Red Siren
A metà strada tra “Alice nelle città“ (anche nel bellissimo film di Wim Wenders c’era una ragazzina in difficoltà e un uomo solitario che tentava di aiutarla) e “Lèon“, il film di Olivier Megaton (niente male il nome d’arte), racconta la storia di una bambina di dodici anni alla ricerca del padre e vessata da una madre con delirio di onnipotenza. Alice, questo il nome della ragazza, durante la sua fuga dagli scagnozzi della genitrice, incontra Hugo (Jean Marie Barr), killer idealista al soldo dell’associazione antifascista Liberty Bell. Hugo, roso dal rimorso per la morte di un bambino di otto anni durante il suo ultimo incarico in Jugoslavia, decide di occuparsi di lei e di accompagnarla in Portogallo per un ricongiungimento che potrebbe forse riappacificargli la coscenza. Da qui, ovviamente, una serie di sparatorie, scazzottate, omicidi fino al finale pieno di sole.
A questo punto una domanda: e Asia Argento? Già, perché il personaggio dell’attrice italiana (ormai da tempo in trasferta in Francia) non ha spessore, non serve, non rimane. Il regista voleva probabilmente farne una dura ma con cuore e sensibilità, insomma, una come Jodie Foster ne “Il silenzio degli innocenti“, e la scena dell’analisi del cadavere riverso sul tavolo ne è un evidente esempio. Ma la consistenza del ruolo è piena di aria e, francamente, ce la poteva risparmiare. Fortuna che almeno non si doppia da sola. Molto meglio la cattiva (issima) Eva di Frances Barber, che, impellicciata, truccata e ingioiellata, nasconde un cuore nero da vera raffigurazione del male.
A parte questo, il film, nonostante qualche pecca di sceneggiatura (i dialoghi della Argento con il suo capo sono francamente insopportabili, finti e banali), è costruito come un solido thriller d’azione: le scene di inseguimento sono giustamente movimentate, il montaggio è sempre frenetico (Megaton viene dai videoclip, e si vede) e il mondo delirante e “sporco“ dei personaggi è ben rappresentato (il folgorante incipit con l’assassinio del bambino da parte di Hugo davanti al prete). L’inferno è qui e adesso, e forse ha i colori e i rumori dei bellissimi e inquietanti titoli di testa del film.
Nelle sale dall’11 aprile