Il sesto senso

Il mio sesto senso mi diceva che questo film non era proprio un bel film.

Ma c’è Buce Willis… vuoi non vederlo?
E allora si va.

Il film è molto avaro, trattenuto.
Non vuole essere etichettato come “de paura” per cui si limita alla vista di qualche morto fresco (o
stantio), lasciando spazio ai broncetti più o meno tristi, piu’ o meno terrorizzati del piccino
sensitivo di turno.

Ma non bastano banbini fantasmi con gli occhi blu cerchiati che spuntano da sotto i letti a far
rivivere le angoscie sincere di Shining.

L’idea di fondo è invece buona: solo alla fine la verità viene svelata. Verità che porta a rivedere
tutto il film per riviverlo in base a questa nuova chiave di lettura.

Si danno maggiori giustificazioni a certi “vuoti” di sceneggiatura, che altri non erano che “verità
nascoste”.

Fa riflettere però l’ultima tendenza del cinema americano di regalarci film a doppia trama con
sorpresa finale, in cui tutto scorre un po’ piatto e solo alla fine viene sparato il colpo di mano che
divinamente colora di nuovo senso tutto quanto visto fino a quel momento.

Nasce un po’ il sospetto che questa trovata sia un po’ ruffiana.
E’ certo che il “Caramba che sorpresa” finale auita a far alzare dalle sedie gli spettatori con piu’
pathos.
Forse cela anche una povertà di sceneggiatura, regia e quant’altro.

Ai posteri, come sempre.

PS: a quando un film con Bruce Willis ed una graziosa vecchietta come protagonista? Credo che la
sezione infanzia il nostro l’abbia già ampliamente sfruttata.

kikibio@tin.it

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