Spiderman

con Tobey Maguire, Kirsten Dunst, Willem Dafoe, Rosemary Harris, Cliff Robertson, diretto da Sam Raimi .

Quando vai a vedere un blockbuster come Spiderman devi, in un certo senso, sospendere le tue facoltà critiche per poter gustare l’impatto di un film creato appositamente per intrattenere e per incassare miliardi. Mentre lo guardi non dovresti chiederti quanto realistici siano i dialoghi o quali significati profondi si nascondano dietro all’apparente banalità dei messaggi. Dovresti domandarti, invece: mi sto divertendo? E la risposta, in questo caso, sarà indubbiamente: sì mi sto divertendo un sacco. Certo, potresti interpretare l’uomo ragno come un complicato e tormentato eroe. In parte esistenziale, in parte postmoderno: introverso, solitario, inquieto, con una buona dose di angoscia e preoccupazione nei confronti della sicurezza e fine del mondo, un personaggio che in una situazione diversa verrebbe mandato direttamente dallo psicologo. Potresti leggere il film come un commento agli eventi dell’11 settembre: il semplice Peter Parker come l’uomo medio americano, che, dopo essere stato ferito personalmente, si trasforma in un oltraggiato e arrabbiato propugnatore di giustizia. Basti pensare che i produttori hanno dovuto eliminare un paio di scene con le torri gemelle, e con un gruppo di cittadini incazzati che si faceva giustizia da se contro il nemico di turno. Potresti anche consideralo un ammonimento ‘anti-global’ nei confronti dei potenti (l’esercito, lo stato, i paesi del primo mondo) che approfittano della propria autorità e forza contro gli innocenti.

Il motto di Spiderman è: ‘with great power comes great responsibility’ (un grande potere comporta anche una grande responsabilità).Ma perché volersi rovinare due ore di puro spasso? Non bisogna prendere Spiderman troppo sul serio. Il film stesso non lo fa. Auto ironico e kitsch, Spiderman si prende in giro, consapevole della propria origine fumettistica e della propria genealogia dal mitico Superman del ’78 in poi. La storia è quasi esattamente uguale al fumetto Marvel creato 40 anni fa. Peter Parker, orfano che vive con gli adorati zii, è un tipico teenager sfigato e studioso, zimbello della scuola e innamorato di Mary Jane, la ragazza della porta accanto. Quando viene morso da un ragno geneticamente modificato, improvvisamente acquista poteri sovraumani. Tobey Maguire, famoso per The Cider House Rules e Ice Storm, è un attore introspettivo e minimalista. La sua recitazione sofisticata ed elusiva rende memorabili le scene in cui Peter scopre i suoi nuovi talenti: negli occhi si intravede un misto di sorpresa e delizia. Quando poi Peter inizia ad intessere le sue ragnatele e ad arrampicarsi sui muri, l’interpretazione di Maguire è ilare ed espressiva mentre comunica la goffaggine adolescenziale e il desiderio di crescere in fretta e di conquistare il mondo. (Certo, volendo riattivare le proprie facoltà critiche uno potrebbe interpretare queste scene come segni di pubertà ansiosa e irrequieta, soprattutto quando, alla vista di Mary Jane in mensa, Peter emette, involontariamente, una ragnatela che lo mette nei guai.)Inizialmente Peter utilizza i propri poteri a fini lucrativi, ma quando, in parte per colpa sua, l’amato zio viene ucciso da un ladro in fuga, i suoi scopi cambiano drasticamente, e voilà nasce Spiderman, un eroe inizialmente incompreso, ma davvero alla caccia dei malviventi per proteggere i cittadini di New York. Eccetera. Eccetera. Il resto è facile da immaginare.

Ogni eroe che si rispetti deve avere un cattivo, altrettanto astuto e forte: il Green Goblin è l’altra faccia di Norman Osborn, uno scienziato pazzo e criminale che acquista poteri estremi durante un mal riuscito esperimento. Entrambi sono interpretati magnificamente da Willem Defoe, che riesce perfino a farli litigare contemporaneamente davanti allo specchio. E naturalmente un eroe ha anche bisogno di una bella e vulnerabile donzella che, in questo caso, è Kristin Dunst (Interview with the Vampire, Little Women), un po’ svampita, scontenta e insicura, ma che alla fine capirà chi è l’uomo per lei. Ciò dopo aver baciato (in una scena che passerà alla storia cinematografica) Spiderman appeso a testa in giù sotto la pioggia. Le scene in cui l’uomo ragno sconfigge la gravità con grazia acrobatica dondolandosi ellitticamente tra le strade di Manhattan, sono esilaranti. Tutto, naturalmente, è stato modificato digitalmente, così che una fantastica New York acquista un certo tocco di magia. Gli effetti speciali sono mozzafiato, talmente realistici che, seduto in poltrona, ti viene quasi da muoverti in sintonia con Spiderman quando si lancia da un grattacielo all’altro. In più, non ci sono momenti di stasi. La storia prosegue a ritmo spedito, tra un’alternarsi di scene romantiche, lotte, drammi familiari, riflessioni esistenziali, suspence. Questo film ha tutto quello che potresti desiderare da un prodotto hollywoodiano: humour, amore, azione, tecnica e persino valore estetico. Sam Raimi, accanito fan del fumetto, è riuscito a combinare armoniosamente alcuni dei suoi interessi più macabri e oscuri (Evil Dead, Army of Darkness) con le sue passioni per la fantasia, il mistero, la dolcezza e la bellezza (The Gift, A Simple Plan). Uscendo dal cinema ti sentirai vagamente deluso dalla normalità: no, non riuscirai a tornare a casa a forza di ragnatele. Peccato.

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