Era mio padre
La mafia irlandese nord-americana di inizio 900 non è stata molto raccontata, almeno non come quella italiana.
Adesso si ritrovano Sam Mendes e Scorsese a ripercorrere le origini della terra della felicità confrontandosi con uomini violenti che della legge non sapevano cosa farsene.
Assistiamo al rapporto padre figlio dove il primo cerca di recuperare in extremis la fiducia e l’affetto del secondo che sembrano irrimediabilmente compromessi.
Meno morale e più emotività: come in American Beauty Mendes sembra sottolineare come non è con le leggi e le convenzioni della societò che le persone regolano i rapporti profondi tra loro, ma con i sentimenti, l’odio – l’amore – l’ambizione – la fiducia – il legame tout court.
Tom Hanks imbastardito e ingrassato tiene la scena come se avesse recitato solo ruoli da carogna fino a ieri, Paul Newman sprizza malvagità da tutti i pori, in mezzo il bambino se la cava molto bene e gli altri sono volti azzeccati per i rispettivi ruoli.
Ritrovarsi a tifare per uno spietato assassino in cerca di vendetta potrà regalarvi un brivido inaspettato.