CHI LO SA?

Anno: 2000
Nazione: Francia
Durata: 154′
Regia: Jacques Rivette
Sceneggiatura: Jacques Rivette Pascal Bonitzer Christine Laurent
Fotografia: William Lubtchansky
Musiche: Peggy Lee
Montaggio: William Lubtchansky
Cast: Sergio Castellitto, Jeanne Balibar, Marianne Basler

Camille, un’attrice francese assente da Parigi da molti anni, torna nella capitale con il suo nuovo compagno, Ugo, per mettere in scena una rappresentazione di “Come tu mi vuoi” di Pirandello. Mentre la donna riallaccia i rapporti con il suo ex compagno, Ugo va alla ricerca di un’opera inedita di Goldoni, e si imbatte casualmente in una giovane e attraente studentessa che decide di aiutarlo nell’impresa. Alla fine tutti i personaggi della storia si ritroveranno sul palcoscenico per la messa in scena metaforica delle loro vite e dei rispettivi destini.

In concorso al Festival di Cannes della scorsa edizione, l’ultima fatica di Rivette giunge in Italia con un anno di ritardo ed è il caso di dire “meglio tardi che mai”, anche perché diverse opere dello stesso autore non sono mai state distribuite nel nostro paese. Da sempre affascinato dagli incroci tra arte e vita (da come l’arte influenzi la vita e dalla vita come estensione e appendice dell’arte stessa), il regista francese, fra i più teorici tra i fondatori della Nouvelle Vague, dirige una commedia in punta di piedi, frizzante e sublime, traboccante di spirito francese e di lievissimo, etereo umorismo.

I tempi lunghi sono quelli soliti dell’autore (una sua opera, “Out 1”, è di durata addirittura fantozziana: 12 ore e 40 minuti!!!), il quale cerca sempre la verità nella rappresentazione e si affida quindi a chilometrici quanto indispensabili piani sequenza, certo anche di poter contare su attori sublimi (Sergio Castellitto e Jeanne Balibar valgono da soli il prezzo del biglietto) che si annullano nella recitazione e ottengono un effetto di realtà stupefacente. Ma la durata (154 minuti) non deve spaventare lo spettatore, poiché l’opera è lieve, scorrevole, ariosa, ophulsiana.

La versione arrivata da noi ha un doppiaggio che suscita effetti stranianti: la Balibar recita in italiano, Castellitto parla sempre in italiano (ma siamo a Parigi, e tutti lo capiscono perfettamente), mentre gli altri personaggi si esprimono in francese e sono sottotitolati quando parlano fra di loro, mentre appena entra in scena Castellitto tutti passano ad un italiano perfetto con soltanto una punta di accento francese. Mah!

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