AHLAM AL-MANFA – FRONTIERE
regia: Mai Masri
USA/Palestina, 2001 56′ Video Beta
“Il campo profughi è come una gabbia per uccelli”
“Sogno di avere una lanterna magica per strofinarla e diventare un uccello per poter volare via”
“I bambini non sanno dove giocare se non nelle strade”
“Vorrei fotografare le scritte sui muri del campo profughi e la gente depressa”
“Siamo profughi senza nessun diritto, quando cresciamo anche i nostri sogni diventano più grandi, ma cosa possiamo fare se siamo profughi”
Queste sono alcune delle parole che sono riuscita a segnare dette dai ragazzi quattordicenni dei campi profughi di Shatila a Beirut e di Dheisha a Betlemme. Frontiere è un documentario che a me ha lasciato senza parole e per l’emozione incapace di ringraziare la regista, al termine della proiezione, per averci presentato questa interessante testimonianza. Sono rimasta molto colpita dalla maturità di questi ragazzi, dall’amore e dall’attaccamento che hanno per la terra, la patria che gli hanno negato. Le loro giornate trascorrono in una precarietà totale.
Il documentario nello specifico racconta la storia di Mona e Manar due ragazzine che abitano nei rispettivi campi. Grazie ad internet sono riuscite a mettersi in contatto e ad incontrarsi alla frontiera tra Libano e Israele. Attraverso il filo spinato che delimita l’area e controllati dai militari, le loro mani si toccano, le parole non hanno mai fine e le canzoni di speranza non vorrebbero mai cessare. Insieme a loro, lungo il confine, numerose persone si incontrano. Alcuni cercano i loro parenti mostrando le foto, altri si scambiano regali e si baciano commossi.
Mari Masri che aveva già ricevuto con un suo documentario precedente “Children of Shatila” un riconoscimento da Amnesty International ha detto di aver voluto rappresentare con la figura delle due ragazze i giovani palestinesi, le nuove generazioni che riescono a comunicare con i sentimenti.