The rainmaker
L’uomo della pioggia, ovvero l’uomo che può far piovere milioni di dollari inaspettatamente, come una manna dal cielo. Questo è il senso del titolo dell’ennesimo successo di John Grisham e dell’ennesimo film di Coppola. Un Coppola particolare, lontano dal suo classico stile, forse sceso a compromessi con il mercato. Un Coppola in ogni caso interessante. Staccarsi dalla trama del libro inserendo qualcosa di proprio è praticamente impossibile nel caso di film, come questo, tratti dall’opera del padre del best seller anni Novanta. E Coppola, in effetti, non ci prova nemmeno. In ogni caso qualcosa di suo c’è, qualcosa di vagamente geniale che lo distacca dai vari Rapporto Pelican o Il cliente. C’è ad esempio il personaggio impersonato magistralmente da Mickey Rourke, c’è la scelta strana a azzeccatissima di trasformare Danny De Vito in un mediocre nel suo piccolo geniale e degno di stima. C’è uno straordinario John Voight nella parte ormai da qualche anno abituale del cattivissimo avvocato di gran classe. Insomma, non si tratta certamente di un capolavoro, ma possiamo vedere tra le righe qualche elemento che rende il banale thriller giudiziario (peraltro dotato già di per sé di una trama notevole) un film con qualcosa in più. Poco, per la verità, ma bisogna pur accontentarsi.