Il principe di Homburg

di Marco Bellocchio

Strano, di questi tempi, ormai cementificati nel buio culturale,
provare emozioni legate alla sfera reale della vita umana.
Ci hanno circondato di film catastrofico-terrorizzanti che con le loro angosce da masochista ci recano danni incalcolabili al nostro sistema psico-morale-immunitario, senza parlare delle “sbobbe” sessual-poliziesche propinate in tutte le salse.
“Il principe di Homburg” ci sussurra all’orecchio una storia d’amore per la vita e per il rispetto degli altri.
“Il principe di Homburg” ci accarezza dolcemente, sulle nostre pigre poltrone, nel buio della sala, raccontandoci una bella favola, seppur talvolta lasciando la fantasia dello spettatore un poco allo scoperto da distrazioni di ordine tecnico-realizzativo legate al film. Le stesse distrazioni che alla fine ti fanno apprezzare la fatica di chi, come Bellocchio, crea e opera in un territorio pieno di ostacoli e omertà che è il Cinema Indipendente Italiano.

Cris Mazza

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