato di vita dei giorni nostri in una leggera ma non banale commedia italiana.
Come possono coesistere la famiglia, l’amore, i figli, con la precarietà del lavoro moderno, la necessaria eterna gioventù che ti porta in discoteca o al cinema anche quando sei stanco morto e crolli su una poltrona tra le risate dei tuoi amici, spesso ancora lavati e stirati dalla mammina, che ti prendono per il culo?
Pescando dall’immenso serbatoio dei trentenni in crisi (Muccino docet) Alessandro D’Alatri dirige un (tuttosommato) convincente Fabio Volo e un’ambiziosa Stefania Rocca in una commedia dolce/amara che mette il dito nella piaga del dilagare della solitudine dei single.
In Fight Club si parla del trionfo delle porzioni singole, qui da noi l’onda dell’opposizione a questo stato di cose passa anche attraverso un film mainstream come questo, prodotto dalla Medusa (monopolista dopo il crollo di C.Gori) e diretto con attenzione.
“Almost Blue”, altro criticabile film di un regista proveniente dalla pubblicità, raccontò coraggiosamente di serial killer bolognesi, rinfrescando la tradizione italiana del thriller (un po’ horror) a basso costo.
Mi sono piaciuti gli effetti speciali (renderizzati su macchine ©LINUX) e la recitazione di Fabio Volo che, come tutti quelli che hanno usato la televisione per rendersi noti, mi metteva un pregiudizio enorme addosso, anche se provo una naturale simpatia per il suo modo di essere.
Movimenti di camera a volte sperimentali senza eccedere nella sindrome MTV, una trama che potrebbe somigliare al libro Cuore per il livello zuccherino: elementi contrastanti ben amalgamati in un’opera POPolare ben confezionata.
Interessante come “Respiro” di Crialese che mi ha entusiasmato per la ricerca stilistica, Casomai è un film che senza pretendere di diventare una pietra miliare segue un’inversione di tendenza che mette l’immagine/regia al centro e toglie alla trama sociale/introspettiva il predominio assoluto nel cinema nostrano.