STAR WARS Episodio II – L’attacco dei cloni
Anno: 2002
Nazione: Stati Uniti
Regia: George Lucas
Sceneggiatura: George Lucas Jonathan Hales
Fotografia: David Tattersall
Musiche: John Williams
Montaggio: Ben Burtt
Cast:
Ewan McGregor, Natalie Portman, Hayden Christensen
L’azione si svolge dieci anni dopo gli avvenimenti di “Episodio I”: adesso la Repubblica è minacciata da un gruppo di separatisti che vogliono minarne le fondamenta. L’idea del cancelliere Palpatine è quella di creare un esercito per aiutare i cavalieri Jedi a mantenere la pace, ma nel frattempo un attentato fa temere per la vita della senatrice Amidala, la quale viene affidata alle fin troppo premurose cure dell’apprendista Jedi Anakin, futuro Darth Vader. Contemporaneamente Obi-Wan Kenobi ha il compito di scoprire il mandante dell’attentato alla senatrice, e la sua missione lo porterà a incrociare la strada del malefico Dooku, potentissimo esponente del lato oscuro della Forza.
A tre anni di distanza dal primo capitolo della nuova trilogia, ecco finalmente questo attesissimo, segretissimo, ipertecnologico, “Attacco dei cloni”. Diciamo subito che il film è migliore del primo (e non ci voleva poi molto), ma tutt’altro che memorabile: la struttura narrativa è terribilmente schematica (per tre quarti della pellicola si alternano rigidamente sequenze dedicate a Obi-Wan Kenobi a quelle in cui imperversano i piccioncini Amidala e Anakin); la sceneggiatura è piena di buchi e forzature (tutto l’episodio ambientato a Tatooine riguardante la madre del giovane Jedi è totalmente fuori contesto, buttato lì solo per giustificare l’avvicinamento del ragazzo al lato oscuro); l’azione, dopo una sequenza d’apertura francamente magistrale, latita per lunghi tratti fino poi ad esplodere nel gran finale; la parentesi romantica fra i due ragazzi è stucchevole e svenevole all’inverosimile e, per finire, i tentativi di humour affidati al penoso Jar Jar Binks (votato a stragrande maggioranza dai fans come il peggiore personaggio mai creato da Lucas) e al ritrovato C-3 PO, non strapperebbero un sorriso neppure al più disponibile dei bambini.
Ma se Lucas appare arrugginito come sceneggiatore (e se le affidasse a qualcun altro?), lo stesso non si può dire del Lucas regista: terrorizzato dalla sola idea dell’horror vacui, l’autore popola ogni inquadratura di segni pullulanti, robe che volano da tutte le parti, paesaggi mozzafiato, creature sempre più incredibili (scelta che paga fino a un certo punto: un occhio troppo saturo finisce presto per non stupirsi più di nulla), e si scatena nelle scene d’azione, regalandone due che rimarranno nella memoria anche dello spettatore più smaliziato: l’inseguimento iniziale in mezzo al traffico aereo e il combattimento finale nell’arena sul pianeta Geonosis.
Manca comunque la gioia genuina che animava gli episodi della vecchia trilogia, come mancano le schermaglie amorose da commedia americana classica tra il vecchio Jan Solo e la principessa Leila. Attori di prestigio come Samuel L. Jackson e Christopher Lee si prestano come sempre divertiti, ma fa un certo effetto vedere Temuera Morrison, il violentissimo padre di famiglia in “Once were warriors”, nel ruolo del temibile Jango Fett.