Karen Leigh Hopkins parla di A “Woman’s A Helluva Thing”
“Volevo fare una campagna come quella di Blair witch project, ma i produttori non hanno voluto.
Ho avuto 12 anni di blocco su questo film perché i produttori volevano tagliare la parte della madre.
In questi 12 anni ho fatto altri film, tra cui alcuni cortometraggi western, uno dei miei generi preferiti (su tutti “C’era una volta il West” di S.Leone).
Grazie a questi western mi ha notato un altro produttore canadese che mi ha dato la chance di realizzare il film che da 12 anni volevo fare.
Nel nostro tempo i ruoli delle donne e quelli degli uomini sono confusi: a volte gli uomini fanno le donne per essere apprezzati, ma perdendo la mascolinità e non ci piacciono più.
Questo festival è molto interessante perché i film sono molto diversi, noi siamo molto diverse
Mi sono ispirata ad un uomo che conosco veramente per questa storia.
Ho avuto con lui una brevissima storia d’amore (1 giorno) , eravamo nel deserto, lui mi ha regalato un fiore ed io mi sono commossa.
Era troppo macho, e così l’ho lasciato.
Però mentre parlavamo ho pensato: qual è la cosa più assurda che gli potrebbe capitare a questo cowboy spaccone?
Forse che io abbia una storia con sua madre. E così cominciai a scrivere due righe su un pezzo di carta trovato nell’auto, e mentre lui parlava io scrivevo.
Dopo 12 anni di divieti, l’ho girato in 18 giorni, con un budget limitato, ma mi sono divertita un sacco a girarlo!
Sono molto contenta di aver conosciuto Dario Argento, lo apprezzo molto.”
Solare, con 2 occhi che sembrano abbronzarti mentre ti illuminano.
Forte, in un corpo esile, donna non femminista che ama gli uomini e le donne, in modo diverso.
Apprezza il festival per l’opportunità di scambiare le sue esperienze con quelle di altre sue colleghe che provengono da tutto il mondo.
“E’ difficile girare un film se la sua trama è forte, non se sei uomo o donna”
Anteprima europea al 9° Festival Internazionale Cinema delle Donne di Torino