The House of Yes
un film di Mark Waters con P. Posey, J. Hamilton, T. Spelling
Sicuramente nuovo. Non del tutto coerente, qualche volta con un piccolo calo di tensione, con qualche imprecisione, ma interessante. Un umorismo quasi inglese anche se non “classico”, un tema scottante come quello dell’incesto trattato con una leggerezza da commedia che non offende ma che anzi fa riflettere sulla stupidità della vecchia borghesia americana e non solo.
Parker Posey, nella parte di una gemella un po’ folle ma portatrice della verità, è convincente così come il suo gemello J. Hamilton, divertente e un po’ sopra le righe. Decisamente poco interessante invece il lavoro della co – protagonista Tori Spelling, uscita da poco dalla serie televisiva Beverly Hills e (stranamente…) figlia del magnate hollywoodiano nonché produttore del film Aaron Spelling.
L’impressione generale è quella di una buona sceneggiatura, di un regista non eccezionale anche se interessante come Mark Waters, e di un intervento forzato della produzione. I cali di tensione e di tono, le battute talvolta non azzeccate, sembrano derivare dall’esigenza produttiva di non mettersi contro la critica, di mantenersi su di un livello non troppo trasgressivo nonostante il tema trattato. Ecco allora i momenti di serietà improvvisa e forzata, di dolore poco convincente, di trasformazione breve e istantanea della commedia in dramma.
Un che dà da pensare, nuovo, ma forse non così nuovo come avrebbe potuto essere.