L. A. Confidential

E’ un ottimo film, che ci ripropone uno dei generi in cui il cinema si è espresso meglio. Il noir anni ’50. Un grande direttore della fotografia ricostruisce con cura e virtuosismo le abitudini degli anni ’50.

Gli attori sono straordinari e scelti con occhio accorto. Ancora una volta l’Oscar si dimostra un premio detestabile perchè solo attento alle istanze del mercato. Insomma Kim Basinger è l’unica del cast su cui ci sarebbe da dire qualcosa; ma sarebbe ozioso.

Vorrei dire ancora delle musiche, delle scenografie, della sceneggiatura, della regia, ma anche un tonto che andasse a vederlo al cinema capirebbe di trovarsi di fronte a professionisti spinti da genuina passione per il mezzo cinematografico. Non era forse questo il noir?

Un film nostalgico.

Massimo Betti

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Gli estimatori di Hammett e del suo pupillo James Ellroy non potranno non apprezzare questo noir in perfetto stile anni quaranta. Nessuno è davvero buono, nessuno è davvero cattivo. Tutti hanno due facce, come dice John Woo nel suo ultimo film e come dicevano gli scrittori hard-boiled diversi decenni fa.

In un’atmosfera da boom Hollywoodiano, la Los Angeles di plastica, perfetta e pulita, viene smantellata dall’interno mettendo alla luce vizi e corruzioni di una società basata sullo spettacolo e, di conseguenza, su di un’immagine falsa, su un velo di purezza formale che nasconde ben altro.

Protagonisti della vicenda sono i classici (nel senso positivo del termine) poliziotti, ognuno con il suo lato oscuro da nascondere: chi è alcolizzato, chi è stanco del mestiere, chi arrotonda lo stipendio organizzando arresti spettacolari di divi del cinema per conto di una rivista, chi cerca ancora di vendicarsi del patrigno che picchiava la madre. Anche i cattivi rientrano nella tradizione: ricchi, benefattori della società, organizzatori di party, sono in realtà ladri, assassini, pederasti, sfruttatori della prostituzione. Le donne sono ovviamente bellissime e cattive, o bellissime e innocenti, o bellissime e indecise, sempre ben vestite e per giunta sosia di celebri dive del cinema.

In questa totale adesione a cliché già visti e rivisti, non si può non apprezzare il tentativo perfettamente riuscito di riallacciarsi ad una gloriosa tradizione senza innovarla, ma riportandola alla ribalta dopo anni di assenza per utilizzarla direttamente nel campo di battaglia del film d’intrattenimento.

Kevin Spacey è come sempre fenomenale, gli altri interpreti sono tutto sommato all’altezza, e persino la rediviva Kim Basinger (la cui assenza dalle scene è stata attribuita dalle cronache mondane alla nascita della figlia o, alternativamente, ad un ritorno in grande stile nel mondo delle droghe pesanti…)non è affatto male nella parte della bellona.

Da non perdere. Interessante, furbo, divertente.

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