Trainspotting

Non credo che se fosse arrivato in Italia ne avrebbero tradotto il titolo: e’ tratto da un omonimo romanzo di un certo Irvine W. e affronta in maniera completamente innovativa il tema della droga e della tossicodipendenza: non ci si sofferma mai sulla pena del bucarsi o dell’ essere dipendente, neanche difronte alla morte per AIDS. A dir la verita non ci si sofferma su nulla. Tutto e lasciato alla libera interpetazione dello spettatore. Viene invece presentato in maniera assolutamente netta il piacere del “farsi”. Le immagini e i suoni trasportano lo spettatore “nel corpo e nella mente dei protagonisti”. Emblematica una lunghissima sequenza durante la quale un ragazzo in overdose e’ condotto fino all’ ospedale. Qui gli viene finalmente “reinniettata la vita”: dall’ inizio della scena fino alla finale resurezione del protagonista, le immagini sono riprese dall’ interno della fossa funebre del ragazzo. Semplicemente unmissable.

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