Schatten der Engel

Daniel Schmid su “Schatten der Engel”

Avevo 20 anni, ero a Berlino al primo anno dell’accademia di cinema e conobbi Fassbinder, feci un esame con lui.

Era speciale, quando entrava in una stanza ne aumentava la luminosità.

“Sei uno stupido borgese” mi disse, non aveva la patente ne il diploma: quando guidava facevamo certe danze per cambiarci di posto davanti alla polizia…

“Non farai mai cinema svizzerotto di merda” mi disse. Poi mi propose il suo dramma con un nome molto forte e io gli proposi “L’ombra degli angeli” perché non esiste, e la storia parla di una prostituta troppo bella ed elegante per attirare i clienti.

“Perdi 18 Kg” gli dissi “come Elizabeth Taylor” : “Cinema è per sempre, la morte a chi lavora” diceva Cocteau.

Scelto a Cannes, mai visto in Germania.

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