La casa dei matti
di Andrej Koncalovskij
“Yes..how many times must the cannon balls fly before they’re for ever banned” …avrei bisogno di un po’ di musica per esprimere meglio la commozione e la rabbia che suscita questo film, in un momento particolare come quello che stiamo attraversando, caratterizzato dal tentativo globale di ‘ordinarizzare’ uno stato di guerra non necessario al perseguimento di alcun fine eticamente sostenibile. L’agenda quotidiana proposta dai mass media porta sotto gli occhi e nelle coscienze di tutti il problema della ridefinizione degli equilibri mondiali, ma il tema culturale della pace non viene proposto come strumento adeguato a risolvere I problemi politici ed economici in corso. Pochi uomini nel mondo (forse e’ altrettanto giusto dire poche famiglie) possono screditare organizzazioni internazionali con l’uso di un linguaggio violento che rimbalza in giro per il globo attraverso I mezzi di comunicazione di massa. Ed e’ cosi’ che ci si “stufa” di aspettare, come se si stesse giocando a nascondino e la posta in gioco non fosse invece la vita di centinaia di migliaia di innocenti. I soliti innocenti sbandierati dai ginostradisti!!!
“and how many times can a man turn his head pretending he just doesn’t see”, non dimenticate la musica, che emoziona ancora mentre noi torniamo al film. Tra I mezzi di comunicazione di massa dobbiamo annoverare anche il cinema, e tra le rappresentazioni cinematografiche uno spazio e’ riservato al cinema d’autore. Andrej Koncalovskij ne “La casa dei matti” ci illustra una storia ispirata a vicende realmente accadute I cui protagonisti sono, appunto, I soliti innocenti. Nel 1996, durante la prima guerra di Cecenia, in una regione di frontiera, un ospedale psichiatrico diventa luogo di scontro tra le milizie russe ed I guerriglieri ribelli. Gli inquilini della casa, come essi stessi si definiscono in assenza dei medici che sono tutti partiti, dovrebbero essere “matti” ma nella situazione di caos che si viene a creare I piu’ sani di mente prendono in mano la situazione e cercano di organizzare la gestione della incombenze. Poi I miliziani si insediano presso l’ospedale, e assistendo al racconto della vendita di un cadavere ceceno, o al dialogo tra I due comandanti delle opposte fazioni che si scoprono essere stati sullo stesso fronte durante la guerra in Afghanistan, viene naturale chiedersi chi siano davvero I matti.
Scoppiano bombe e saltano elicotteri da guerra. Intanto, la dolce Janna suona la fisarmonica e trova lo spazio di parlarci d’amore.
Il film, gia’ vincitore di altri premi, e’ candidato all’Oscar. Senza nulla togliere al valore artistico e narrativo di questa pellicola, un riconoscimento di questo tipo sarebbe un ottimo segnale riguardo la sussistenza nella cultura occidentale, se non proprio del tema della pace, per lo meno del tema dell’assurdia’ del ricorso alle armi.
Un ultima cosa: visto che non e’ un film di guerra, ma un film d’amore, la colonna sonora ufficiale e’ affidata alla musica di Bryan Adams.
Dal 31 gennaio nelle migliori sale.