HAPPY TOGETHER

di Wong Kar-wai, Hong Kong, 1997

Wong Kar-wai è l’opposto di Peter Greenaway : per lui il cinema è troppo importante per NON raccontare delle storie. La Palma d’oro per la migliore regia attribuitagli all’ultimo festival di Cannes è sotto questo punto di vista confortante poiché ciò che distingue questo film dalla maggior parte della recente produzione è proprio il gusto per la narrazione pura e semplice, alla quale la tecnica e lo stile si mettono umilmente al servizio. Più in dettaglio, nella prima parte la crisi del rapporto di coppia viene raccontato in una forma quasi minimalista, piuttosto coraggiosa, ma forse poco consona a questo cineasta, mentre nella seconda, che narra il progressivo distacco del protagonista dal proprio amante, il ritmo si fa via via più serrato grazie ad un sapiente utilizzo di un linguaggio di diretta derivazione televisiva (spot e videoclip), certamente non originale ma comunque efficace.

Wong Kar-wai non inventa nulla, ma ciò che è importante è che non pretende di farlo. E alla fine Happy together è un bel film perchè riesce a raccontare l’amore e il desiderio con una intensità che oggi, a parte certo cinema francese, solo gli autori orientali sembrano possedere.

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