Pane e tulipani
Silvio Soldini ci fa respirare una rara freschezza cinematografica, ripartendo dalle sue fortunate “Acrobate” per continuare con i suoi più cari temi:
– libertà
– gioia di vivere
– liberazione da stili di vita basati sul sopravvivere mediocre.
Come dargli torto.
Felliniano, coloratissimo, cinema senza una ricerca poetica fine a se stessa.
Bruno Ganz è molto bravo nell’inventarsi un personaggio malinconico ed elegantemente chapliniano.
Lucia Maglietta, pur interpretando la stessa donna delle Acrobate, ci trasmette un’esplosiva voglia di rinnovamento stile “Thelma e Luise” e nel suo riscatto libera un po’ tutti noi, pieni di sogni nei cassetti mai realizzati.
Credo che Soldini si sia ritagliato una sorta di alter-ego nel fioraio veneziano, anarchico figlio di anarchici, eterno brontolone dall’animo buono.
Ci sono momenti in cui i personaggi e la trama cadono vistosamente (madre improvvisamente bigotta/sbigottita dalla scoperta degli spinelli del figlio) ma il film nell’insieme ti lascia addosso una bella sensazione.