REQUIEM
“Girare Requiem nel calore estivo, in una Lisbona quasi deserta, è stata per me un’autentica boccata d’aria fresca. Desidero soltanto che una scommessa come questa contribuisca anche a rinfrescare il mondo del cinema”.
Paul ha un appuntamento speciale e l’invitato è un fantasma illustre, il poeta, lo scrittore Fernando Pessoa.
Paul sa che i fantasmi arrivano solo a mezzanotte…
Aspettando, Lisbona gli si offre nel passato e nel presente privi di una linea di demarcazione, tra vivi e morti, nel tempo trattenuto e liberato.
Paul incrocia alcuni ristoratori, la padrona di un bordello, un vagabondo, il guardiano di un cimitero, un tassista, una vecchia gitana. E anche Pierre, suo vecchio amico, e Isabel, l’amante di Pierre e di Paul.
I segni di una città che lentamente agonizza e persone care e scomparse per sempre.
Paul aspetta un fantasma e si muove tra i fantasmi, invoca lo spirito di Pessoa incontrandolo in un ristorante, in una passeggiata, guardando la luna:
“C’è una luna magnifica stasera, non è vero?”.
Alain Tanner sfida il cinema con questa scommessa che vince e sfida e vince anche sull’opera di Tabucchi che è l’assunto del film. Nell’idea del cineasta e dello sceneggiatore Bernard Comment è presente la volontà di partire dalla novella di Tabucchi, nella sua struttura di testo costruito attraverso una serie di incontri con personaggi alieni ma allo stesso tempo familiari, per poi distanziarsene.
L’idea del non-luogo smette di essere soltanto mentale e si fa geografico; la parola di Tabucchi non esprime gli sguardi e i gesti dell’attesa e la placida e ormai passata ricerca e, non potendone parlare, non può che tentare di esprimere il senso del rimorso e della malinconia che il film invece perlustra nello spazio.
Tanner esplicita visivamente il senso di una ricerca soffocato nella novella e Paul attende e cerca in uno spazio che non esiste, ma che tuttavia viviamo nella concretezza di oggetti e simboli di un secolare abbandono.
Lo spazio della città di Lisbona diventa teatro e si manifesta come tempo, forse lo stesso tempo parlato della novella.
Nel film di Tanner viviamo i sentimenti e le parole non dette e tentate dalla novella, e la ricerca di Paul può essere qui solo sensuale e non ragionata.
Paul cerca con un istinto che rivela il suo passato; allo stesso tempo Paul non ha più passato perchè non ha più presente, perchè la città, il suo spirito-guida, non ha più presente se non il suo passato e vive sospesa.
Paul è uno straniero in una terra di stranieri…che coltiva e crede ancora in alcuni valori della letteratura.
Nel film di Tanner Paul smette di parlare e di pensare, sebbene ancora lo faccia nella novella di Tabucchi. Non arrivato in nessun luogo, Il suo corpo in movimento, questa ricerca sensuale, dichiara il definitivo stato di tregua, molto più della voce che ancora prova a darsi delle spiegazioni e a risolvere degli enigmi.
Nell’incontro con Tabucchi il passato riaffiora, e costituisce qui l’ultimo richiamo e un’ultima volta, per poi tornare ad essere un non-tempo in un non-luogo.
Ma con Pessoa Paul può di nuovo parlare di se stesso, può ancora farlo nell’unico dialogo del film in cui lo spazio scompare e il tempo (anche il tempo della novella) torna riscattato come coordinata, nel suo essere tempo ragionato e memoria senza gesti e sguardi ma solo di parole.
Cosimo Santoro
REQUIEM, Colori, 35 mm., 2.746 m.
Anno di produzione: 1998
Nazionalità: Svizzera
Durata: 1h. 40 min.
Versione originale: francese e portoghese