PROVA D’ORCHESTRA

D.: Federico Fellini
Cast: Balduin Baas, Clara Colosimo, Elizabeth Labi, Ronaldo Baracchi, Ferdinando Villella,
Giovanni Javarone, David Manunsell, Federico Fellini (voce)
O.: 1979, Italia-Germania

In un antico oratorio, un’orchestra si riunisce per suonare sotto la guida di un autoritario direttore, mentre “la televisione” riprende ed intervista i maestri. La novità suscita però rivendicazioni che il sindacalista tenta di placare con la promessa di una doppia pausa durante il faticoso lavoro.

Le interviste si interrompono per l’inizio delle prove, ma il severo direttore incalza con urla e discorsi di hitleriana memoria. E’ il momento della pausa. La televisione si ritira nella stanza del maestro per intervistarlo. Mentre egli parla del suo duro lavoro e di come i tempi siano cambiati, gli orchestrali organizzano una vera e propria rivolta: distruggono sedie e leggii, imbrattano i muri con scritte di protesta e inneggiano ad un “metronomo” gigante, destinato a sostituire il direttore e a guidare il gruppo con il suo ritmato ticchettio.

Presto anche il nuovo idolo viene spodestato per lasciare posto alla più totale anarchia musicale, regime in cui ogni strumento possa suonare a suo tempo e discrezione. Ma dei colpi sordi e delle scosse disturbano la protesta: un’enorme palla abbatte un muro della cappella.

In mezzo alla polvere ed alle macerie ognuno riprende il proprio posto e le prove ricominciano da capo, tra le urla (in un tedesco da parata militate) dell’esasperato direttore.

“Prova d’orchestra” è uno dei primi film onirici di Federico Fellini, e viene presentato al Bergamo Film Meeting nello spazio dedicato alla memoria del produttore Paolo Valmarana.

Il film è una complessa allegoria polisemica, che si presta alle più diverse chiavi di lettura. La critica contemporanea all’uscita del film puntò maggiormente sull’interpretazione politica, nonostante il regista insistesse sull’apoliticità del proprio lavoro. D’altra parte, non si può dimenticare che la pellicola venne distribuita in un momento molto delicato per la politica italiana e per la fragile situazione del mondo del lavoro; è pertanto naturale che l’interpretazione prendesse una direzione di quel tipo.

L’orchestra come simbolo della società composta da strumenti-uomini che non riescono ad entrare in armonia gli uni con gli altri è un’altra delle spiegazioni plausibili, ma di nuovo Fellini smentisce questa visione riduttiva di una società senza conflitti e senza via di scampo (il ritorno alla normalità dopo la piccola rivoluzione).

Un’utlima (e forse la più accreditata) lettura è quella della critica del regista, sulla base della propria esperienza , all’eccessiva sindacalizzazione nell’ambito del lavoro artistico. Ma ancora ci si può chiedere se non sia una parabola etica sul disordine del momento e sulla funzione dell’uomo nella società, o se non sia solo una riflessione sul ruolo dei moderni mass media o una critica ai sempre più degradati rapporti interpersonali.

“Prova d’orchestra” è un film breve, ma significativo, poiché Fellini ha saputo inserire, in piccole dosi, per non risultare indigesto, tutti gli ingredienti del disagio di una società che oggi sembra non essere poi tanto diversa.

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