Le dernier combat

Luc Besson- 1983

Avete in mente Subway, Nikita, Leon?

Ritmo, azione, adrenalina però ben girati e con una sceneggiatura valida.

Avreste mai detto che l’esordio di Besson fosse un film in bianco e nero e praticamente muto?

La realtà è più imprevedibile della fantasia: ebbene il più “americano” dei registi europei, il talento più ruffiano di Francia ha esordito con un film totalmente anti commerciale.

Com’è allora questo film? E’ facile associare i film muti alla parola “noia”, invece, salvo un inizio francamente pallosetto, determinate doti di ritmo ed ironia sono già presenti: fila piuttosto bene e colpisce nel segno.

Brevemente la storia: in un mondo post catastrofe (nucleare? ecologica?) l’umanità è ridotta a pochi uomini in lotta per impossessarsi delle scarso risorse disponibili, regredendo ad un imbarbarimento quasi completo. Il protagonista, dopo aver accettato questa logica, viene salvato da un medico che, per evitare di dover accettare la legge del più forte, ha deciso di vivere lontano dagli altri esseri umani.

Quando viene distrutta con la morte del medico questa piccola oasi il protagonista decide di tornare con gli altri uomini per rovesciare la logica del più forte.

Conclusioni: non è un capolavoro, certo, né un film consigliato a tutti, ma, se siete dei fan di Besson (e sono più di quanto non pensiamo) potreste scoprirne lati inaspettati.

FBV

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