Night of the Living Dead
Opera d’esordio di Romero. Distribuito nel 1968, girato con due lire dal regista e da alcuni suoi amici sfruttando i weekend liberi, il film rappresenta una pietra miliare del genere horror (a cui ha contribuito a togliere qualsiasi allure di romanticismo) e un capolavoro assoluto della storia del cinema. Film quasi sperimentale, che non fornisce spiegazioni agli eventi che mostra (la tv accenna soltanto a delle radiazioni portate sulla Terra da un satellite orbitante intorno a Venere) e che lascia trapelare un’angoscia e una sfiducia per il genere umano di agghiacciante radicalità.
Metafora di una società malata che sta provvedendo a mangiare se stessa (erano gli anni della guerra in Vietnam e le tensioni sociali sembrava dovessero esplodere da un momento all’altro), “Night of the Living Dead” spiazza lo spettatore che non sa bene per chi fare il tifo, visto che i vivi barricati nella casa abbandonata sembrano bastardi e stupidi almeno quanto i morti. Il finale poi è di un sarcasmo spietato. Si esce dal cinema quasi alle due di notte, stanchi ma pienamente soddisfatti.