Jackie Brown

con Pam Grier, Samuel L. Jackson and Robert De Niro, Bridget Fonda di Quentin Tarantino (Miramax)

Tarantino conferma la propria sagacia nel costruire dialoghi e la propria straordinaria capacità di dare vita a personaggi dalla smaccata plasticità.

Il film si trascina stancamente e comunica allo spettatore la stanchezza e la noia del vivere in un contesto da telefilm degli anni Settanta, da cui sembrano essere afflitti tutti i personaggi.

L’unico che cerca di sottrarsi all’incedere del tempo è il trafficante Ordell (un efficace S.Jackson) che cerca di mantenersi giovanile nel look e nell’acconciatura e che pare aver rimosso la cultura cinematografica anni Settanta (confonde l’Helmut Berger di “La belva col mitra”, poliziesco di serie B del ’77 di Sergio Grieco, con Rutger Hauer). Tuttavia il suo tentativo risulterà vano.

L’intero plot sembra essere stato partorito dalla fantasia di Magnus e Bunker, autori che introdussero genialmente il grottesco nei fumetti popolari italiani degli anni ’60-’70 (vedi Kriminal, Satanic,Alan Ford). Louis-De Niro, il gangster freak inebetito dalla marjuana, sembra infatti uno di quei patetici balordi che affollano le avventure di Alan Ford (vedi Superciuk).

Giuseppe Sansonna

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