Les Amateurs
di Daniel Schmid
Svizzera, 1990
Questo autore svizzero lo adoro. Nobile esteta poliedrico confeziona dei camei leggeri, gustosi, ironici e raramente sarcastici, specchio di una Svizzera che non conosce quasi nessuno, tranne lui.
Prodotto da banche ed enti promotori del suo paese, riesce a trasformare questi quadretti di immagini recuperate delle vite private di inizio secolo come se fossero universali.
L’atmosfera di alcune canzoni di Paolo Conte, tra balli e malinconie di inizio 900, diventa in questa raccolta di filmini muti amatoriali scherzo e divertimento di aristocratici signori, montati con rumori di scena aggiunti e musiche che gli ridanno vita.
Come nel found footage di Jay Rosemblatt, anch’egli presente al Festival di Pesaro 2002, non ci si limita al recupero, ma i filmati si rigenerano con sapienti accorgimenti: movimenti e volti sembrano appena girati.